Il Gran Premio di Spagna si conclude con l’umiliazione del doppiaggio. E la stagione è sempre più compromessa.
Il Gran Premio di Spagna si conclude con l’umiliazione del doppiaggio. E la stagione è sempre più compromessa.
L’inizio è stato da colossal, il finale da film horror. Non stiamo parlando di uno dei lavori presentati all’ultimo Festival di Cannes, ma del GP di Spagna disputato dalla Ferrari, che ha lasciato la pista con l’amaro in bocca e il consueto carico di interrogativi.
Lo scatto di Alonso in partenza, la grinta da matador del campione asturiano avevano illuso tutti gli italiani seduti in poltrona dopo il pranzo domenicale, e avevano destato dal dormiveglia più di uno spettatore. Con quella “rossa” lì davanti e tutti, in molti avevano pensato che a Montmelò il finale sarebbe stato diverso e che la Ferrari fosse pronta per una nuova rimonta in stile 2010.
Invece no, è bastato montare le gomme dure per capire che la F150th non mastica il “pirellese”, ovvero non riesce ad esprimersi con le coperture italiane quando calza gli pneumatici con la mescola più longeva, e così Alonso è stato addirittura doppiato dai veri protagonisti della gara: Vettel ed Hamilton.
“La partenza è stato oggi l’unico momento buono – ha spiegato il pilota Ferrari – ci siamo trovati quindi in una posizione che non era la nostra, di leader della gara con macchine più veloci dietro che poi ci hanno passato”. E’ il segnale che le modifiche apportate non sono state sufficienti e che la Ferrari non è ancora all’altezza delle monoposto più veloci. “Le gomme dure non hanno funzionato mai per noi e purtroppo le morbide durano 11-12 giri e bisogna fare 30-35 giri con le dure. Le abbiamo pagate troppo nella nostra gara”.
Parole che lasciano ai tifosi un solo interrogativo: quale potrebbe essere la ricetta per far correre la F150th anche con gomme dure? Una domanda a cui i tecnici Ferrari avranno un po’ di tempo per pensare visto che nel prossimo GP, quello di Monte Carlo, le vetture utilizzeranno solo gomme morbide. “Tra una settimana siamo a Monte Carlo con due team davanti tutti che hanno doppiato tutti compreso noi, quindi dobbiamo reagire subito – spiega Alonso – è un circuito speciale dove siamo fiduciosi di arrivare bene ma dopo, per il Canada dobbiamo fare un passo avanti: è decisivo per la nostra stagione”.
D’altra parte il divario in classifica non lascia sperare nulla di buono e il passo che separa la Ferrari dal disastro sportivo nell’anno dell’annunciata rivincita è davvero breve. Se anche Alonso, ammette l’inferiorità tecnica della monoposto e mostra segni di sconforto, allora vuol dire che la situazione è peggiore di come appare. La speranza è che il suo talento possa convogliare nella direzione giusta delle scelte tecniche che fino ad ora si stanno rivelando fallimentari.