La nuova Ferrari riuscirà a riportare i titoli iridati della F1 a Maranello?
La nuova Ferrari riuscirà a riportare i titoli iridati della F1 a Maranello?
Dopo un sondaggio su internet per scegliere il nome più adatto, finalmente la nuova monoposto Ferrari è stata svelata al pubblico e agli addetti ai lavori. Si chiama F14T, ma le novità non si fermano al nome, visto che la vettura è stata riprogettata da zero per ottemperare al nuovo regolamento.
Durante lo scorso campionato un secondo team di Maranello era già a lavoro sulla vettura del 2014. Non è un caso se in questo progetto c’è lo zampino di Rory Byrne, uno degli eroi dell’epopea Schumacher, che chiamato in veste di superconsulente, ha influenzato non poco il lavoro del capo progettista Nik Tombazis e del suo vice, Fabio Montecchi. Ah dimenticavamo, adesso c’è anche un nuovo direttore tecnico, ovvero James Allison, proveniente dalla Lotus, insomma, due fuoriclasse che hanno rinforzato la squadra, proprio come avviene in Serie A.
Tutto questo capitale umano ha dato vita ad una monoposto finalmente più coraggiosa di quelle degli ultimi anni, oseremmo dire, quasi rivoluzionaria rispetto alla concorrenza. La parte che balza subito all’occhio è il muso, unico nel suo genere, diverso da quello della McLaren, e della Lotus, quindi non a tricheco e nemmeno ad ornitorinco, in molti l’anno paragonato ad un’aspirapolvere, e qualcuno ha scritto, in maniera beffarda, che i ferraristi si augurano che non possa servire ad aspirare la polvere lasciata dagli avversari. Insomma, un anteriore che fa discutere, come si può notare dai tanti post che circolano su FB, ma che in realtà potrebbe fare la differenza.
Più compatte le fiancate, meno ampie rispetto alla McLaren e già indice di un miglior compromesso tra funzionalità del sistema di raffreddamento ed aerodinamica. C’è anche lo scalino nel telaio per far passare l’aria da inviare al diffusore, come già visto sulla Force India.
A livello meccanico invece, troviamo un nuovo cambio meccanico ad 8 marce con una nuova scatola in carbonio, mentre il propulsore V6 adotta un’iniezione diretta con iniettori Magneti Marelli, capaci di sostenere una pressione del carburante di 500 bar, ovvero il limite consentito dal regolamento, e non ancora raggiunto dalla Bosch che invece ha sviluppato l’analogo sistema per i motori Mercedes e Renault. Si vocifera che il turbo made in Ferrari sia in grado di raggiungere già i 13.000 giri, senza compromettere l’affidabilità, un valore decisamente buono visto che il limite fissato dal regolamento per la stagione è di 15.000 giri.
Come sempre, ottimista, il Presidente Luca di Montezemolo che ha dichiarato: “Siamo stufi di arrivare secondi, è tempo di vincere”. Più conservativo Fernando Alonso: “Sia io che Kimi abbiamo vinto in F1, ma sta a noi provare di essere la coppia migliore. Non c’è motivo di essere pessimisti, abbiamo la tecnologia, abbiamo la gente, abbiamo le strutture. Siamo in Ferrari, un team che compete solo per vincere”. Ma poi ricorda: “qua se finisci secondo sembra un disastro”. Sornione, come sempre, ma determinato Kimi Raikkonen, l’ultimo a vincere un mondiale con la Ferrari nel 2007, un concetto che non si fa pregare di ripetere, tanto per mandare un messaggio di sfida subliminale al compagno di box. “Sono contento di tornare dove ho vinto il mio ultimo mondiale. In realtà è stato molto facile tornare, c’è qualche tecnico nuovo, ma non è cambiato molto. E io mi sento più rilassato di quando ho lasciato”.
Benissimo, dunque Alonso è guardingo, Raikkonen, apparentemente rilassato, Montezemolo carico come una molla e Domenicali? Beh, quest’anno forse sarà l’uomo che vivrà di più sotto pressione. Ma come il suo solito mantiene i nervi saldi e invita tutti a rimanere tranquilli e concentrati con l’unica richiesta ai componenti della squadra di non farsi trasportare dall’onda emotiva che da sempre investe la Ferrari. “Voglio che non si ceda alle pressioni e che non si entri nel panico sportivo se ci saranno delle difficoltà. I problemi, soprattutto nelle prime giornate di test, li avranno tutti”.