Motor Show 2014: alla faticosa ricerca delle origini
Il Motor Show ha seriamente rischiato di sparire dalla scena degli eventi dell’auto; alla fine ce l’ha fatta, tornando con un’edizione sobria…
Alla fine il Motor Show di Bologna ce l’ha fatta, anche grazie all’accordo di “non guerra”, se non proprio di integrazione con l’altro grande evento, quel Salone di Milano che, in origine concomitante, è stato graziosamente spostato alla tarda primavera, in concomitanza con l’Expo 2015.
In tempi di così gran magra, in cui il ruolo storico dei Saloni dell’auto si è fortemente ridotto a favore dei media e in cui resta spazio solo per quelli storici come Ginevra, Francoforte e Parigi, o per quelli dei nuovi eldorado del mercato dell’auto come Shanghai, San Paolo del Brasile, Detroit, San Francisco, New York, Mosca, Qatar, non c’e’ davvero possibilità di scrnarsi su una fetta di torta troppo piccola ed è imperativo fare squadra.
Dunque due eventi, il Motor Show di Bologna e il Salone di Milano, da caratterizzare in modo radicalmente diverso tra loro per trovare spazio e seguito. Una kermesse, quella bolognese, necessariamente alla ricerca delle proprie origini, con le memorie dell’automobilismo storico sportivo a farla da padrone.
Se dal punto di vista del salone tradizionale, inteso come vetrina delle novità del mercato, il Motor Show 2014 offre assai poco, con poche case ufficiali ad esporre – VW, Jaguar/Land Rover, Toyota, Nissan, Smart, Citroen, Honda, SSangyong – e pochi padiglioni espositivi, trova invece il suo valore di diversità nel ritorno al DNA che l’ha reso mito negli anni 70 e 80, tutto centrato sulla specialità di Bologna “ombelico” della terra dei motori, quel triangolo magico, culla del motorismo sportivo italiano, che gravita sui luoghi santuario di Modena, Maranello, Sant’Agata Bolognese, tanto per citare i più famosi e sulla caratterizzazione da fiera più che da salone, festa rutilante di motori rombanti, musica a palla, piadine e belle ragazze.
Certo in scala assai ridotta rispetto alle glorie del passato, ma qualcosa di unico in effetti a Bologna c’è. Il padiglione che vede schierato, in emozionate sequenza, il mondo storico Ferrari, con un’eccezionale mostra tematica che sfoggia tutti insieme i gioielli delle collezioni del Museo Ferrari e del Museo Enzo Ferrari, con un fantastico colpo d’occhio che affianca le F1, le Granturismo, le Sport e le supersportive, e poi le Maserati, con pezzi unici provenienti dalla Collezione Panini e da Maserati Storico, le Lamborghini, con la fantastica Miura, Ducati con tutta la sua gloriosa storia fino alla Panigale, ma anche i piccoli artigiani delle barchette degli anni 50, come Bandini e Stanguellini.
Già solo questo merita una visita al Motor Show edizione ’14. C’è un altro padiglione per cui vale la pena di essere a Bologna. Ci sono riunite le storie sportive, per lo più centrate sugli anni d’oro dell’epopea Motor Show, quella dei caschi d’oro e dei memorial Bettega, in cui sono schierate praticamente tutte le sportive Alfa Romeo, un fantastico assieme di Lancia Stratos in tutte le livree con cui ha trionfato per sei anni consecutivi, una panoramica di Porsche 911 tra le più caratteristiche della lunghissima carriera del mito.
Nello stesso padiglione anche un’interessante anticipazione di Parco Valentino – Salone & Gran Premio, che si terrà appunto al Parco del Valentino il prossimo giugno. Sarà un evento dedicato in particolare al design storico e a quello innovativo e quindi sotto le gigantografie in bianco e nero che ritraggono due simboli degli anni 60, una Lancia Flavia e una Porsche 911 di prima generazione, sono esposti cinque concept particolarmente interessanti.
Fuori, nei piazzali, le consuete ma attraenti aree di prova per Panda Cross e Jeep Renegade, Audi A1, Seat Leon, Smart, Nissan Juke e Pulsar, gli eventi di memoria ed esibizione in pista delle sportive anni 70 e 80 con i grandi campioni del periodo, la solita area green, una pista di kart elettrici, bancarelle, piadine e ragazze copertina.
Insomma tutto come da tradizione del Motor Show, magari in modo un po’ dimesso, senza gli sfarzi memorabili e le platee dei tempi d’oro. Funzionerà ancora? Tornerà ad essere l’evento clou del motorismo giovane e sportivo?
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