Il numero uno del circus iridato solidarizza con l’amico Favio Briatore, suo socio nella proprietà del Queens Park Ranger
Il numero uno del circus iridato solidarizza con l’amico Favio Briatore, suo socio nella proprietà del Queens Park Ranger
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In uno dei momenti più difficili della sua vita, Flavio Briatore sta cercando di individuare al meglio amici e nemici. E per il momento incassa la solidarietà del patron della Formula 1. L’ex team principal della Renault, radiato dalla Fia per il “crash-gate”, ovvero il falso incidente ordinato a Nelsinho Piquet durante il Gp di Singapore del 2008, rischia di essere cacciato anche dal calcio, sport in cui ha messo piede con l’acquisto della squadra inglese del Queens Park Rangers.
Ma può in parte consolarsi con le parole di Bernie Ecclestone, che nella sue prime dichiarazioni pubbliche sulla vicenda, ha espresso grande solidarietà al suo amico italiano: “E’ una punizione troppo dura, non la meritava“, ha detto Ecclestone, che dopo le ammissioni di colpa di Briatore si aspettava una mano meno pesante dal Consiglio della Fia.
“Le scuse avrebbero dovuto aiutarlo“, ha aggiunto in una dichiarazione riportata dall’edizione on line del quotidiano spagnolo El Mundo. Briatore rischia seriemente di dare addio anche al calcio britannico, anche se una eventuale inchiesta della Football League richiederà tempi lunghi.
E’ l’ipotesi del “Times”. Il quotidiano londinese ha riportato il comunicato della Lega: nessun direttore o proprietario di un club può essere oggetto di un divieto da un altro organismo sportivo, recita il testo. Ma, ha spiegato il giornale, i vertici del calcio non vogliono arrivare a conclusioni affrettate.
Lord Mawhinney, il presidente della Football League, è in attesa di ricevere i risultati ufficiali dell’inchiesta della Fia e li esaminerà a fondo prima di ordinare eventualmente ai suoi avvocati di procedere con una indagine che in tutti i casi potrebbe durare mesi.
E’ certo che Briatore, in questo momento, sta organizzandosi per contrattaccare e ci sono già avvocati di grido che sostengono che la questione si possa portare in Appello. In tutti i casi è certo che il manager di Cuneo reagirà battendosi sui tribunali francesi per difendersi, almeno sul piano personale, da questa radiazione dal mondo dello sport dell’automobile.