Mercato auto: a maggio ritorna in negativo
Dopo 5 mesi incoraggianti, il comparto automotive segna nel mese di maggio un -3.83%, mentre Fiat perde l’11%.
Il mercato auto precipita di nuovo in segno negativo. Dopo 5 mesi consecutivi di crescita – anche se modesta – il mercato automotive registra nel mese di maggio un calo del 3,83%, considerando che nel mese appena trascorso sono state immatricolate 131.602 vetture contro le 136.850 dello stesso periodo del 2013. Entrando nel dettaglio, scopriamo che Fiat registra un pessimo -11%, scendendo di nuovo sotto la soglia di mercato del 30%. Questi dati segnano quindi la fine della fragile ripresa di questi ultimi mesi che può essere considerata come un semplice “rimbalzo fisiologico” di inizio anno.
A maggio in Italia il Gruppo FCA (Fiat-Chrysler), che continua a segnare utili negli Stati Uniti e in Canada, ha immatricolato appena 36.720 vetture, contro le 41.273 dello stesso mese del 2013. I cali che pesano di più riguardano il marchio Alfa Romeo, con un pesante -18,86%,seguito dal brand Fiat (-12,40%) e Lancia (-6,27%), mentre Jeep ha registrato un balzo notevole, registrando un +70,48% con quasi 900 vetture immatricolate.
Certamente sugli ultimi dati negativi ha pesato la grossa delusione per la fine degli eco-incentivi in appena un paio di giorni, a cui si sono aggiunti i timori elettorali. Dopo aver analizzato i dati del comparto, Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, ha dichiarato: “La cautela con cui abbiamo commentato i modesti rimbalzi positivi dei primi mesi del 2014 trova purtroppo conferma nel dato negativo di maggio che, a nostro avviso, non va letto come un segnale di rallentamento ma come espressione di un mercato in sostanziale stagnazione, nonostante la spinta del noleggio e dei kilometri zero. Quindi, nessuna ripresa o, che dir si voglia, ripresina”. Questo il commento a caldo del presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi.
Nella sua accurata analisi, Il numero uno di Federauto ha sottolineato che l’attuale situazione del mercato auto è: “dolorosamente coerente con la situazione economica del Paese, certificata dai dati ufficiali sulla flessione del PIL nel primo trimestre dell’anno, dal generalizzato calo dei consumi di tutti i beni, dal consolidamento della crescita dei disoccupati – record negativo dal 1977 – a cui si aggiungono gli effetti perversi della leva fiscale. Questo spiegherebbe perché gli acquisti di autovetture da parte delle famiglie si mantengono su livelli storicamente minimali e perché quelli delle aziende non si esprimono a livelli comparabili con gli altri paesi europei”.
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