Moto, infrastrutture e sicurezza: ecco come siamo messi
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Sul tema delle moto, delle infrastrutture e della sicurezza, ANCMA ha promosso una ricerca effettuata dall’Osservatorio Focus2R, che ha fatto il punto sulla situazione, guardando anche i singoli comuni del nostro territorio.
L’indagine, frutto di uno specifico questionario inviato nel corso del 2021, assieme allo storico e più articolato questionario sull’Ecosistema Urbano di Legambiente, a 106 Comuni capoluogo e a cui hanno risposto 94 amministrazioni, fornisce oggi la più completa e aggiornata panoramica delle politiche introdotte dai Comuni capoluogo di provincia italiani e dedicate a ciclisti urbani e motociclisti.
Malgrado si confermi ancora profondo il divario tra Nord e Sud del Paese nelle misure introdotte, l’ultima rilevazione descrive comunque, tra luci ed ombre, una progressiva ascesa dell’attenzione alla mobilità su due ruote nell’agenda politica delle città italiane.
Un incremento che ha riguardato i principali indicatori del report, ma che si dimostra ancora non proporzionale all’andamento del mercato di biciclette e motocicli e alla loro presenza in ambito urbano.
Moto, cresce l’utilizzo delle due ruote
Con una media di 13,53 motocicli ogni 100 abitanti (erano 12,5 nel 2017), cresce nelle città italiane anche l’utilizzo di ciclomotori, moto e scooter. Sul fronte delle due ruote motorizzate, dove si assiste ad un importante crescita percentuale anche del mercato elettrico (+59%), rimane complessivamente ancora limitato l’accesso alle corsie riservate ai mezzi pubblici: una possibilità non permessa infatti nell’89% delle città.
Rispetto al 2020 diminuisce infatti il numero dei capoluoghi in cui l’accesso è consentito in tutte o nella maggior parte delle corsie, passando da 8 a 3 (Taranto, Imperia e Venezia). L’ingresso è invece permesso solo in alcune corsie a Bergamo, Como, Genova, Milano e Reggio Calabria, che rappresentando il 6% delle città.
Poco confortanti anche i dati che riguardano la sicurezza. Rimane infatti pressoché invariato il numero dei comuni che scelgono di puntare sull’estensione di strade dotate di guardrail con specifiche protezioni a tutela dell’incolumità dei motociclisti in caso di impatto e peggiora anche il dato sul miglioramento della sicurezza negli strumenti di pianificazione comunale, che non è percepito come una priorità per il 39% città interessate dallo studio.
Per quanto riguarda la mobilità condivisa, nel 2021 lo sharing di moto e scooter elettrici risulta disponibile in 14 comuni, 6 in più rispetto al 2020 e 11 in più rispetto al 2015. In crescita, infine, anche la percentuale di città dove sono disponibili punti di ricarica dei veicoli elettrici, che aumenta passando dal 62% del 2020 e al 65% nel 2021 (era il 42% nel 2015).
ANCMA: “Chiediamo maggiore attenzione”
“Questo lavoro – ha sottolineato il presidente di ANCMA Paolo Magri – ci permette ogni anno di accendere i riflettori sulle buone pratiche dei Comuni, ma anche di illuminare le tante zone d’ombra, come il tema della sicurezza, che contraddistinguono ancora la pianificazione della mobilità urbana.
È evidente che le due ruote sono sempre più una risposta alla nuova domanda di spostamenti che viene dalla città: per questo chiediamo maggiore attenzione a tutti i livelli e guardiamo con preoccupazione ai tagli degli investimenti su infrastrutturazione ciclabile e sicurezza.
Al contempo siamo anche convinti che la discussione sulla mobilità urbana non possa sicuramente tralasciare i motocicli, che rappresentano una soluzione di mobilità individuale fruibile, sostenibile e molto apprezzata dai cittadini”.
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