Il secondo mese del 2018 si conclude con una crescita (UE ed EFTA) del 4%. In totale, i primi due mesi dell’anno fanno segnare un aumento del 5,5%. In calo le vendite in Italia. Segno “meno” anche per FCA.
Dopo avere archiviato il 2017 come l’anno del ritorno alle cifre pre-crisi (secondo i dati ACEA diffusi ad inizio del mese scorso che mettevano in evidenza una crescita del 3,4% nel totale delle immatricolazioni), in queste ore il comparto automotive conosce un nuovo “segno più”. Ad indicarlo, ancora una volta, è ACEA: nel dettaglio, il monte-vendite nei mercati europei a febbraio 2018 ha fatto segnare un +4% in rapporto allo stesso mese del 2017, con una cifra che raggiunge quota 1,16 milioni di nuove immatricolazioni, fra Paesi UE ed EFTA, ovvero Svizzera, Norvegia e Islanda (febbraio 2017, a titolo di paragone, aveva fatto segnare un totale di 1,11 milioni di vendite).
In totale, nei primi due mesi del 2018 il volume di vendite per il comparto autovetture ammonta a 2.445.109 unità, il che equivale ad un +5% sullo stesso periodo gennaio-febbraio 2017.
Quasi tutti i principali mercati UE hanno messo a segno volumi di crescita nelle nuove immatricolazioni: in particolare, il comparto ha registrato, in Germania, un aumento del 7,8% su febbraio 2017 (a gennaio si era registrato +11,6% rispetto a dodici mesi prima); in Spagna, indica Centro Studi Promotor, la crescita è stata del 13% (aumento a doppia cifra, che fa il paio con il +20,3% di gennaio); in Francia, dopo il +2,5% di gennaio, il mese si è concluso con un +4,3%. In controtendenza, sempre sulla scorta dei dati ACEA, le registrazioni di Regno Unito (-2,8%: undicesimo mese consecutivo in tal senso) e Italia, con -1,4% a febbraio, una diminuzione dal +3,4% che il Centro Studi Promotor, in una nota diffusa in queste ore, imputa anche all’incertezza politica della fase pre-elettorale, “Periodo particolarmente difficile e dalle grandi incognite sulla governabilità del Paese”. In ogni caso, osserva il presidente CSP Gian Primo Quagliano, le previsioni di immatricolazione in Italia nel 2018 si attestano su un volume nell’ordine di 2.050.000 autovetture; cifra destinata ad ulteriore crescita (2.200.000) nel 2019: un quantitativo “fisiologico” in una Nazione nella quale la domanda si alimenta da necessità di sostituzione periodica del parco auto circolante che attualmente si attesta su 38 milioni di vetture.
Che i dati di febbraio 2018 siano stati, nel complesso, particolarmente favorevoli a livello europeo, lo rimarca anche ANFIA, il cui presidente Aurelio Nervo (riporta un “lancio” Ansa in queste ore) indica, per il consuntivo in Italia, “L’effetto-attesa creato dal clima pre-elettorale”. “Nei mercati principali prosegue, in ogni caso, il calo nelle vendite di autovetture a gasolio a favore di modelli a benzina; in Italia, più in generale, si assiste ad una contrazione del mercato ad alimentazione ‘tradizionale’ a vantaggio dei sistemi di propulsione ‘alternativi’ – prosegue ANFIA -, cresciute dell’8,6% con una quota di mercato che si attesta all’11,8%”. Notevole, in Italia, l’incremento delle immatricolazioni di auto ibride plug-in (235 unità, pari ad una crescita del 71,5%) ed elettriche (+109,4%, che corrispondono a 245 vetture di nuova immatricolazione).
L’analisi dei big player di comparto vede, a febbraio 2018, “in testa” il Gruppo VAG-Volkswagen Audi, in crescita del 9% soprattutto in virtù dell’aumento a due cifre messo a segno da Seat e Skoda; tendenza in positivo anche per il Gruppo Renault (notevole il “trend” Dacia) e per PSA Groupe (in virtù dei risultati conseguiti da Peugeot e Citroen); Ford conclude febbraio con un +8,6%.
Per FCA-Fiat Chrysler Automobiles, il computo delle vendite a febbraio 2018 nei 28 Paesi UE e nei mercati EFTA rivelano un -4,4% da febbraio 2017 (84.345 le nuove immatricolazioni FCA), con una diminuzione della quota di mercato dal 7,9% al 7,3%. La tendenza “in negativo” per FCA riguarda anche il primo bimestre 2018: -1,5% sullo stesso periodo dello scorso anno. A trainare le vendite per l’”asse Torino-detroit” ci sono Jeep (+50,2%) ed Alfa Romeo (+17,1%); a loro, fanno da contraltare il -8,8% Fiat e il -42,2% Lancia-Chrysler.