Mercedes annuncia l’ingloriosa, melanconica fine del redivivo marchio superlusso Maybach, che avrebbe dovuto contrastare Rolls e Bentley.
Mercedes annuncia l’ingloriosa, melanconica fine del redivivo marchio superlusso Maybach, che avrebbe dovuto contrastare Rolls e Bentley.
Rinata nel 2002 con una infelice e costosissima derivazione dalla Mercedes Serie S del tempo, la Maybach, avrebbe dovuto giocare un ruolo da protagonista nel ristretto ma lucrosissimo mercato delle superlimousine esclusive da 500.000 euro, in diretta concorrenza con la Bentley di Volkswagen e la Rolls Royce di Bmw.
Così, nella consueta modestia dei costruttori tedeschi, era stata annunciato dieci anni fa il ritorno del marchio tedesco, di proprietà della Daimler (in pratica Mercedes), che a cavallo delle due guerre aveva rappresentato il lusso nell’industria automobilistica tedesca.
Come per le sue due concorrenti dirette, Rolls e Bentley, il margine di prodotto supera il 50% del listino, vuol dire oltre 250.000 euro ad esemplare e le sinergie di scala sembravano assicurate dalla (troppo evidente) derivazione dalla classe S.
Due modelli, la 57 e la 62, entrambi pesanti, pacchiane, tanto che gli acquirenti in questi 10 anni sono stati principalmente i nuovi ricchi russi e cinesi, i soliti sceicchi degli Emirati e qualche divo, generalmente nero, della musica pop. Dimenticavo, tra i pochi acquirenti anche Paris Hilton, che quanto a buon gusto ha una meritata cattiva fama.
Piccoli, anzi piccolissimi, i numeri di vendita e scarso il prestigio per questa vecchia superclasse S, pacchiana e involgarita. E così dopo aver sondato tante alternative, economicamente possibili, tra le quali ad esempio un accordo con Aston Martin, per una nuova generazione di Maybach, Mercedes ha capitolato e mestamente annunciato il capolinea per il 2013. Tra poco più di un anno dunque il marchio scomparirà di nuovo, con tutta probabilità definitivamente.
Un altro bilancio fallimentare di Daimler che si somma alle operazioni, Chrysler, Smart, Formula 1 e al dissennato sperpero per il deludente ritorno di Shumacher. Tutte scelte costose e fallimentari, ma che avevano in comune il fatto di essere in aree diverse dalle competenze vincenti di Mercedes.
In fondo, si diceva, Mercedes sa fare bene auto di lusso, di buon prestigio e vantaggiosi margini. Né la Smart, né tantomeno la Chrysler o la Formula 1 appartenevano al suo know how riconosciuto.
Ma un’auto di gran lusso sì, quello avrebbe dovuto essere il suo terreno elettivo e la Maybach avrebbe almeno dovuto ricoprire il ruolo, di discreto successo commerciale ma di grande ritorno in prestigio, che negli anni ’60 fu della maestosa 600.
Così la Maybach se ne va senza rimpianti, la rimpiazzerà nel ruolo di ammiraglia della stella una nuova 600, versione top allungata della prossima classe S, che manterrà il marchio della stella. Sarà senz’altro più semplice piazzare una super Mercedes che un’anonima Maybach.
Questo ennesimo clamoroso fallimento nel suo terreno elettivo resterà però nella storia negativa del fortissimo brand tedesco, che sembra avere più confusione nella definizione delle sue strategie dei concorrenti diretti.