Il CEO di Psa rilascia la prima intervista dopo l’annuncio della “big Alliance” con Fiat-Chrysler Automobiles. Ecco i punti salienti.
L’importanza della complementarietà fra le parti interessate ad un accordo; il valore delle sinergie e il valore delle figure umane. Sono questi, in estrema sintesi, alcuni dei punti-chiave individuati da Carlos Tavares, attuale amministratore delegato di PSA Groupe e, quando la fusione con Fca sarà operativa (dunque a brevissimo termine: si parla addirittura entro la fine di quest’anno con la pubblicazione di un memorandum d’intesa fra le due parti) chiamato a ricoprire il medesimo ruolo nella new Co – di cui presidente sarà John Elkann – e registrati sui taccuini di Automotive News in una intervista pubblicata in queste ore dall’edizione online europea del magazine di Detroit.
Un “faccia a faccia” con la stampa nel quale il top manager di origine portoghese, dal 2014 al timone del Gruppo francese che ha avuto modo di riportare rapidamente “in attivo” dopo un lungo periodo di fasi delicate e che, in seguito all’acquisizione di Opel-Vauxhall (estate 2017) in appena 18 mesi ha portato il margine operativo di Russelsheim (e della consociata di oltremanica) al 5% dopo un ventennio di bilanci “in negativo”, fa per la prima volta il punto sulle ripercussioni che la nuova “big Alliance”, candidata ad attestarsi al ruolo di quarto Gruppo automobilistico mondiale, potrà incontrare sul proprio percorso evolutivo.
Sinergie positive
I tempi di fusione tra Fca e Psa Groupe sono strettissimi: se nelle prossime settimane ci si aspetta, “nero su bianco”, la sigla di una lettera di intenti, il 2020 dovrebbe trascorrere con la messa in fase dell’avvio operativo della new Co. Logico, dunque, una visione “preventiva” sul futuro, anche per via della presenza “a tutto campo” nei vari segmenti di mercato che la maxi operazione frutterà. In altre parole, indica Tavares, una potenziale fusione Fca-Psa si giocherebbe, innanzitutto, su un insieme di sinergie che costituiscono la base di un ruolo complementare fra le due società, tanto dal punto di vista delle tecnologie quanto sui mercati di sbocco. Sia Fca che Psa, indica Tavares, possiedono quella fiducia che deriva dal fatto di essersi guardate intorno ed avere avuto la necessaria maturità di comprendere come sia più auspicabile, per una realtà industriale, affrontare le sfide future insieme anziché da sole. Tutto ciò, osserva il numero uno di Psa Groupe, costituisce appunto la base di sinergie che possono offrire valore agli azionisti.
Il ruolo dell’amministratore delegato e dei dirigenti
Il CEO, osserva Tavares , non è che “Uno strumento attraverso cui si permette alle questioni sul tavolo di avvenire effettivamente”. In questo senso, il numero uno Psa dichiara di voler essere “Molto umile”, anche perché “La ‘cassetta degli attrezzi’ è molto grande”. In sostanza, l’amministratore delegato – come si accennava, l’incarico che Carlos Tavares conserverebbe nella new Co – ha, come egli stesso indica, il compito di assicurarsi che la nuova company stia muovendosi correttamente riguardo alle questioni degli investimenti tecnologici, della redditività, dell’equilibrio fra lavoro e vita privata e così via. “Sarebbe motivo di successo per tutti se, entro pochi anni, nessuno più si ricordasse chi abbia nominato i membri del CdA”. Resta da affrontare il rapporto con Mike Manley, attuale CEO di Fca, con cui Tavares dichiara di avere “Un’ottima intesa: contiamo di costruire insieme la nuova realtà”. Dal punto di vista degli incarichi dirigenziali, il progetto di fusione – come evidenziato recentemente dalle lettere inviate ai dipendenti di entrambi i gruppi – vede all’opera nove squadre, composte da una cinquantina di manager che provengono da Fca come da Psa. A questo proposito, Carlos Tavares dichiara una totale fiducia nei loro confronti; d’altro canto, è proprio il lavoro di squadra ad assumere un ruolo essenziale per il raggiungimento di un obiettivo tanto ambizioso quale appare la fusone tra due dei prim’attori della scena automotive globale. Riguardo ai criteri di individuazione dei migliori dirigenti che occuperanno le posizioni di vertice nella new Co, Carlo Tavares osserva che è sempre meglio affidarsi alla meritocrazia.