Unione sempre più debole tra Volkswagen e Suzuki, alleate dal 2009. I tedeschi non hanno digerito l’acquisto di motori Fiat da parte dei giapponesi
Unione sempre più debole tra Volkswagen e Suzuki, alleate dal 2009. I tedeschi non hanno digerito l’acquisto di motori Fiat da parte dei giapponesi
È in atto uno scontro tra il gruppo tedesco Volkswagen e la giapponese Suzuki, in cui Fiat si inserisce anche contribuendo a formare un inatteso triangolo. Le due aziende sono unite sin dal 2009, quando fu firmata un’intesa secondo la quale il colosso di Wolfsburg, a fronte di un investimento pari a 1,7 miliardi di euro, si portò a casa il 19,9% delle quote azionarie Suzuki. Come contropartita, la fabbrica del Sol levante avrebbe avuto l’opportunità di proficui travasi tecnologici e scambi commerciali privilegiati con la Volkswagen.
Domenica scorsa, però, è arrivata una prima scossa di terremoto che ha agitato non poco le scrivanie dei rispettivi manager. In una nota diffusa dalla Volkswagen per mano del suo numero uno, Martin Winterkorn, si è potuta leggere una vera e propria accusa nei confronti dell’alleato giapponese per una presunta violazione dell’accordo siglato nel 2009. Questa sarebbe scaturita in seguito all’acquisto dei motori diesel Fiat Multijet 1.6 da 120 cavalli da parte della Suzuki, che dovrebbe utilizzarli per la futura versione del fuoristrada SX4. Un’azione che evidentemente non è stata ben digerita dai tedeschi.
La risposta di Osamu Suzuki, presidente dell’azienda giapponese, non si è fatta aspettare. Il manager orientale ha già parlato di divorzio, definendo il partner tedesco una “palla al piede”. Questo perché il rapporto si è da tempo logorato e perché secondo la Suzuki non c’è stata alcuna violazione del patto.
Quali saranno gli esiti concreti di queste azioni? Per il momento è difficile azzardare previsioni. Da una parte la Volkswagen sta facendo buon viso cercando di abbassare la tensione. In fondo, per lei, Suzuki è un partner strategico per i mercati orientali emergenti con i suoi 2,64 milioni di auto vendute nel 2010 (oltre 1 milione vendute in India con il marchio Maruti). Dall’altra, Suzuki sa di essere in una posizione di forza aiutata da una possibile sponda marchiata Fiat se non, addirittura, Fiat-Chrysler. A riguardo, Sergio Marchionne non ha rilasciato dichiarazioni particolari, anzi ha banalizzato la situazione attuale: “Con Suzuki abbiamo sempre lavorato”. Forse perché, sotto sotto, qualche pensiero strano lo sta già facendo…