Fca: primo trimestre in negativo, ma fiducia per i prossimi mesi

Francesco Giorgi
06 Maggio 2019
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Segnali di debolezza dai conti Fiat-Chrysler Automobiles relativi ai primi tre mesi 2019. Manley conferma gli obiettivi. Tutti i dettagli.

Primo trimestre in calo, tuttavia previsioni confermate per i prossimi mesi. È lo specchio del consuntivo Fca per i primi tre mesi di quest’anno, che vedono l’”asse Torino-Detroit” in una situazione analoga a quella di altri big player del comparto automotive, costretti a far fronte ad aumenti nei costi di produzione, alla diminuzione delle vendite nel mercato-chiave cinese e da una ripresa, in Europa, che sembra lontana dal tornare ai livelli di alcuni mesi fa. Tanto che, dal punto di vista finanziario, il periodo 1 gennaio-31 marzo 2019 fa segnare, per Fiat-Chrysler Automobiles, un -5% nel fatturato, una diminuzione nei ricavi netti (24,481 miliardi di euro, laddove nei primi tre mesi del 2018 ci si attestava ad oltre 25,7 miliardi), nell’ebitd adjusted (-29%) ed un -1,6% di margine (4,4%). Diminuito anche l’utile netto (ora a 619 milioni di euro, Magneti Marelli – recentemente ceduta a Calsonic Kansei – compresa), ed in calo anche l’utile netto adjusted, attualmente attestato su quota 570 milioni di euro. Nel complesso, le consegne Fca per i primi tre mesi di quest’anno sono state 1.037.000, vale a dire il 14% in meno, soprattutto, tiene a precisare la nota a margine dell’indicazione dei risultati dei primi tre mesi, “Per la sovrapposizione della produzione di Jeep Wrangler, avviata nei primi mesi del 2018, e della pianificazione nel riallineamento delle strategie commerciali per l’Europa”.

Area per area, le performance Fca

Spulciando una per una le regioni geografiche in cui Fca è presente, emerge il calo del 14% nelle consegne registrato in nord America nel primo trimestre 2019 (556.000 le unità consegnate: 90.000 in meno rispetto al primo trimestre 2018): una flessione dovuta, principalmente, “A causa dei minori volumi di Jeep, per via della sovrapposizione, nello stesso periodo dello scorso anno, della produzione di Jeep Wrangler (ovvero l’avvicendamento fra la precedente generazione e quella di recente debutto sul mercato, n.d.r.), oltre ai minori volumi registrati da Chrysler e Dodge, in parte compensati dai maggiori volumi messi a segno da Ram”, indica l’analisi dei dati Fca diffusa nelle scorse ore, che peraltro conferma come, oltreoceano, i veicoli che appartengono al segmento pickup (Ram, appunto) restano fra i preferiti. Restando in nord America, i ricavi netti sono nell’ordine di 16,057 miliardi di euro (-356 milioni di euro); segno negativo anche per l’ebitd adjusted (1,044 miliardi di euro, vale a dire -172 milioni dai primi tre mesi 2018) e per il margine ebitd, che si attesta sul 6,5% (il calo, in questo caso, è di 90 punti base): la causa, qui, viene addebitata dall’analisi Fca al calo delle consegne stesse, per quanto compensato in parte da un positivo effetto prezzi e dai minori costi di pubblicità e di lancio (non una buona notizia, comunque).

Nell’area EMEA, Fca ha registrato, nel primo trimestre di quest’anno, un calo del 12% tanto a livello di consegne complessive (317.000 unità) quanto consolidate (a quota 302.000), “Principalmente per effetto della programmata ottimizzazione del mix dei canali di vendita parzialmente compensata dall’aumento dei volumi di Jeep”. Nei mercati Europa, medio oriente ed Africa, i ricavi Fca del primo trimestre 2019, attestandosi a quota 5,07 miliardi di euro, hanno messo in evidenza un calo del 10% complessivo, altrettanto negativo, a causa “Dell’effetto prezzi e dell’aumento dei costi industriali i che riflettono gli effetti negativi dei cambi di conversione e l’aumento degli oneri regolatori”, l’ebitd adjusted, diminuito per 19 milioni di euro.

A causa della debolezza del mercato in Argentina, infine, Fca ha fatto registrare un certo calo anche nei Paesi dell’America latina: l’area LATAM, in cui i “brand” che fanno capo a Fiat-Chrysler giocano da lungo tempo ruoli di primo piano, hanno nel complesso visto le consegne del primo trimestre in calo del 9% (120.000 unità registrate); la situazione viene peraltro compensata dall’aumento delle vendite in Brasile, che cifre alla mano si concretizza in un aumento della quota di mercato al 18,6%. I ricavi sono peraltro sostanzialmente stabili, e l’ebitd adjusted risulta aumentato del 42%.

Maserati: segni di sofferenza ma si guarda al secondo semestre

Chi, al momento, manifesta chiari segni di sofferenza nell’orbita Fca è Maserati: da tempo il marchio del Tridente non propone modelli completamente nuovi. Nel periodo 1 gennaio-31 marzo 2019, Maserati ha venduto complessivamente 5.500 unità (una decisa diminuzione dalle 9.400 registrate nel 2018), andando così a perdere il 38% in termini di ricavi netti (471 milioni di euro), il 2,3% di margine e di ebitd adjusted.

Le strategie nell’immediato

Principali imputati del calo fatto registrare dall’ebitd adjusted e dal margine nel primo trimestre per Fca in rapporto all’esercizio precedente sono, secondo la nota Fiat-Chrysler Automobiles, l’accennata concomitanza di produzione fra la “vecchia” serie di Jeep Wrangler e quella nuova, e nella “Transizione verso una nuova strategia commerciale attuata nei mercati EMEA”. I minori volumi registrati globalmente hanno trovato compensazione dalla costante crescita Ram, da un generale miglioramento dei prezzi netti (in special modo in nord America) e da “Un migliore ‘mix’ di prodotti e canali di vendita in diversi mercati”. Da segnalare, inoltre, il rinnovo del contratto di lavoro in Italia, l’annuncio del prolungamento della joint venture con Psa per la produzione dei veicoli commerciali ed MPV presso le linee di montaggio Sevel di Castel di Sangro, in base alla quale è stato unilateralmente deciso l’aumento della capacità produttiva, in modo da “Favorire la crescita futura nel segmento ad alto margine dei veicoli commerciali leggeri in Europa”. Mentre si annunciano, nell’ordine, una più aggressiva campagna di marketing ed una più capillare distribuzione Maserati, nonché la prosecuzione del riposizionamento strategico della joint venture in Cina, “Prosegue il lancio del nuovo Ram heavy-duty e del pickup Jeep Gladiator, modelli che stanno ricevendo risposte entusiastiche dal mercato: contribuiranno entrambi alla crescita di margini e volumi in nord America, soprattutto nel secondo semestre 2019”. Grande attesa, riguardo ai programmi di riposizionamento sul mercato in chiave elettrificata, per le novità Jeep ad alimentazione ibrida plug-in, presentate al recente Salone di Ginevra e la cui commercializzazione nei Paesi EMEA è fissata per l’inizio del 2020; e riflettori puntati sul compact-SUV Alfa Romeo.

Manley: concreta risposta dai mercati

Nonostante le cifre non certo rosee, i prossimi mesi per Fca potrebbero confermare le aspettative dei vertici della holding italoamericana, come afferma l’amministratore delegato Mike Manley: “Il mercato – puntualizza il numero uno di Fca nella nota di dettaglio delle cifre riguardanti il primo trimestre – sta rispondendo con entusiasmo al lancio dei nostri nuovi prodotti, mentre ci troviamo nella fase di attuazione di tutte le iniziative necessarie al rafforzamento delle business areas che mostrano le performance più deboli”. “Sulla base di questi elementi, e con in risultati dei primi tre mesi in linea con le nostre attese, siamo fiduciosi sui nostri target per il 2019”. L’indicazione di Mike Manley è stata peraltro confermata, lo scorso weekend, durante la conference call indetta in ordine all’esposizione dei risultati. Nello specifico, riguardo ai mercati del nord America Manley annuncia che il Gruppo manterrà l’impegno necessario a consolidare i risultati finora ottenuti; e, relativamente all’area EMEA, vengono assicurati risultati migliori rispetto al primo trimestre.

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