F1: trionfo di Alonso in notturna a Singapore

Leopoldo Canetoli
27 Settembre 2010
21 Foto
F1: trionfo di Alonso in notturna a Singapore

Bisogna ammettere che in Ferrari ci hanno sempre creduto: Alonso è, oltre che grande pilota, anche trascinatore della squadra

Bisogna ammettere che in Ferrari ci hanno sempre creduto: Alonso è, oltre che grande pilota, anche trascinatore della squadra

Ora il Mondiale non è più un sogno. Titolo facile per molti giornali dopo il trionfo di Fernando Alonso nella gara in notturna a Singapore. Titolo facile e scontato, ma meno facile sarà questa cavalcata del ferrarista verso la conclusione iridata, volata in finale alla quale la Ferrari ci ha ormai abituati… Bisogna comunque ammettere che alla Ferrari ci hanno sempre creduto, che Alonso è, oltre che grande pilota, anche trascinatore della squadra, ha sempre pensato al bicchiere mezzo pieno. E così, abbandonando gli errori anche al “muretto”, con un Alonso superlativo, è arrivato questo risultato, quarto successo stagionale e 25° nella carriera del campione di Oviedo.

Un successo maturato sin da sabato, con quel tempo strepitoso da pole position che lo aveva messo al riparo dalle maggiori minacce. E’ tempo che sosteniamo che, nella F1 moderna, con questi tracciati dove è difficilissimo superarsi, con queste regole che rendono le F.1 odierne sempre più instabili quando ci si attacca all’avversario, è fondamentale partire davanti, anche per essere al di fuori dell’eventuale “mucchio” che si crea alla prima curva.[!BANNER]

Finalmente anche alla Ferrari lo hanno capito, e al di là della sfortuna di Alonso che in prova non ha potuto giocare le sue carte, Alonso si è impegnato al massimo e il risultato che desiderava è stato ottenuto.

C’era a questo punto il solito dubbio della partenza, nella quale lo spagnolo non sempre eccelle. Ma questa volta Fernando non si è addormentato al semaforo, ed è schizzato via stringendo, alla Schumacher, il suo avversario verso il muretto, cosa che ormai tutti i poleman fanno al via. E da quel momento è cominciata la sua volata in apnea, senza mai tirare il fiato, con Vettel sempre incollato negli specchietti…

Se nella gara precedente, a Monza, avevamo detto che gran parte del merito andava attribuito ai meccanici che avevano eseguito un cambio gomme perfetto, fondamentale per passare al comando, questa volta dobbiamo ammettere che il risultato va tutto attribuito al pilota. Anche se a Modena, nel pur breve intervallo tra le due gare, i tecnici guidati da Aldo Costa, erano riusciti a produrre una nuova ala anteriore ancor più efficace e ulteriori migliorie all’impianto frenante.

Dopo diverse prove i piloti hanno rinunciato a quell’F-Duct che sembrava essere stata una tra le armi delle vittoria a Monza. Evidentemente si è pensato di togliere quella ulteriore complicazione per il pilota (si tratta di quel condotto di aria che fa stallare l’ala posteriore ed è comandato dal piede sinistro) già molto impegnato fisicamente nella guida, con temperature e umidità insopportabili.

Così ora Alonso ha dato la scalata alla classifica sempre più corta, ha superato Vettel e si trova a soli 11 punti di distacco da Webber. E ora si va in Giappone, pista che è sempre stata favorevole alle rosse di Maranello.

Ma gli avversari non hanno certo dormito. Alla Red Bull forse non si aspettavano una Ferrari così veloce, e Vettel ha sperato a lungo che Alonso finisse prima o poi, a baciare un guardrail. Forse alla Red Bull potevano pensare a una strategia diversa, magari concedendo a Vettel qualche giro in più per cercare di superare poi la Ferrari al pit stop. Una strategia alternativa, tipo quella messa in pratica per Webber, che tutto sommato ha funzionato abbastanza bene, con l’australiano che ha cambiato presto le gomme impostando una gara endurance. E bisognerà ora che alla Red Bull pensino seriamente di favorire Webber, che è ancora leader del campionato e forse è più regolare, alla distanza, dello scalpitante puledrino Vettel.

Che Webber sia un duro lo si è visto anche in occasione del tentativo di sorpasso che Hamilton ha messo in atto nei suoi riguardi. Tentativo che ha messo fuori uso la McLaren e che i commissari sportivi hanno ritenuto regolare. Così con questo secondo errore in due gare Hamilton si sta giocando il Mondiale, anche se ha ammesso che lui al campionato non ci pensa e corre solo per vincere le gare…

Così la faccia della McLaren è stata salvata da Button, quarto alle spalle di Webber, ancora a punti e anche lui ancora in corsa per il Mondiale. Al di là dei cinque favoriti il migliore è stato ancora una volta Rosberg, e la sua prestazione ha messo sempre più in disgrazia il campionissimo Schumacher che marciava in nona posizione e ha finito per tamponare Heidefeld. Dietro Rosberg il veterano Barrichello e poi Kubica che ha effettuato due cambi gomme, grazie alle quali è risalito da dodicesimo a settimo nella parte finale della gara.

A punti, decimo, Felipe Massa che era partito ultimo nello schieramento. Il brasiliano ha impostato una gara di rincorsa, decidendo di cambiare i pneumatici dopo un solo giro, e continuando con quelli duri per tutta la gara senza altre soste. Una bella performance, agevolata anche dalle due safety car entrate in pista dopo 10 giri per recuperare la vettura di Liuzzi spinto fuori da Heidefeld e dopo il 30° giro per l’uscita di Kobayashi colpito da Senna.

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