Il secondo posto di Alonso è un risultato positivo, ma il digiuno di vittorie non lascia molte speranze per il campionato.
Il secondo posto di Alonso è un risultato positivo, ma il digiuno di vittorie non lascia molte speranze per il campionato.
La settimana prima del GP d’Europa, da disputarsi sul tracciato cittadino di Valencia, a chi mi chiedeva un pronostico durante la trasmissione “Processo al GP” alla quale partecipo da anni, sul vincitore del GP valenciano, mi ero lasciato andare a una piccola speranza Ferrari… per via delle migliorate prestazioni della “rossa” di Maranello specialmente con le Pirelli supersoft.
In effetti si trattava, la gara di Valencia, della terza prova su un circuito anomalo, cittadino, privo di quei curvoni velocissimi, da “carico” che la Ferrari soffre con questi pneumatici. Eravamo in casa di Alonso, e tutto faceva ben sperare.
Ma non abbiamo fatto i conti con quel diavolo di Vettel, che forse voleva farsi perdonare dall’unico errore stagionale compiuto a Montreal e che gli è costato la vittoria, e che ancora una volta, regole tecniche o no appena introdotte, è letteralmente “volato” in prova, e in gara ha fatto lo stesso.
Anzi, sembra quasi che abbia cambiato tattica in gara. Non più la sfuriata iniziale, fino a prendersi quei cinque o sei secondi che lo mantenevano tranquillo…Ora “gioca” con gli avversari, accontentandosi di un lieve margine di vantaggio. E lo si è visto anche a Valencia quando all’arrembare di Alonso ha subito ristabilito le gerarchie, mollandogli decimi su decimi al giro.
Le Ferrari, ancora una volta, non ce l’hanno fatta in prova ad aggiudicarsi la prima fila. Sembrava che Massa fosse a suo agio su questo tracciato, ma alla fine il miglior Alonso si è dovuto accontentare del quarto tempo, dietro alla prima fila di Red Bull e al fianco di Hamilton.
C’è da dire che almeno ora i ferraristi hanno imparato bene a partire, e sfruttando il Kers Marelli schizzano via dalle piazzole come dei missili. E’ successo a Massa, che ha letteralmente bruciato Hamilton all’interno, mentre Alonso, grande conoscitore del tracciato, che è rimasto all’esterno è riuscita la manovra di mettersi in caccia della Red Bull.
A questo punto, con Vettel che faceva la sua corsa al comando, si poteva solo sperare in qualche errore di strategia sui cambi gomme. Cosa che peraltro è successa con Webber, che ha così facilitato il compito di Alonso di terminare alla piazza d’onore.