A gennaio FIAT registra un -50% rispetto alla media dell’ultimo trimestre 2009. In sensibile calo anche i costruttori esteri, l’allarme è concreto
A gennaio FIAT registra un -50% rispetto alla media dell’ultimo trimestre 2009. In sensibile calo anche i costruttori esteri, l’allarme è concreto
Il momento peggiore della crisi economica, anche nel settore auto, sembrava ormai alle spalle. Almeno così hanno lasciato intendere i protagonisti della scena, con dichiarazioni nemmeno troppo velatamente ottimistiche. In realtà non è così, come attestano i dati relativi agli ordini conclusi nel mese di gennaio. I costruttori non navigano in buone acque, si fa sentire il termine deciso dal governo per la concessione degli incentivi sulla rottamazione.
Gli effetti di questa decisione sono sotto gli occhi di tutti, in maniera inequivocabile. Il solo gruppo FIAT, nelle prime quattro settimane del 2010, ha registrato un volume d’affari inferiore del 50% rispetto alla media dell’ultimo trimestre 2009. Hanno ricevuto immatricolazione 66.000 nuove vetture, una quota sensibilmente più alta rispetto alle 51.000 del gennaio 2009, il mese più nero di tutta questa faticosa contingenza. Tuttavia questo +30.4 % non deve illudere, riguarda il numero di ordini inevasi, ovvero trasmessi entro il 31 dicembre 2009.[!BANNER]
Il fenomeno contradditorio non riguarda solo il brand torinese, ma in generale tutto il mercato italiano. Ci troviamo sì a commentare una differenza positiva sulle immatricolazioni – l’ incremento complessivo si attesta al 30.2% – ma le nuove contrattazioni latitano. A sottolineare l’allarme provvedono le varie rappresentative di categoria, come l’Associazione Nazionale Fra Industrie Automobilistiche. il presidente Eugenio Razelli precisa: “Quando il portafoglio di inevasi verra’ smaltito, senza un’uscita graduale dalla fase degli incentivi ci si puo’ attendere un crollo del mercato. Il trend è al momento preoccupante, in calo del 10% a confronto con un gennaio 2009 dagli ordini gia’ bassissimi”.
Le proiezioni rese note da Unrae, sodalizio che tutela gli interessi dei marchi esteri, rendono ancor meglio l’idea della situazione. Andando avanti di questo passo, il 2010 accoglierà sulle strade 1.6 milioni di nuovi veicoli, il 25% in meno rispetto a quelli introdotti nell’anno appena concluso. A preoccuparsi di questi numeri è l’intera scena, costruttori stranieri compresi. Gianni Filipponi, direttore generale di Unrae, punta il dito contro la strategia seguita dalle autorità riguardo agli aiuti statali: “Come tutti i mercati, anche quello dell’automobile ha estremo bisogno di certezze e il rinvio da parte delle Istituzioni di decisioni in merito di certo non giova a chi vive di questo lavoro”. Se si decide di uscire da una fase di sostegno, si chiede quantomeno una procedura graduale.
In direzione degli incentivi, nel frattempo, muove anche l’ambiente. Sempre dall’Unione dei rappresentanti arriva un riscontro interessante per le medie ponderate che attestano la diffusione di anidride carbonica nell’aria. I veicoli immatricolati lo scorso gennaio hanno abbassato il tetto delle emissioni a 132,4 g/Km, con un decremento di 11 punti rispetto a 143,4 g/Km del gennaio 2009. Un segnale da non sottovalutare, valido quanto le rimostranze degli industriali e i dubbi che inducono i potenziali clienti a rinviare ogni decisione.