Mercato auto a dicembre: leggero calo del 3,2%, ma il 2017 cresce del 7,9%
Quasi due milioni: per la precisione, 1.970.497 unità. È, senza volere per forza gridare al miracolo – si tratta della conferma di un graduale trend in crescita che si verifica dal 2014 – il monte-immatricolazioni di autovetture fatto segnare in Italia nel 2017 che si è appena concluso. Una stima in tal senso era già stata comunicata nei giorni scorsi, ma mancava la conferma da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: ed ecco le cifre definitive con il risultato di dicembre.
Dati alla mano, l’anno appena concluso va in archivio da una parte “deludendo” chi, nei giorni scorsi, si aspettasse il superamento di “quota due milioni” di immatricolato (i quasi due milioni e mezzo totalizzati nel 2007 rappresentano, a molti occhi, l’obiettivo da raggiungere e superare); dall’altra, pur con un consuntivo poco distante, si afferma il ruolo centrale dell’Italia fra i big player UE del comparto automotive – insieme a Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna – contrassegnato da un nuovo recupero, il quarto consecutivo dopo gli anni bui dal 2008 in avanti, e dal punto di vista delle strategie di promozione dei “combustibili puliti”, un progressivo affermarsi delle alimentazioni eco friendly.
Sulla base mensile, dicembre 2017 – comunica il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – il mercato auto in Italia ha totalizzato 121.100 immatricolazioni, leggermente in calo (-3,2%) in rapporto a quanto registrato a dicembre 2016. Per contro, il volume totale dell’immatricolato sull’intero 2017 si attesta su 1.970.497 unità: in questo caso, l’aumento sui dodici mesi precedenti è del 7,9%.
La motivazione della leggera discesa di dicembre va ascritta, secondo una nota diramata in queste ore da Anfia, ad alcuni effetti di calendario, come già avvenuto la scorsa primavera: “A dicembre il mercato dell’auto italiano presenta il secondo segno negativo del 2017, dopo il calo di aprile, dovuto in buona parte agli effetti di calendario, avendo dicembre 2017 contato due giorni lavorativi in meno rispetto a dicembre 2016 (18 giorni lavorativi a dicembre 2017 contro i 20 di dicembre 2016)”, è il commento di Aurelio Nervo, presidente dell’Associazione nazionale della Filiera Industria Automobilistica.
I dati relativi alle varie alimentazioni indicano che, a dicembre 2017, tutte le tecnologie sono in calo, tranne GPL e auto ibride (questo il mix mensile di dicembre: auto a benzina con il 30,5% del mercato, auto diesel con il 56,5%, auto ibride a 4,1% di quota, auto a GPL a 6,5% e auto a metano a 2,3%); nell’arco di tutto il 2017, invece, l’unica tipologia di alimentazione ad avere fatto segnare un risultato in negativo è il metano. In dettaglio, ogni 100 vetture di nuova immatricolazione nel 2017, 12 sono ad alimentazione “alternativa” (contro le 10 del 2016); ogni 10.000 unità, 10 sono elettriche (nel 2016 erano 7,5). Ciò non voglia indicare che ci si trova di fronte ad un “big deal” dell’elettrico: se mai, il boost delle alimentazioni elettrificate rappresenta una realtà da tenere in considerazione (le auto ibride hanno raggiunto, nel 2017, una quota di mercato nell’ordine del 3,4%, con un aumento del 71% sull’intero 2016).
Complessivamente, i marchi FCA (escludendo Ferrari e Maserati) hanno totalizzato a dicembre 2017 un volume di 31.924 nuove immatricolazioni: un calo del 13,7% da dicembre 2016, ma compensato – complice il buon andamento di Fiat, Alfa Romeo e Lancia/Chrysler – con un +5,5% (557.509 immatricolazioni) sull’intero 2017. In totale, le Case auto nazionali hanno fatto registrare 32.115 nuove immatricolazioni a dicembre: -13,9% dallo stesso mese dell’anno precedente e, anche in questo caso, +5,6% sulla base annuale in rapporto al 2016 (561.336 nuove immatricolazioni globali). Segnali positivi da Jeep così come da Ferrari e Lamborghini, protagonista di un +150% che conferma le ottime performance fatte segnare già in precedenza dal Costruttore di Sant’Agata Bolognese.
Sulla scorta dei dati di immatricolato relativi a marche, modelli e segmenti, il 2017 premia Fiat Panda: la popolarissima bestseller torinese, in testa alle classifiche di vendita italiane ininterrottamente da settembre 2013, ha totalizzato 7.466 nuove immatricolazioni a dicembre e 144.504 sull’intero 2017, confermandosi saldamente in testa alle preferenze degli automobilisti italiani e al primo posto nel segmento A. Gli altri “gradini del podio” vedono, sulla base mensile, al secondo posto Fiat 500X (3.232 nuove immatricolazioni) e Lancia Ypsilon (3.139); sui dodici mesi, il posto d’onore è appannaggio proprio di Lancia Ypsilon, che nel 2017 ha totalizzato 60.333 nuove immatricolazioni (ulteriore segnale del fatto che gli automobilisti italiani tengono in sempre grande considerazione l’immagine di Lancia: si auspica, in questo senso, che i vertici FCA rinnovino un domani il nobile blasone del marchio torinese!), e al terzo posto troviamo Fiat 500 (comprese le “derivate” Abarth), che conclude il 2017 con 58.562 nuove unità immatricolate.
Queste le altre preferenze in Italia, dal quarto al decimo posto della “top ten” di dicembre: Citroen C3 (3.109), Jeep Renegade (2.730), Fiat 500 escluse Abarth (2.710: computando anche le “derivazioni” dello Scorpione, Fiat 500 passerebbe dal sesto al quinto posto della top ten di dicembre 2017), Fiat Tipo (2.642), Fiat 500L (2.616), Renault Clio (2.616) e Ford Fiesta (2.562). Riguardo all’intero 2017, detto di Panda, Ypsilon e 500, il quarto posto delle immatricolazioni in Italia è stato raggiunto da Fiat Tipo (55.828 unità), seguita nell’ordine da Renault Clio (50.725), Fiat 500X (45.791), Fiat 500L (44.075), Citroen C3 (41.982), Volkswagen Golf (41.434) e Ford Fiesta, che chiude le prime dieci posizioni del 2017 con un totale di 40.701 nuove unità immatricolate.
“Nel 2017 è proseguito il trend di graduale crescita avviato nel 2014 dopo sei anni consecutivi in flessione: i volumi raggiunti hanno superato la simbolica soglia di 1,9 milioni di unità, confermando l’Italia come quarto mercato UE dopo Germania, Regno Unito e Francia – indica il presidente di Anfia – Questo risultato è stato possibile anche grazie alle campagne promozionali delle Case auto e delle reti di vendita, essendo la domanda di auto nuove ancora piuttosto debole. In assenza di misure a sostegno della sostituzione delle vetture più vecchie in circolazione, infatti, ci si aspetta un 2018 in linea con il 2017”.
“C’è una fascia di mercato che è indispensabile sollecitare per scongiurare l’attuale contraddizione tra un parco circolante ancora anziano e gli sforzi dei Costruttori al fine di adeguarsi agli standard, sempre più stringenti, di riduzione delle emissioni di CO2 dei veicoli di nuova produzione: si pensi alla recente proposta della Commissione europea per i target post 2021”, prosegue Nervo.
Per concludere, un cenno alla proiezione europea. Un report redatto dagli analisti di PwC Autofacts, reso noto nelle scorse ore, indica che la “Brexit” potrebbe non incidere negativamente sui volumi di vendita 2018 nei mercati UE: e questo nonostante venga stimata una contrazione nell’ordine dell’8% delle immatricolazioni oltremanica alla fine di dicembre 2018. Nel dettaglio, PwC Autofacts prevede un volume di vendita globale su 15.750.000 autoveicoli: cifra che indica un +0,5% in rapporto al 2017, e che – spulciando i dati dei principali mercati UE – vedrebbe la Germania al primo posto con 3.474.662 autoveicoli a fine 2018 (nel 2017 le vendite sono state di 3.457.375 unità), seguita proprio dalla Gran Bretagna (2.347.272 unità su 2.551.382 totalizzate nel 2017); Francia in terza posizione (2.119.201, di poco superiori a 2.102.382 del 2017); seguiranno Italia (il nostro Paese dovrebbe chiudere il 2018 su un volume di vendita nell’ordine di 2.029.509 unità, valore che conferma una crescita sul milione 974mila unità del 2017) e Spagna (1.267.081 su 1.230.176); i restanti mercati UE ed EFTA dovrebbero totalizzare, fra dodici mesi, vendite che si attesteranno su 4.517.092 unità. Ancora più ottimista è un’analisi LMC Automotive, secondo la quale il consuntivo dell’anno appena iniziato si attesterà su 15.790.000 unità, ed una crescita dell’1,3%.
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