Navigatori GPS a rischio per un nuovo Millennium Bug
Un limite software potrebbe pregiudicare il funzionamento dei navigatori GPS meno recenti, dando così sorta ad un problema generalizzato che assomiglia al famoso Millennium Bug, ovvero l’annunciato ma poi scongiurato malfunzionamento dei sistemi operativi per computer che avrebbe potuto portare al blocco di milioni di macchine allo scoccare del primo gennaio del 2000.
Il bug odierno è chiamato invece “GPS week numner roll-over” (WRNO) e coinvolge tutti i sistemi GPS che utilizzano una codifica binaria a 10 bit. La quantità di memoria così strutturata consente a questi apparecchi di aggiornare la data di funzionamento per un massimo di 1024 settimane, raggiunte le quali il contatore viene resettato ripartendo da capo.
Il periodo in questione, chiamato “epoca GPS” è partito per la prima volta il 6 gennaio 1980 e si è concluso il 21 agosto 1999. L’attuale fase corrisponde quindi alla seconda epoca, che si concluderà il prossimo 6 aprile 2019, quindi tra meno di un mese. Per quella data, i navigatori satellitari resetteranno la loro data tornando indietro di quasi 19 anni e 7 mesi, mettendo così a serio rischio l’attendibilità dei dati presentati all’utente, che potrebbe ritrovarsi con posizioni errate, impossibilità di accedere alle mappe o di impostare il percorso desiderato.
Il bug è risolvibile con un aggiornamento del firmware dei dispositivi, ma trattandosi di modelli di una certa età non è detto che l’update sia disponibile per tutti i prodotti interessati, per cui chi è in possesso di un vecchio GPS dovrebbe rivolgersi al produttore per verificare l’eventuale disponibilità del software aggiornato.
Possono invece dormire sonni tranquilli tutti coloro che possiedono un modello recente, in quanto la codifica usata da questi dispositivi è a 13 bit ed è sufficiente a memorizzare 8192 settimane: un periodo sufficiente a rimandare il “Millennium Bug” di almeno 157 anni.
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