Mini Cooper D: icona rinnovata
Aggiornata al Model Year 2011, la gamma Mini si conferma un’icona dello stile automobilistico europeo. Abbiamo provato la nuova Mini Cooper D.
Alla Mini non perdono mai l’occasione per far festa. Nel 2011, tanto per cominciare, la compatta anglo-tedesca compirà 10 anni. Risale al 2001, infatti, il rilancio in grande stile attuato dal Gruppo Bmw per una vettura assurta immediatamente a status symbol interpretando nello stesso tempo il ruolo di vettura più trendy nel panorama automobilistico.
Sicuramente, dato l’evento, escogiteranno qualcosa di speciale per spegnere le candeline. Nel frattempo, però, il marchio è stato impegnato in uno speciale giro d’Italia per presentare le ultime novità di una famiglia davvero allargata. Mini, oggi, si presenta con un’ampia gamma, che parte dalla classica “Hatch” per passare alla Cabriolet, alla station Clubman fino al SUV compatto Countryman. Per il futuro – nel 2012 – sono previste anche due sportive “pure” a due posti secchi, una coupé e una roadster, che andranno a formare quello che già definiscono il “MINI six pack”.
Ma le novità più importanti di questo fine 2010 sono rappresentate dai nuovi motori diesel “made in BMW” – che sostituiscono quelli finora forniti dal Gruppo PSA – e dal restyling esterno-interno che ha coinvolto l’intera gamma, a parte la Countryman che è un prodotto del tutto inedito.
Il design dei nuovi modelli si manifesta in alcuni dettagli estetici e nelle nuove varianti di cerchi, vernici esterne e optional, che sottolineano sia l’eleganza sia il carattere “premium” della MINI. La nuova geometria dei paraurti anteriori soddisfa le crescenti esigenze di protezione dei pedoni. Tutti i modelli sono dotati di serie di diodi LED per le luci di retromarcia, le luci dei freni e le luci dinamiche dei freni (interessante novità anche sul piano della sicurezza: a seconda della pressione che si esercita sul pedale del freno le luci stop sono più o meno intense).
All’interno dell’abitacolo, ci sono i nuovi comandi dell’impianto audio e di climatizzazione ed è stato ampiamente rinnovato il programma dei rivestimenti dei sedili, delle modanature e delle Colour Line.
Per aumentare comfort, sicurezza e appeal tutti i modelli possono essere equipaggiati con dotazioni innovative. In combinazione con i fari allo xeno (optional) sono disponibili i riflettori neri e l’Adaptive Light Control. Inoltre, sia per i retrovisori esterni sia per lo specchietto retrovisore interno è disponibile il sistema automatico autoanabbagliante. L’illuminazione Switch Control, disponibile a richiesta, è composta da tre diodi luminosi che coprono una ampio spettro cromatico.
La tecnologia ha poi decisamente invaso l’abitacolo grazie a Mini Connected, sistema compreso nella radio Visual Boost (dotata di lettore CD-MP3 e connettore Aux-In) e nel navigatore: oltre al dispositivo Bluetooth (con interfaccia USB) con Mini Connected e l’ausilio di un iPhone si ha a disposizione la web radio, l’accesso ai servizi di ricerca locali e il Send to Car di Google, come anche la ricezione di RSS newsfeed. In più, l’applicazione crea le premesse per visualizzare sul monitor di bordo anche le pagine di Facebook e di Twitter e per trasmettere dei messaggi di testo standardizzati.
Venendo più al sodo e alle novità più concrete, ecco i motori diesel progettati in Bmw. Sono due, entrambi di 1.598 cc di cilindrarta e a 4 cilindri. Il primo equipaggia la MINI One D da 66 kW/90 CV, il secondo la MINI Cooper D da 82 kW/112 CV, vettura protagonista del test drive. I nuovi propulsori si distinguono per una maggiore elasticità, un’efficienza ottimizzata e una rotondità di funzionamento perfezionata. Inoltre, possono vantare un consumo medio di 3,8 litri per 100 chilometri ed emissioni di CO2 di 99 grammi/chilometro nel ciclo misto secondo la normativa Euro 5.
La familiarità con gli altri motori diesel firmati Bmw è lo stesso rapporto tra alesaggio e corsa dei propulsori da 2,0 litri utilizzati sulle vetture di Monaco. In più, i motori anteriori montati trasversalmente sono equipaggiati con una testata cilindri sviluppata appositamente e ottimizzata per l’utilizzo nella Mini. Sono dotati del sistema d’iniezione diretta Common-Rail e di un turbocompressore con geometria variabile della turbina che assicura un’erogazione di potenza lineare in tutti i campi di regime, anche se presenta dei picchi ai regimi ottimali di coppia. Il valore massimo di quest’ultima è pari a 270 Nm disponibili tra i 1.750 e i 2.250 g/min: tradotto in linguaggio… da strada vuol dire partenze scattanti (0-100 km/h in 9,7 secondi) e notevole brillantezza nel misto, oltre ad una velocità di punta che sfiora i 200 km/h.
Le dimensioni compatte della vettura ne farebbero una perfetta cittadina, ma questa versione è decisamente troppo sportiva per sorbirsi le strade malandate delle nostre metropoli. Al di là della posizione di guida praticamente ideale – notevoli le possibilità di regolazione del sedile e del volante, quasi verticale per il piacere dei “pistaioli” – il comfort non è certo da limousine. Ruote grandi e larghe, sterzo sensibile e non dei più morbidi, sospensioni rigide prediligono di gran lunga un utilizzo su strade secondarie, tortuose e possibilmente con pochi rettilinei. È su questi terreni che la Mini Cooper D dà il meglio di sé con, dalla sua, anche i consumi ridotti. In città si sente parecchio l’impostazione sportiva e l’utilizzo prolungato può stancare.[!BANNER]
Il cambio a 6 marce è ben rapportato, ma ha bisogno di una mano decisa – e precisa – per le manovre. Ben studiata la pedaliera, all’altezza del carattere racing della vettura: pedali dalle giuste dimensioni, acceleratore ancorato al pavimento che con la corretta distanza dal freno favorisce il “punta-tacco” vecchia maniera, non sempre indispensabile ma spesso utile.
Nonostante il lifting, gli interni sono pressoché gli stessi di prima, così come lo spazio a disposizione. Davanti è gradevole la sensazione di compattezza, ma dietro si sta un po’ sacrificati. I comandi di servizio sono tutti al posto giusto, peccato che alcune plastiche non siano all’altezza della situazione e dei 21.800 euro richiesti per l’acquisto (optional esclusi: e qui la lista è lunga…).
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