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Mustang... il valore di un'icona globale

Di Fabrizio Brunetti
Pubblicato il 13 gen 2014
Mustang... il valore di un'icona globale
Grande enfasi sul lancio della 6a generazione di Mustang, destinata a numeri modesti ma a rappresentare il cuore, l'anima, la passione del brand Ford.

Grande enfasi sul lancio della 6a generazione di Mustang, destinata a numeri modesti ma a rappresentare il cuore, l’anima, la passione del brand Ford.

“The Mustang represents the heart, soul and passion of the Ford brand”, questo dichiara sui paginoni pubblicitari Mark Fields, COO di Ford come claim della emozionante GT americana, non a caso ritratta in tutte le foto ufficiali e pubblicitarie in rosso fiammante.

“La gente vuole ancora un’esperienza di guida viscerale. Se hai avuto un giorno nero al lavoro, scendi al parcheggio e giri la chiave della tua Mustang, è come una vacanza istantanea” dice Steve Ling, responsabile Marketing Ford per il mercato americano.

E’ solo una delle tante espressioni colorite e passionali che caratterizzano il lancio di MustangAl di là dei numeri di vendita, attesi in 120.000 unità/anno come target massimo (la capostipite nel 1964 vendette 417.000 unità che raggiunsero il picco delle 550.000 nel 1966), Mustang è davvero la portabandiera dell’orgoglio globale Ford “non è questione di numeri, ma di reputazione”.

I benchmark di riferimento nello sviluppo sono stati altre icone eccellenti, come Porsche 911, BMW M3, l’ultima Mustang Boss 302. Tutti in Ford mostrano orgoglio e certezza che Mustang dia lustro ed emozionalità al brand a livello globale.

La Mustang 6 in effetti è bellissima, emozionante e aggressiva, “molto Mustang”. La più bella, insieme alle prime due serie, nella cinquantennale saga del pony. E’ anche la più innovativa.

Abbandona per la prima volta il tradizionale e arcaico asse rigido posteriore a favore di una sospensione indipendente montata su un telaietto ausiliario, freni Brembo a sei pistoni, nuovo telaio, più rigido e leggero, cambi a 6 marce, automatico e manuale, motorizzazioni che affiancano al tradizionale, ma profondamente innovato, V8 5 litri  da 420cv (per il mercato americano anche l’altrettanto tradizionale V6 3,7 litri) il nuovissimo 2,3 litri 4 cilindri turbo ad iniezione diretta EcoBoost, prodotto in Spagna, a Valencia.

Sarà proprio il 2,3 Turbo il cuore della Mustang globale, specie sul mercato europeo; eroga 305 cv con una coppia molto favorevole, meglio, sottolineano in Ford, dei sei cilindri dei coupé BMW serie 1 e di Porsche Boxter/Cayman.

Primo obiettivo commerciale della Mustang 6 quello di scavalcare l’eterna rivale Chevrolet Camaro nelle vendite sul mercato americano, che si chiude per il 2013 con 80.000 contro 75.000.

La macchina c’è, ha lo stile e la sostanza giusti per convincere e suscitare passioni, ma perché il terzo produttore mondiale che solo negli Stati Uniti produce 3,2 milioni di veicoli l’anno, decide di investire in un prodotto di forte immagine ma numericamente di nicchia?

La risposta è nelle appassionate parole che accompagnano il lancio di Mustang “E’ un collegamento emozionale a Ford per tanta, tanta gente. Se puoi tenere qualcuno emozionalmente connesso, può darsi che compri altre Ford” afferma Steve Ling ed evidentemente questa è una certezza totalmente condivisa dal board.

Su numeri molto più ridotti ed elitari e con l’avvilimento di una gamma attuale ridotta ai minimi termini, è esattamente il ruolo che  ha generato, per fortuna, la nascita dell’Alfa Romeo 4C.

La berlinetta sportiva deve rappresentare tutto ciò che è nel DNA di un marchio forte, anche se poi i numeri li faranno, si spera, le future berline e sportive più popolari. Per altro verso è quello che è avvenuto per Mini e 500, nuove icone con forte richiamo a miti storici.

Certo non basta la formula in sé, il prodotto deve essere di forte appeal, altrimenti si rischiano flop clamorosi come quelli delle due successive generazioni del Volkswagen nuovo Maggiolino, o la modesta accoglienza riservata alla piccola Opel Adam.

Nel 1965 nasceva la Lancia Fulvia Coupè; possibile che qualcuno, che di scelte coraggiose e audaci spesso parla, abbia il coraggio di proporre dopo 50 anni il ritorno di un altro grande mito, come Ford sta facendo ora con Mustang?

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