Mini Cooper S 5 porte: la prova su strada
La Mini guadagna 2 porte ma non perde il suo go-kart feeling come abbiamo potuto verificare nella nostra prova su strada.
Eccola finalmente, la nuova Mini 5 porte è approdata in redazione, ed è stata subito oggetto di un’accurata ispezione. D’altra parte la curiosità verso questa nuova variante della piccola inglese era tanta, per cui dopo essere saliti a bordo, abbiamo verificato il suo comportamento stradale per confrontarlo con quello della versione a 3 porte. La versione del nostro test è una Cooper S, con motore 2 litri da 192 CV.
Esterni: nuove proporzioni nella vista laterale
La linea della Mini non è cambiata più di tanto, grandi fari tondi all’anteriore, calandra allargata, e presa d’aria sul cofano a testimonianza della presenza del motore più pepato. Anche dietro tutto sembra normale, persino il doppio scarico centrale della Cooper S, ma è nella vista laterale che si nota qualcosa di diverso: per la prima volta nella storia compare la portiera per accedere al divano posteriore, il che allunga la siluette della Mini, ma non più di tanto. Così, la novità viene assimilata subito dalla sguardo e non disturba le proporzioni generali del modello.
Interni: abitabile anche dietro
Diciamolo subito, la cosa che ci interessava valutare era l’abitabilità posteriore, per cui abbiamo subito aperto le portiere per verificare l’accessibilità e la comodità nella zona interessata. Dunque, l’accesso è sicuramente meno difficoltoso di quello della 3 porte, ma implica comunque una certa agilità di movimento, inoltre, i più alti tendono a sfiorare il tetto lateralmente, per cui è stata studiata una pratica rientranza che, nel corso del test si è rivelata molto utile. Se la lunghezza esterna è aumentata di 161 mm, il passo è cresciuto di 72 mm e questo ha comportato un grande beneficio per le gambe dei passeggeri posteriori. Migliora nettamente anche il bagagliaio che, con i suoi 278 litri, guadagna ben 67 litri rispetto alla variante 3 porte e consente di caricare comodamente i trolley quando si decide di affrontare un viaggio. Per il resto troviamo il grande display centrale dove vengono riportate tutte le informazioni dell’infotainment che si comanda con la rotella posizionata sul tunnel centrale. Ecco, bisogna ammettere che la sua posizione, in basso, dietro la leva del cambio, non è delle più pratiche e, sulle prime, può distrarre il guidatore. Inoltre, l’abitacolo presenta la consueta cura nelle finiture con il design a tutto tondo e gli interruttori di stampo aeronautico sulla console centrale, mentre davanti al guidatore troviamo il tachimetro circondato dal contagiri, sulla sinistra, e dall’indicatore di carburante, sulla destra. Il nostro esemplare poi aveva gli interni in pelle (optional) e l’head-up display posizionato davanti alla strumentazione.
Al volante: è velocissima ma non impegna
Una volta premuta l’affascinante levetta rossa al centro della plancia la Mini Cooper S va in moto e, appena si sfiora il gas, il motore 2 litri mette in mostra tutta la sua vitalità: 192 CV su una vettura lunga poco meno di 4 metri sono tanti, e la spinta assicurata dai 300 Nm di coppia, ottenuti attraverso l’overboost, può mettere in soggezione i guidatori meno smaliziati. D’altra parte le prestazioni indicano una velocità di punta di 232 km/h ed un’accelerazione da 0 a 100 km/h in appena 6,9 secondi. Per cui, il consiglio è quello di selezionare la modalità di guida più dolce, prima di sperimentare il carattere di questa Mini in Sport, magari disabilitando, per quanto possibile l’elettronica (in pista). Già optando per la modalità di guida standard, le riprese sono fulminee e, all’aumentare dei giri, il sound si fa corposo; se poi si sceglie di guidare in Sport, allora la musica cambia grazie a degli interessanti scoppiettii in rilascio. In questa modalità la Mini della nostra prova è sempre pronta allo scatto, lo sterzo si fa più pesante, e tutto diventa più estremo.
Volendo, si può utilizzare il cambio manualmente, tramite i paddles dietro il volante, ma quando il regime diventa impegnativo il cambio marcia avviene da se, per cui tanto vale lasciare in automatico e far compiere lo sporco lavoro alla trasmissione: se proprio si vuole essere protagonisti, meglio puntare su un manuale. Magari per la 5 porte però è più indicato l’automatico, visto che si presuppone un utilizzo a 360° della vettura, e nel traffico rappresenta una soluzione impagabile. Inoltre, rispetto alla 3 porte, il passo più lungo della 5 porte comporta una maggiore stabilità dell’auto, soprattutto nelle frenate più impegnative, per cui la dinamica più rassicurante si sposa bene con il cambio automatico. Ovviamente, stiamo parlando sempre di una sportiva, intendiamoci, per cui in curva è meglio non esagerare con il gas, soprattutto quando la strada è umida, altrimenti l’avantreno tende ad allargare e necessita di una certa sensibilità per riportare l’auto in traiettoria. Comunque, possiamo dire che il comportamento reattivo della Mini è rimasto intatto: l’inserimento in curva è fulmineo e lo sterzo è sempre rapido e diretto. Di conseguenza, l’esperimento delle 5 porte può considerarsi riuscito.
Prezzo: a partire da 26.000 euro
Il prezzo nelle Mini, si sa, è sempre un elemento puramente indicativo; infatti, la quantità di optional di cui possono usufruire queste vetture è tale da poter determinare un aumento corposo del costo iniziale. L’auto della nostra prova non fa eccezione e, nonostante abbia un listino che parte da 26.000 euro, vanta una lista di accessori importante. Tra questi ne citiamo alcuni come l’head-up display, il sistema Mini Connected XL, l’hi-fi Harman Kardon, Le luci bi-led con funzione cornering, i sedili anteriori riscaldabili, il tetto apribile, la telecamera posteriore, il Driving Assistant ed il cambio automatico.
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