Monitorati 2.000 km di autostrade. Evidenziate numerose criticità. Un programma di verifica ed interventi è stato presentato al MIT. Tutti i dettagli.
Nei prossimi giorni ricorre il primo anniversario dal crollo del Ponte Morandi: un episodio tragico, di dimensioni enormi, costato 43 vittime e, da più parti, indicato come assoluta ammonizione a sottoporre le infrastrutture attualmente esistenti ad un attento e costante controllo. Una nuova fase operativa, che presuppone la definizione di linee guida specifiche relativamente alle modalità di verifica.
A questo proposito, nelle scorse ore il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ha presentato, illustrandone i criteri di svolgimento, il nuovo programma di monitoraggio e di manutenzione per i viadotti autostradali. Lo stesso ministro indica che il nuovo provvedimento comporterà un differente, e finora inedito, approccio alla sicurezza dei viaggiatori. Ma andiamo con ordine, iniziando con l’introduzione al nuovo piano di verifica, controllo e manutenzione viadotti da parte del responsabile del dicastero dei Trasporti.
Interventi di verifica straordinari
“Posso affermare che lo Stato è tornato a fare lo Stato – annuncia Toninelli, indicando come con il nuovo programma venga a mutarsi il rapporto fra Stato e società concessionarie – Sono stato deriso per essermi recato sotto a un viadotto, a toccare con mano le condizioni dei piloni della A24. Oggi concretizziamo un provvedimento che impone programmi di verifica straordinari e supera gli iter di autocertificazione dei controlli finora richiesti alle società concessionarie. Gli interventi obbligatori di controllo su viadotti e ponti vengono definiti dal nuovo protocollo che si traduce in una reale sicurezza per gli utenti”.
Al setaccio 2.000 km di rete autostradale
Tecnicamente, il protocollo firmato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si basa su un articolato piano di verifiche straordinarie, svolto in dieci mesi (da settembre 2018 a luglio 2019) da parte di un pool formato da docenti universitari, dai tecnici della Direzione Vigilanza sulle Concessionarie autostradali e dell’UIT-Ufficio Tecnico Ispettivo di Roma del MIT. I sopralluoghi effettuati sono stati 180, ad interessamento dei viadotti presenti lungo l’intera rete autostradale di competenza: circa 2.000 km nel centro-sud del Paese.
Notevoli le criticità riscontrate: le prove di carico hanno messo in evidenza un degrado piuttosto avanzato in alcuni casi, tanto che dove necessario è stata richiesta l’effettuazione delle prove secondo la nuova normativa, prevista dal DM 346/2014. Allo stesso modo, le verifiche sulla precompressione avrebbero portato alla luce ulteriori criticità (in alcuni casi questa risulta superiore al 30%). “Molti viadotti sottoposti a verifica hanno messo in evidenza un avanzato degrado nelle strutture, tanto che si sono rese necessarie verifiche di sicurezza specifiche”, ha sottolineato Placido Migliorino, della UIT di Roma.
Le nuove linee guida di manutenzione
Il lungo percorso di monitoraggio ha permesso agli esperti la formulazione di un dettagliato rapporto sulle condizioni dei viadotti presenti nella rete autostradale del centro-sud, e l’individuazione di un “vademecum” di manutenzione che prevede tanto le periodiche analisi sulla sicurezza e la funzionalità delle infrastrutture, quanto il continuo controllo delle stesse, così come verifiche trimestrali visive e strumentali e l’impiego di criteri che tengano conto di molteplici rischi: dalle difficoltà di manutenzione al processo di invecchiamento delle strutture, il rischio sismico, l’entità del traffico veicolare, il rispetto dell’ambiente. Felice Morisco, della Direzione generale per la Vigilanza sulle Concessionarie autostradali, punta il dito sull’opportunità di ampliare le verifiche agli altri 4.000 km della rete autostradale nazionale.