Da Fca a PSA (tranne Opel), GM e Volvo; gran parte dell’industria oltremanica e giapponese: il taccuino delle Case costruttrici che non vedremo all’IAA.
Il Salone di Francoforte 2019 si apre in sostanziale corrispondenza di asset economico che la Germania sta attualmente attraversando (su tutti: il calo della produzione industriale, scesa a luglio dello 0,6% in rapporto al mese di giugno e del 4,2% se raffrontata al 2018), ma anche in linea con le questioni legate alla guerra dei dazi USA-Cina nonché al dibattito internazionale relativo alla necessità di adeguarsi alle emissioni di CO2 per i prossimi anni, che lo scorso febbraio il Parlamento Europeo ha limitato a 95 g/km dal 2021 e, per il periodo successivo, conoscerà nuove riduzioni (sempre rispetto alla soglia indicata per il 2021): un ulteriore 20% entro il 2025 e, ancora, un 45% in meno entro il 2030.
IAA 2019: un salone “alla tedesca”?
I big player del comparto automotive non hanno altro da fare che adeguarsi: e lo dimostra la tendenza all’elettrificazione in atto fra le strategie di sviluppo delle principali Case costruttrici. L’IAA 2019 è in gran parte rivolto all’esposizione di novità a basse (o del tutto assenti) emissioni allo scarico, vale a dire nuovi modelli ibridi, ibridi plug-in, mild-hybrid e 100% elettrici. Gran parte di esse appartengono ai “grandi” dell’industria automotive tedesca, mai come quest’anno pressoché egemone al Salone di Francoforte. Tanto che la rassegna in procinto di aprire al grande pubblico può a buon diritto essere considerata quasi interamente “germanica”. Se si escludono Honda, Renault e Jaguar Land Rover (che presentano, rispettivamente, la novità elettrica “e”, la aggiornata Captur e la nuova generazione di Defender) e, in parte, Lamborghini e Hyundai (italiana la prima, tuttavia appartenente ad Audi che fa capo al Gruppo VAG; quanto alla seconda, in Germania possiede la propria Divisione europea), nonché MINI, Skoda, Seat e Cupra (anch’essi sotto l’ombrello tedesco: Bmw e VAG, per l’esattezza), l’IAA 2019 conosce una (prevedibile) “offensiva” tedesca.
I marchi che non vedremo a Francoforte
Fra i “big” che… brilleranno per la propria assenza, l’intero Gruppo Fca, attualmente in fase di riposizionamento strategico ma che tuttavia ha preferito “disertare” Francoforte 2019; tre marchi su quattro di PSA Groupe (“disco rosso” per Citroen, DS e Peugeot: il vessillo del Gruppo viene tenuto alto dalla sola Opel, che peraltro svela ufficialmente la nuova Corsa e la relativa declinazione 100% elettrica, nonché il compact-SUV Grandland X ad alimentazione ibrida plug-in dall’impostazione meccatronica e di telaio condivise con corrispondenti modelli PSA). Assente anche gran parte dell’industria giapponese: soltanto Honda, con l’anteprima ufficiale della “supercompatta” Honda e, sarà della partita, mentre Mazda, Mitsubishi e Nissan (queste ultime due “legate” fra loro, e con Renault, dalla “big Alliance” che nei mesi scorsi tanto ha fatto parlare di se per la possibile fusione con Fca, poi risoltasi in un “niente di fatto” tuttora in discussione), Suzuki, Subaru e Toyota hanno scelto di non presenziare alla rassegna. “Alla finestra” anche General Motors (Cadillac e Chevrolet) e Volvo, così come – per passare alle aziende di oltremanica – Bentley, Rolls-Royce e Lotus. Soltanto McLaren e Jaguar Land Rover sono fra i “brand” attesi al Salone.
I grandi assenti: un fenomeno di tendenza?
Ecco, quindi, come agli occhi dei visitatori il layout di Messe Frankfurt potrebbe presentarsi: soltanto quattro padiglioni rispetto agli otto delle precedenti edizioni (pressoché dimezzato, dunque). Sarà un Salone all’insegna della sobrietà? È ovviamente presto per dirlo: saremo più precisi nelle prossime ore, quando osserveremo “di persona” i padiglioni del quartiere fieristico di Francoforte.
Intendiamoci, non che le defezioni “di peso” rappresentino un fenomeno del tutto nuovo: da tempo i grandi Saloni lamentano assenze più e meno notevoli. Prova ne siano, ad esempio, le defezioni che contrassegnarono l’edizione 2017 del Salone di Francoforte (Fiat, Alfa e Jeep; Peugeot, Mitsubishi, Volvo, Nissan e Infiniti); e il Salone di Parigi 2018 che aveva dovuto fare i conti con la mancata presenza di Ford e Volkswagen, di Opel e Mazda; di Infiniti, Mitsubishi e Subaru, ma anche di Nissan e Volvo e di gran parte dell’”universo” Fca, che al “Mondial de l’Automobile” dello scorso anno era rappresentata esclusivamente da Ferrari e Maserati.
Difficile indicare i motivi che possono avere suggerito di non prendere parte al Salone di Francoforte: questioni di costi e di diversificazione delle strategie di promozione possono essere fra le motivazioni.