Milano: da gennaio 2019 stop ai diesel Euro 3
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Le prime in Europa a promettere “guerra ai diesel” sono state Londra, Parigi ed Amburgo. Per non parlare dei progetti “anti auto” (a combustione interna in favore di una futura circolazione urbana senza auto, oppure dedicata esclusivamente a vetture a benzina delle più recenti tout court o elettrificate) ad Oslo e Amsterdam, dei quali molto si è discusso nel recente passato. Adesso, di blocchi alla circolazione delle auto diesel, sempre più nel mirino delle amministrazioni centrali e locali, se ne occupa anche Milano, con una notizia di questi giorni che potrebbe far saltare sulla sedia più di un possessore di un autoveicolo alimentato a gasolio.
Intervenuto ad un incontro pubblico, il sindaco del capoluogo lombardo, Beppe Sala, ha annunciato il “via” alla fase operativa di prossima entrata in vigore della “LEZ”, sigla che sta per “Low Emission Zone” pronta a scattare a gennaio 2019.
In concreto, il provvedimento – da attuarsi in due “step” a distanza di alcuni mesi l’uno dall’altro – consisterebbe, in un primo momento, al divieto di circolazione, nell’area urbana di Milano (non soltanto, dunque, nella attuale Area C delle zone centrali) ai veicoli diesel Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3, i cui ingressi (e conseguenti divieti) saranno monitorati da telecamere; successivamente (ottobre 2019) lo stop ai diesel riguarderà anche gli Euro 4. Per il momento, dunque, restano “salvi” i diesel Euro 5, ma…la loro sorte è già determinata: il divieto di circolazione nell’area urbana del capoluogo avverrà dal 2024.
Il nuovo volto di Milano quale città “No diesel” verrà aiutato, in tal senso, dall’installazione di 180 varchi: un quantitativo che, tuttavia, non sarebbe pronto in tempo per il prossimo gennaio con l’entrata in vigore della prima fase di “LEZ”. Nelle prime settimane dell’anno prossimo, le telecamere di controllo non dovrebbero essere più di 12, con la polizia locale e i segnali stradali a controllare gli altri ingressi ed a fungere da deterrente.
Non mancano i primi malumori: come riporta TGCom24, l’assessore regionale Raffaele Cattaneo indica che il programma di progressiva messa al bando dei veicoli a gasolio da Milano dovrebbe tenere conto di una serie di fattori: questioni legate al commercio ed alla viabilità, ma anche al fatto che i problemi di inquinamento per Milano vengono provocati anche da altre “fonti”: riscaldamento domestico e rifiuti zootecnici, fra gli altri. Occorrerebbe concordare un programma congiunto con la Regione, per decidere eventuali incentivi atti ad aiutare il ricambio del parco veicoli circolante.
A far arricciare il naso nei confronti di un provvedimento che, seppure “europeista”, rischia di suscitare diffusi malumori nonostante abbia carattere “progressivo”, c’è anche l’ampio parterre di appassionati, possessori e – più in generale – addetti ai lavori che gravitano intorno al mondo delle auto storiche: un mondo di passione, certo; ma anche di affari, dal momento che (evidenzia in una news l’edozione online del quotidiano Il Giornale) nella sola Lombardia sono più di 11.300 le realtà specializzate nel restauro, nella manutenzione, nella vendita e nell’organizzazione di manifestazioni rivolte alle auto e moto d’epoca. Club, associazioni, ricambisti, restauratori, meccanici ed elettrauto, carrozzieri, battilama, ebanisti che svolgono la propria attività essenzialmente verso i veicoli “vintage”, per un totale di posti di lavoro di circa 70.000 unità, compreso l’indotto. A questo proposito, indica Il Giornale, il presidente ASI-Automotoclub Storico Italiano Roberto Speziali, l’omologo di ACI Angelo Sticchi Damiani, il presidente del Club milanese Autoveicoli d’epoca Marco Galassi e i rispettivi vertici del Registro Storico Fiat (Edoardo Magnone) ed Alfa Romeo (Roberto Giolito) hanno inoltrato al sindaco Sala una richiesta di deroga alla circolazione delle auto storiche una volta che la “Low Emission Zone”, con le relative telecamere di sorveglianza degli accessi, entrerà in funzione: “Occorre distinguere il parco di veicoli obsoleti e inquinanti dal patrimonio culturale rappresentato dai veicoli di interesse storico, tutelati anche dalle norme e dalla volontà istituzionale europea e nazionale”, è la motivazione indicata. Del resto, i veicoli storici che rappresentano un concreto valore aggiunto culturale sono, in altre città UE nelle quali vige la LEZ, in possesso di deroghe. Perché ciò possa avvenire anche da noi, occorre pensarci in tempo.
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