E’ stata decisa la cessione del grosso fuoristrada al Gruppo Sichuan. Motori.it lo aveva già anticipato quattro mesi fa
E’ stata decisa la cessione del grosso fuoristrada al Gruppo Sichuan. Motori.it lo aveva già anticipato quattro mesi fa
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L’Hummer non è al passo coi tempi, schiacciato com’è dalle nuove regole del mercato che preferiscono dare la precedenza alle vetture medio – piccole che consumano poco. Una situazione che è figlia della crisi delle vendite, e che anche negli USA si è fatta sentire, tanto da consigliare alle Case di cercare nuove frontiere per le vetture che, fino a qualche mese fa, hanno costituito l’ossatura del mercato interno.
Ed è notizia di oggi che la Hummer, il mastodontico fuoristrada di origine militare, diventato negli anni uno degli status symbol per l’automobilismo “machista” a stelle e strisce, cambia decisamente casacca, abbandonando la bandiera USA sotto la quale è nato trasferendosi sotto la nuova proprietà cinese.
Come da noi anticipato addirittura quattro mesi fa, la proprietà della Hummer è passata dalla General Motors alla cinese Sichuan Tengzhong Heavy Industrial Machinery Company, secondo un accordo che prevede la cessione del marchio, il trasferimento delle attività commerciali e delle licenze di fabbricazione.
Il gruppo cinese non comparirà però in maniera ufficiale fra gli acquirenti della Hummer, che sono l’imprenditore Suolanh Duoji (il quale si è accaparrato l’80 per cento della quota capitale della Hummer) e la Lumena, una azienda che produce Thenardite (un minerale utilizzato per l’estrazione dei sali di sodio e nell’industria vetraria), alla quale andrà il 20 per cento.
I termini economici dell’accordo devono ancora essere chiariti: in questo senso, si attende l’approvazione del governo cinese e di quello degli USA.
Sarà ancora prodotto negli USA
Diverso, invece, è il caso degli accordi logistici: l’H3 e l’H3T (i modelli baby della “famiglia”, mossi dal 5 cilindri a benzina di 3,7 litri e dal poderoso V8 di 5300 cc) continueranno ad essere prodotti nello stabilimento di Shrevenport, in Louisiana. La produzione dovrebbe proseguire anche per l’H2, il SUT (Sport Utility Truck) della gamma, nato per essere equipaggiato con il V8 da 6 e 6,2 litri.
I tempi prevedono che l’allestimento del mastodontico fuoristrada venga mantenuto negli stabilimenti statunitensi almeno fino alla metà del 2011, con la possibilità di rinnovarne l’accordo di un altro anno. In questo modo, verrebbe garantita l’occupazione per i 3 mila dipendenti – compresa la dirigenza, guidata dall’Amministratore Delegato James Taylor.
Il mercato vuole così
La cessione della proprietà della Hummer è un nuovo capitolo della ricerca di nuovi mercati operata da alcuni marchi nord americani, per i quali il futuro delle “famiglie” di veicoli ultraperformanti è stato in parte azzoppato dalle recenti disposizioni governative sulla corsa al risparmio energetico decise dal Presidente Barack Obama come uno dei primi atti del suo incarico, e rinforzate dagli ecoincentivi che per la prima volta sono comparsi sul taccuino delle priorità economiche degli Stati Uniti e che hanno riscosso un successo tale da aver esaurito in poche settimane i fondi stanziati da Washington.
D’altro canto, la filosofia automobilistica più attuale oltreoceano è sempre più simile al modo europeo di rapportarsi con i veicoli a quattro ruote: vetture più agili e dai consumi “al passo coi tempi”.
A questo bisogna aggiungere, come altra conseguenza della crisi dei mercati e il calo dei consumi, il timore espresso nei mesi scorsi, alla vigilia della presentazione del Chapter 11 da parte della General Motors, che il marchio Hummer potesse estinguersi. Ed è tutto dimostrato dal tracollo delle vendite accusato dal brand: le vendite dei grossi fuoristrada ormai sono crollate, passando dalle 14 mila unità vendute nella prima metà del 2008 alle 5 mila dello stesso periodo di quest’anno. Cifre ben lontane, perciò, dai 76 mila esemplari venduti nel 2006.
Cina: la nuova frontiera del capitalismo
Detto questo, non ci sembra casuale che il marchio Hummer sia stato acquisito da un’azienda cinese. Simbolo del capitalismo nord americano per oltre un decennio, l’Hummer rivela l’immagine di un capitalismo sfrenato che, negli ultimi anni, si è spostata in maniera decisa verso i mercati dell’oriente dove i nuovi ricchi (gli stessi che nella prima metà di quest’anno hanno contribuito a rendere la Buick il brand General Motors più venduto in Cina) non passano le proprie giornate a preoccuparsi dell’ambiente.