Motor Show 2009: il punto sul ritorno alle origini
Rombo di motori, campioni dell’automobilismo, un pubblico giovanissimo, piadine, musica e ragazze: è la formula vincente?
Questo Motor Show 2009 lo davano tutti per spacciato, travolto dal terremoto che ha sconvolto il mondo dell’auto e che ha fatto sparire o ridimensionare la maggior parte dei saloni automobilistici.
Quasi tutti i grandi espositori si erano tirati indietro e la cancellazione sembrava certa. E invece no, il Motor Show 2009 ha smesso la pelle della manifestazione vetrina di costruttori che negli anni l’ha resa sempre più simile a tante altre, e si è reinventata tornando alla formula con cui era nata 34 anni fa.
Una svolta obbligata che ha portato nuovamente a Bologna la ruspante “puzza di motori”, con poche auto esposte staticamente e molte da vivere, da provare, da veder girare nelle sfide tra campioni, un rutilante spettacolo tra wurstel e piadine, ragazze procaci, il regno incantato dei ragazzi appassionati di motori.
Certo ci sono anche le sezioni dedicate all’ecosostenibilità, alle auto d’epoca, a espositori istituzionali, ma la folla, la folla vera, rumorosa, pittoresca e giovane è nei paddock, nei test drive, nell’incontro ravvicinato con i campioni che girano curiosi tra i padiglioni e per i quali non si può non tifare nelle rombanti sfide ad armi pari in cui si confrontano. Il tutto con un costo del biglietto – ridotto del 50% rispetto allo scorso anno – che è pari a quello di un cinema (12 euro).
Questo è il DNA del Motor Show, nella Bologna al centro della terra dei motori, questa forse è la formula che ne garantirà la sopravvivenza. Il salone dell’auto tradizionale, che per i costruttori ha costi elevati e ritorni più modesti di tanti altri media – salvo i pochi nei quali è ancora troppo rischioso non essere presenti (Ginevra, Parigi, Francoforte) – probabilmente non avrà futuro, vivere i motori come si è visto quest’anno alla kermesse bolognese forse sì. Auguri quindi Motor Show del ritorno alle origini.
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