Prima e seconda le due Brawn-Mercedes di Button e Barrichello, anche se la classifica rimane congelata per l’appello sul diffusore
Prima e seconda le due Brawn-Mercedes di Button e Barrichello, anche se la classifica rimane congelata per l’appello sul diffusore
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Per chi ha seguito con attenzione le ultime sessioni di prove europee della Formula 1 il successo della neonata Brawn, le buone prestazioni di Toyota e Williams non hanno meravigliato più di tanto. Come è noto queste tre squadre hanno realizzato un fondo scocca interpretando in maniera diversa, rispetto agli altri, lo spirito del regolamento tecnico.
E questo ha subito mostrato un netto vantaggio sul piano dell’aerodinamica e del bilanciamento della vettura. La Brawn è andata ancora più avanti, mettendo in pista una monoposto, ex Honda, dotata di due feritoie inferiori che velocizzavano il flusso dell’aria sotto la vettura tanto da essere subito ribattezzata come la…”banda del buco“.
Quanto questa soluzione sia regolare lo giudicherà il Tribunale d’Appello della FIA il 14 di Aprile a Parigi. Ma sembra strano che la corte possa rimettere in discussione il giudizio del responsabile tecnico della FIA Charlie Whiting che aveva dato via libera a questa soluzione. Nel qual caso tutti dovranno rimboccarsi le maniche e cavalcare questa interpretazione del regolamento tecnico.
Fatta questa premessa doverosa, che potrebbe rimettere in discussione il risultato delle prime due gare (perché domenica prossima si correrà in Malesia, e non è pensabile che le situazioni cambino di molto) veniamo a parlare della gara di apertura del campionato, del 60° Mondiale di F.1 disputatasi in condizioni ottimali all’Albert Park di Melbourne.
Il GP d’Australia
Dopo la doppietta in prova delle Brawn GP c’era solo da verificare la tenuta, l’affidabilità di queste monoposto che Ross Brawn, attuale patron della squadra, ha elaborato nel corso degli ultimi 16 mesi. E dobbiamo dire che le monoposto dei vincitori Jenson Button e Ruben Barrichello si sono dimostrate stabili, non solo per il vantaggio del diffusore “col buco”, ma anche robuste, a dimostrazione delle toccate che il pilota brasiliano ha subito in gara.
Rimane solo un dubbio sulla strategia messa in pista, quella di montare le gomme super soft, che si sono dimostrate un disastro nell’ultima parte della gara, mentre chi le ha montate all’inizio ha potuto terminare con un rush in crescendo.
Alludiamo qui alla prestazione della BMW di Robert Kubica che se non si fosse agganciato con Sebastian Vettel a pochi giri dalla fine forse avrebbe potuto dire la sua, con gomme dure, appunto su Vettel e sulle due Brawn. Ma con un contatto, con conseguente aggancio e perdita dei rispettivi alettoni anteriori, sia Vettel che Kubica si sono messi fuori gara lasciando via libera al fuggitivo Button, peraltro sempre leader della gara, e al sopraggiungente Barrichello. Risultato: il giovane della Red Bull perderà 10 posizioni in griglia al prossimo GP di Malesia.
Quindi niente da dire per la doppietta delle Brawn, mentre c’è da rimarcare la domenica bizzarra di Jarno Trulli: era riuscito a risalire sino alla terza posizione dopo una partenza dai box a causa della squalifica dopo le prove per una irregolarità all’ala troppo flessibile, ma una penalizzazione di 25″ per un sorpasso in regime di safety car ai danni di Hamilton lo ha fatto retrocedere in 12a posizione, consentendo al Campione del Mondo di ottenere un insperato podio. Ma che la Toyota fosse oltremodo competitiva lo avevamo già visto dalle prove europee, e ciò è stato confermato anche dalla quinta posizione di Timo Glock a fine gara.
Mancano tra i protagonisti le due Williams, con Nico Rosberg andato in crisi con le gomme morbide e Nakajima a muro dopo 18 giri, e naturalmente le Ferrari, che pagano anche quest’anno una mancanza di affidabilità, quella di Felipe Massa a lungo terzo per un problema all’impianto di direzione, leggi sterzo assistito, e quella di Kimi Raikkonen alla fine rimasta senza differenziale.
Da sottolineare anche la presenza in zona punti di due Campioni del Mondo del calibro di Lewis Hamilton, terzo alla fine, dopo essere partito dall’ultima fila per la sostituzione del cambio dopo le prove, e di Fernando Alonso, quinto, con una Renault non certo al massimo delle sua capacità.
Un Gran Premio comunque avvincente, con sorpassi, solo due safety car (rispetto alle tre della stagione scorsa) e molte macchine al traguardo. Qualcuna zoppicante per pneumatici difficili, o per errori anche ai box di strategie, di interventi dei meccanici. Ma siamo solo all’inizio della stagione che almeno si presenta diversa dalle altre, aperta a squadre che non si aspettavano, a giovani piloti rampanti. Un buon inizio, non c’è che dire.