Il richiamo senza precedenti di 8 milioni di Toyota spazza via il mito della qualità totale del produttore giapponese: esistono auto senza difetti?
Il richiamo senza precedenti di 8 milioni di Toyota spazza via il mito della qualità totale del produttore giapponese: esistono auto senza difetti?
Toyota aveva conquistato, dopo una lunga rincorsa, il primato della produzione mondiale di automobili, scavalcando gli allora colossi americani GM e Ford oltre al gruppo VW.
Si era soprattutto imposta, aldilà dei numeri, come il simbolo stesso della qualità, primeggiando nelle statistiche di minor difettosità di tutti gli organismi di controllo e nell’apprezzamento dei consumatori.
E invece il maxi richiamo più incredibile della storia dell’automobile ha colpito (e affondato) proprio il mito della qualità totale. Un banalissimo, incredibile difetto, non di qualche imprevedibile particolare elettronico, ma di un ordinario manufatto di servizio, come lo snodo di comando del pedale dell’acceleratore ha spazzato in un colpo un’immagine faticosamente costruita.
Come succede sempre in queste circostanze per l’inesorabile legge di Murphy, ecco che immediatamente dopo è scoppiato anche il caso dei freni della iperecotecnologica Prius (270.000 richiami!), icona di una produzione rispettosa dell’ambiente e idolo di tutti gli ecologisti del pianeta.
Un disastro che ha bruciato in solo giorno oltre il 3,5% del valore del gruppo in borsa, che ha visto Toyota additata al pubblico ludibrio del segretario USA ai trasporti, con “raccomandazione a non usare la vostra Toyota”, che l’ha fatta oggetto di un’inchiesta dell’agenzia federale per la sicurezza stradale americana, e che la espone a una storica, devastante class action insieme adun immediato aggravio di costi stimato in 1,4 miliardi di euro.
E non consola apprendere che anche Nissan richiama 480.000 Qashqai per un difetto, potenzialmente grave, allo sterzo. La strage dei richiami non ha peraltro risparmiato nessuno, neppure la più nobile stirpe tedesca rappresentata da Mercedes, BMW, Audi, VW, seguita a ruota non solo da marchi generalisti come Fiat, Ford, GM, Peugeot e Renault, ma anche da Volvo e Jaguar.
Insomma se non si salva nessuno esistono auto senza difetti? La risposta è no! Non possono esistere perché nonostante i passi da gigante che l’elettronica e la tecnologia hanno fatto nella sicurezza, costruttiva e dinamica, delle auto, proprio la grande complessità ha moltiplicato le possibili, imprevedibili bucce di banana sulle quali anche la qualità totale scivola.[!BANNER]
Questo non vuol dire che le auto siano tutte uguali sotto l’aspetto qualitativo, ma che nella media qualitativa dei costruttori dei paesi avanzati (Europa, America e Giappone) lo scarto tra il massimo e il minimo è davvero contenuto.
Vuol dire ad esempio che tra Bravo, Golf, 308, Focus, Astra e Civic c’è una differenza di difettosità non rilevante, anzi davvero modesta, tra la migliore e la peggiore. Della categoria. Lo shock del richiamo Toyota ha almeno il pregio di aver fatto giustizia su una serie di luoghi comuni, in positivo e in negativo, duri a morire, della serie “la qualità è tedesca” poi soppiantata da “la qualità è giapponese”, affermazioni sempre comunque sostenute dal terzo assioma “italiane e francesi totalmente inaffidabili”.
Adesso è oggettivamente e clamorosamente chiaro che così non è e che non basta essere possessori di una Toyota, Mercedes, Audi, BMW, VW o Nissan per essere al riparo dai guai.