La proposta di legge sugli incentivi all’acquisto di auto elettriche (5.000 euro) trova contraria l’Anfia e favorevole l’Unrae. Ecco perché.
La proposta di legge sugli incentivi all’acquisto di auto elettriche (5.000 euro) trova contraria l’Anfia e favorevole l’Unrae. Ecco perché.
Ora che la vendita di auto elettriche si avvia ad essere incentivata dal governo, con un piano che prevede 60 milioni di Euro dal 2012 al 2015, le due principali organizzazioni di categoria hanno diffuso delle note con le quali commentano l’incentivo di 5.000 euro, con contenuti sorprendenti.
Incentivi solo per le elettriche: l’Anfia è contraria
L’Anfia, associazione nazionale della filiera dell’industria automobilistica, è stata molto chiara, dicendosi contraria ai contributi all’acquisto rivolti esclusivamente alle auto elettriche dato che, per ora, questo comparto rappresenta appena lo 0,01% delle nuove immatricolazioni. Il presidente Eugenio Razelli ritiene che anche nei prossimi anni la maggior parte dei consumatori non riusciranno a sostenerne comunque l’acquisto, visto che i prezzi rimarranno elevati in rapporto al prodotto offerto. “Riteniamo che il progetto di legge Ghiglia-Lulli – ha detto – non avrà né un impatto positivo sul mercato automobilistico italiano né sulla riduzione significativa delle emissioni inquinanti”. Proposte alternative? Estendere gli incentivi a tutte le categorie di veicoli alimentati con elementi alternativi al petrolio o comunque a bassi consumi.
Rete di ricarica e incentivi: l’Unrae approva
Posizione diametralmente opposta quella di Unrae, l’unione dei costruttori automobilistici stranieri presenti sul territorio nazionale: “Crediamo che questa proposta serva davvero a diffondere vetture a emissioni zero” ha detto il direttore generale, Gianni Filipponi. I costruttori esteri sono favorevoli anche perché le norme in questione favoriscono la diffusione sul territorio nazionale delle stazioni di ricarica, necessarie per rendere convenienti le auto elettriche. Una posizione ampiamente condivisa in parlamento con il sostegno di entrambi gli schieramenti, elemento che fa ben sperare per l’approvazione della proposta.
Incentivi: chi ci guadagna… e chi no
Secondo gli addetti ai lavori, le diverse posizioni delle due associazioni sono presto spiegate: la prima rappresenta aziende nazionali (in particolare la Fiat) che non hanno ancora in listino veicoli a emissioni zero né hanno in programma di venderne a breve termine, ma hanno puntato su carburanti alternativi come il Gpl o il metano: il contributo non porterebbe dunque ad un aumento dei loro volumi di vendita. La seconda, invece, rappresenta marche straniere che stanno già costruendo vetture elettriche e lanceranno vari modelli nel prossimo futuro, risultando quindi maggiormente avvantaggiate dagli incentivi.