Nel Capital Markets Day di Maranello, l’AD Louis Camilleri traccia le linee-guida Ferrari a medio termine: 15 nuovi modelli, il 60% di gamma ibrida già nel 2021 e “Purosangue”, lo Sport Utility atteso per fine 2022.
Raddoppiare i ricavi, definire in maniera concreta il futuro di propulsione attraverso la messa in cantiere di un’ampia gamma di sistemi ad alimentazione ibrida; e ancora: aumentare i guadagni e i margini degli utili, anche attraverso un ritocco verso l’alto ai prezzi e ad ancora più precisi riposizionamenti di segmento. Ecco, in estrema sintesi, i progetti Ferrari al 2022 illustrati nelle scorse ore dal presidente John Elkann e dal neo-amministratore delegato Louis Camilleri al Capital Markets Day di Maranello: una giornata nella quale, oltre alle cifre, sono state presentate alcune ghiotte novità.
Si tratta, nel dettaglio, delle specialissime roadster Ferrari Monza SP1 e Monza SP2 (qui un nostro approfondimento) e una prima indicazione per il futuro SUV del Cavallino (ma, come vedremo, Camilleri non gradisce la definizione “SUV”), che assumerà il nome di “Purosangue” ed arriverà a fine 2022. Contestualmente, il marchio darà ampio spazio all’alimentazione ibrida. Ma andiamo con ordine, iniziando con i numeri finanziari stimati dai vertici di Maranello relativi al periodo 2019-2022.
In quest’ottica a medio termine, Ferrari comunica una stima di ebitda (margine operativo lordo, ovvero il reddito aziendale da gestione operativa non tenuto conto di interessi, imposte ed ammortamenti) fra 1,8 miliardi e 2 miliardi di euro, un fatturato nell’ordine di 5 miliardi e un margine al 38%, crescita fino al 30% dei dividendi ed un buy back (ovvero la possibilità dell’azienda di investire su se stessa riacquistando le proprie azioni in modo da garantire adeguata remunerazione agli stake holders) da 1,5 miliardi in quattro anni. In proiezione 2018, viene indicato un monte-investimenti in crescita (da 550 a circa 650 milioni), una diminuzione (da 400 a 350 milioni) del debito industriale netto, un ebitda uguale o superuore a 1,1 miliardi, e 9.000 consegne.
Sul fronte produzione, Louis Camilleri annuncia che “Entro il 2020, circa il 60% delle nostre consegne riguarderà motorizzazioni ibride”: ciò aiuta alla formulazione dell’ipotesi che, entro tre anni al massimo, l’intera gamma attuale Ferrari conterà su nuove varianti elettrificate, e che tale incidenza è destinata ad aumentare dopo il 2022. In più, viene comunicata l’introduzione di un nuovo motore a 6 cilindri dal quale deriverà una lineup di varianti specifiche, da affiancare alle attuali proposte V8 e V12. Niente modelli elettrici: al momento, i programmi relativi ad un eventuale sviluppo di sistemi powertrain “zero emission” vanno accantonati.
Riguardo al “riposizionamento di segmento” accennato in apertura, Ferrari ha in programma, entro i prossimi quattro anni, il “lancio” di quindici nuovi modelli, i quali si differenzieranno gli uni dagli altri (indicazione “di massima”: più avanti arriveranno dettagli maggiormente precisi) in quattro “nicchie” di appartenenza: vetture sportive, modelli Gran Turismo, serie speciali e “Icona” (a quest’ultimo appartengono Ferrari Monza SP1 e Monza SP2 anticipate al Capital Markets Day).
2022: arriva Purosangue, ma non chiamiamolo “SUV”
Come accennato, il Capital Markets Day 2018 ha costituito l’occasione per presentare una delle ghiotte novità nei programmi Ferrari a medio termine: il primo “Sport Utility” di Maranello, che si chiamerà “Purosangue” e che molti analisti indicano come cruciale per gli sviluppi industriali del “Cavallino”, chiamato – come del resto altri big player del comparto automotive – a nuove sfide di segmento. Tuttavia, per distanziarsi dall’immaginario collettivo, Louis Camilleri tiene a puntualizzare un assunto sul quale non ammette repliche: “Non voglio che ‘Purosangue’ venga definito ‘SUV’: aborro questo termine, non deve essere affiancato a ‘Ferrari’. Nessuno, che utilizzi questa parola con meno fastidio ma in un senso generalmente accettato, si senta offeso: è soltanto che ciò non si sposa bene con il nostro marchio e con quello che esso rappresenta”.
Per dire: un “SUV… non SUV”: che, in realtà, la presa di posizione da parte del neo-amministratore delegato non sia un “coup de théatre” per suscitare curiosità intorno al futuro modello Ferrari in termini di stile, di tecnologia e possibilità di impiego ed allontanare Maranello dal vasto “club” delle Case costruttrici di altissima gamma che possiedono nelle rispettive lineup, così come nei progetti in fase di realizzazione, vetture che vengono indicate, appunto, come “Sport Utility”?
Una prima parziale ammissione “fra le righe” arriva dallo stesso Camilleri, il quale ha specificato che “Per questo, il futuro veicolo di nostra produzione sarà unico in così tante sfaccettature da distinguersi nettamente rispetto ai ‘tradizionali’ SUV”. “Abbiamo raggiunto consapevolezza che è essenziale raggiungere la perfezione”, afferma Camilleri a proposito dei tempi – invero piuttosto lunghi – di sviluppo relativi: “Per questo abbiamo scelto di prenderci un po’ più di tempo: dovrà essere una vettura straordinaria, che porti in dote caratteristiche mai viste prima”.
D’altro canto, l’idea relativa allo sviluppo di un modello “a ruote alte” (se proprio, in ossequio alle indicazioni dell’AD, non sia consigliabile definire il futuro Purosangue come “Sport Utility”) era nel carnet degli appunti già nel periodo di presidenza Marchionne; nel frattempo, una diretta concorrente (Lamborghini) ha sfornato Urus: giocoforza, è lecito attendersi da “Purosangue” una serie di atout personalissimi. Dettagli di design ed informazioni tecniche sono ovviamente di là da venire: non resta che attendere quattro anni o giù di lì.