Maserati: una morte annunciata altro che dazi, la lettera a John Elkann
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Il marchio italiano Maserati, un’icona del lusso automobilistico, si trova in una fase critica della sua storia. I dati relativi alla produzione auto parlano chiaro: un calo del 73% nel primo trimestre del 2025 e una diminuzione del 64% nel 2024 rispetto all’anno precedente rappresentano una contrazione allarmante. Gli stabilimenti di Mirafiori, Cassino e Modena, simboli della tradizione industriale italiana, sono stati costretti a ricorrere a quasi due anni di cassa integrazione, lasciando migliaia di lavoratori in una situazione di profonda incertezza.
La crisi di Maserati si inserisce in un contesto più ampio che coinvolge anche la casa madre, Stellantis. Il gruppo ha registrato un calo complessivo del 42% nella produzione italiana nei primi tre mesi dell’anno, con una previsione di meno di 200.000 unità prodotte annualmente nei cinque stabilimenti nazionali. Questi numeri smentiscono le rassicurazioni precedenti, che promettevano un futuro interamente italiano per il marchio del Tridente.
Ad aggravare la situazione, le recenti indiscrezioni su un possibile spin-off del brand hanno alimentato speculazioni e preoccupazioni. Rocco Palombella, Segretario Generale della Uilm (Unione Italiani Lavoratori Metalmeccanici), ha inviato una lettera aperta al Presidente di Stellantis, John Elkann, proponendo due soluzioni strategiche: un investimento immediato per lo sviluppo di nuovi modelli o la creazione di un Polo del Lusso in collaborazione con Ferrari. Quest’ultima ipotesi, seppur ambiziosa, potrebbe rappresentare un’opportunità unica per rilanciare il prestigio del marchio e garantire una sinergia produttiva e commerciale tra due giganti dell’automobilismo italiano.
Crisi Maserati non è colpa dei dazi
Secondo Palombella, la crisi non può essere attribuita esclusivamente ai dazi statunitensi o alla transizione verso l’elettrico, ma è il risultato di decisioni strategiche errate e di investimenti insufficienti. Il leader sindacale sottolinea come l’assenza di una visione a lungo termine rischi di compromettere non solo il futuro di Maserati, ma anche l’intero settore industriale italiano. L’urgenza di un intervento è evidente: senza una risposta concreta, il marchio potrebbe perdere la sua posizione di prestigio, con conseguenze devastanti per l’economia e l’occupazione.
Nel frattempo, la strategia di Stellantis sembra orientarsi verso un rafforzamento della sua gamma elettrica, come dimostrano gli investimenti significativi nel segmento EV. Tuttavia, per Maserati, il passaggio all’elettrico deve essere accompagnato da una chiara identità di marca e da una proposta di valore che sappia attrarre i clienti più esigenti. L’introduzione di modelli come il Grecale e la GranTurismo Folgore rappresenta un passo in questa direzione, ma non basta a colmare il vuoto lasciato da anni di incertezza strategica.
Il destino di Maserati rimane quindi sospeso tra la speranza di un rilancio e il rischio di un ridimensionamento definitivo. Mentre i lavoratori attendono risposte concrete, il marchio del Tridente deve affrontare una delle sfide più grandi della sua storia. La creazione di un Polo del Lusso potrebbe rappresentare la svolta necessaria, ma solo un impegno deciso e una visione strategica a lungo termine potranno garantire un futuro sostenibile per questo simbolo del Made in Italy.
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