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Mercato auto: a gennaio +3,24%, ma la vera ripresa non arriva

Di Francesco Donnici
Pubblicato il 4 feb 2014
Mercato auto: a gennaio +3,24%, ma la vera ripresa non arriva
Nonostante il mercato auto abbia registrato un segno positivo nel primo mese dell’anno, le vendite restano ai livelli di fine anni ’70.

Nonostante il mercato auto abbia registrato un segno positivo nel primo mese dell’anno, le vendite restano ai livelli di fine anni ’70.

Nel mese di gennaio 2014 il mercato dell’auto europeo ha registrato un incremento del 3,4 %, un dato che può essere considerato positivo ed incoraggiante, ma non deve generare troppe illusioni considerando che i valori assoluti di vendita restano ai livelli di fine anni ’70.

A confermare tutto questo ci ha pensato Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto (l’associazione dei concessionari di tutti i marchi di veicoli commercializzati in Italia) che ha commentato così i dati di vendita 2014: “Prima che qualcuno ci voglia ‘vendere’ questo dato in termini positivi, della serie ‘è iniziata la ripresa’, è meglio spiegare subito che così non è. Mettiamoci il cuore in pace. Il nostro ecosistema automotive, cartina di tornasole dell’intera economia, composto da migliaia di aziende e milioni di lavoratori, sta in piedi solo con un mercato intorno ai 2.000.000 di pezzi. Volume congruo con il parco circolante di 35.000.000 circa, e con l’esigenza di un rinnovo volto a una maggior sicurezza e a una diminuzione dell’inquinamento, oltreché all’abbattimento dei costi di esercizio. Per traguardare questa soglia di sopravvivenza, appunto di 2 milioni di unità, gennaio avrebbe dovuto consuntivare circa 207.000 pezzi, mentre con il dato di oggi di  117.802 unità abbiamo segnato un -43% circa. Per parlare seriamente di ripresa ci vorrebbero crescite costanti a doppia cifra, e invece sul mercato automobilistico italiano perdura la stagnazione. Va invece molto bene, lo dico con ironia, il ricorso agli [glossario slug=”ammortizzatori”] sociali e ai licenziamenti in continua ascesa che ormai stanno toccando livelli insostenibili e più che preoccupanti.”.

La crescita di gennaio – secondo Csp e come previsto nei mesi scorsi dall’Unrae – potrebbe essere merito di un rimbalzo tecnico. In poche parole, l’aumento delle vendite registrato a gennaio sarebbe la mera conseguenza del raggiungimento di livelli talmente bassi di immatricolazioni che difficilmente avrebbero potuto peggiorare ulteriormente. Sempre secondo la Federauto, l’Italia ha scontato e sta scontando un lungo periodo di accanimento fiscale verso il settore automotive: bollo, superbollo, assicurazioni RC e il costo dei carburanti sono aumentati a livelli insostenibili, raggiungendo una quota di 8,7 miliardi di euro, senza dimenticare il recente aumento delle tariffe autostradali che ha toccato quota +3,9% in modo inspiegabile se viene rapportato a normale aumento dell’inflazione.

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