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Mercato auto: ad agosto calo dello 0,2%

Di Giuseppe Cutrone
Pubblicato il 2 set 2014
Mercato auto: ad agosto calo dello 0,2%
Il mercato dell'auto frena ad agosto, facendo segnare un calo dello 0,2% e confermando una crisi che dura ormai da troppo tempo.

Il mercato dell’auto frena ad agosto, facendo segnare un calo dello 0,2% e confermando una crisi che dura ormai da troppo tempo.

Il Ministero dei Trasporti ha reso noto i dati del mercato auto ad agosto, che mettono in evidenza un calo dello 0,2% rispetto allo stesso mese del 2013. I numeri indicano che il mese scorso sono stati immatricolati 53.191 autoveicoli, confermando pertanto le difficoltà non ancora superate del comparto automobilistico italiano che diventano a loro volta motivo di richieste al Governo da parte di alcuni addetti ai lavori. 

È questo il caso di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari italiani intervenuta per mezzo del suo presidente Filippo Pavan Bernacchi, il quale, prendendo spunto dai deludenti risultati del mercato, ha sottolineato: “L’automobile che da sempre nel nostro Paese ha spinto la ripresa dell’economia, in questo momento sta trainando… la crisi dei consumi. In pratica abbiamo trasformato una filiera da sempre virtuosa per le casse dello Stato e per l’occupazione in un problema che genera altri problemi, in un circolo vizioso che deve assolutamente essere spezzato”. 

Le vendite di auto nuove in Italia si stanno stabilizzando su livelli depressivi, in particolare evidenza se si prende in considerazione il mercato dei privati, sempre secondo Federauto. 

Pavan Bernacchi ha “suggerito” ai clienti che questo è il momento migliore per acquistare una vettura grazie alle tante promozioni che offrono veicoli nuovi a prezzi impensabili fino a qualche tempo fa. Il numero uno di Federauto si è poi rivolto ai politici, criticando l’assenza di incentivi per l’auto nello “Sblocca Italia”. 

Sebbene nel periodo da gennaio ad agosto il bilancio rimanga positivo, con 925.393 vetture vendute e un aumento del 3,5% rispetto a un anno fa, il contesto generale rimane molto delicato e la perdurante crisi sembra incidere sui rapporti tra rivenditori e costruttori.

A preoccupare è la sempre più frequente conseguenza di veder chiudere concessionari storici, a cui si aggiunge l’impossibilità, per chi resiste e continua la propria attività, di investire nel miglioramento delle strutture per offrire al pubblico un servizio moderno ed efficace.

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