Secondo uno studio nei primi sei mesi del 2011 sono già 1.050 i casi di violenza verso gli agenti impegnati nei posti di blocco.
Secondo uno studio nei primi sei mesi del 2011 sono già 1.050 i casi di violenza verso gli agenti impegnati nei posti di blocco.
Essere fermati per un controllo su strada, il classico “patente e libretto”, non è tra le cose più apprezzate dagli automobilisti italiani, ma i dati resi noti dall’Osservatorio il Centauro-Asaps “Sbirri Pikkiati” vanno al di là di ogni ragionevole avversione, sconfinando nel penale.
Secondo le cifre appena rese note, le aggressioni fisiche subite dagli agenti durante i controlli su strada nei primi sei mesi del 2011 ammontano a 1.050, con un leggerissimo incremento dell’1 % rispetto all’anno prima e una prevalenza di aggressioni al Sud, dove sono stati presi di mira 430 agenti, ma il numero è comunque alto anche al Nord, dove si contano 361 casi di violenza, e al Centro, con 259 episodi in cui un controllo si è trasformato in pretesto per attaccare fisicamente i pubblici ufficiali.
In realtà i casi presi in considerazione dalla statistica sono solamente quelli in cui sono stati necessari i ricoveri in ospedali per gli agenti presi di mira e pertanto non tengono conto di tutte le volte in cui le aggressioni violente non hanno comportato danni fisici di una certa portata.
Ad essere maggiormente colpiti dal fenomeno sono per lo più i Carabinieri, che seppur in leve calo rispetto all’anno precedente, sono stati aggrediti 461 volte. Va un po’ meglio, ma non moltissimo, agli agenti della Polizia di Stato, vittime di reazioni violente in 386 casi, mentre la Polizia Locale vede registrare fino a giugno 99 episodi di violenza. Infine la categoria definita “Altro” comprende i 79 scontri fisici che hanno visto protagonisti pubblici ufficiali non direttamente impegnati a svolgere funzioni di controllo del territorio, come ad esempio i conducenti di autobus, le guardie private, i sanitari e i dipendenti delle ferrovie.
Nel rapporto, infine, si fa notare anche la relazione tra l’uso di armi, proprie o improprie che siano, e l‘assunzione di alcol, che da sola “giustifica” il 30,2 % dei casi di violenza in cui la scarsa lucidità dell’automobilista, unita probabilmente a un certo disprezzo della legalità e ad un’aggressività innata, contribuiscono ad andare nettamente oltre le regole del buon vivere, finendo per prendere di mira chi fa semplicemente il proprio lavoro per la sicurezza dei cittadini.