Per la nuova definizione di “alta gamma”, Daimler AG si rivolge ai prototipi esposti all’IAA e ad una concept che guarda alla “Simplex” di 118 anni fa.
Il concetto di “lusso” si trova da tempo in una fase di profonda mutazione, che procede di pari passo con l’evolversi delle tecnologie multimediali. In estrema sintesi: accanto all’approccio “materiale” alla definizione fisica degli oggetti, gli stilisti devono oggi tenere conto della bellezza immateriale di un prodotto. Nello specifico, l’insieme autovettura, che – come peraltro avviene in molte altre applicazioni di design rivolte al pubblico, dunque ai consumatori – necessita di soluzioni via via più complesse: definire ciò che il car styling intende comunicare al mondo e come questo messaggio viene recepito; mantenere intatti, ovviamente aggiornandoli, i valori-chiave dello stile peculiare all’azienda; affrontare un percorso di esplorazione della propria storia, per creare sempre nuovi progetti di mobilità. I quali oggi più che mai (e lo dimostrano le anteprime in esposizione al Salone di Francoforte) vertono su tre macroaree tecnologiche: elettrificazione, guida autonoma e auto connessa, servizi di mobilità.
I punti chiave del nuovo design
Per Daimler AG, l’approccio “olistico” alla nuova filosofia concettuale di design viene a concretizzarsi in un articolato programma operativo, ribattezzato “Design Essentials III” e, in concreto, aggiorna i precedenti studi “Design Essentials” e “Design Essentials II” che vennero resi noti, rispettivamente, nel 2017 e nel 2018: una continua ridefinizione del “lusso” applicato al campo automobilistico; il ruolo di “motore” svolto dal “luxury” verso ulteriori investimenti ed innovazioni, in modo da renderlo centrale nella creazione di valori che durino nel tempo; la necessità di sintetizzare tutte le dimensioni del lusso in un unico programma di sviluppo; l’obiettivo di far convergere il fascino emotivo più elevato, semplicità ed intuitività di funzionamento del veicolo, la massima cura di esecuzione in fase di produzione, il consueto amore per i dettagli e la sostenibilità; cooperazione fra i tecnici che operano in tutti i centri Design Daimler presenti nel mondo (Sindelfingen in Germania, Carlsbad negli Stati Uniti, Pechino, e Nizza).
Attualmente, il “nuovo design” per Mercedes trova esempio concreto in Classe A “new gen” (ovvero: come l’approccio olistico allo stile si evolve nella lineup di accesso dell’acquirente al “mondo Mercedes”), in AMG GT 4 (definizione in chiave ultrasportiva della lunghissima tradizione Mercedes nello sviluppo di modelli high performance), nella nuova Mercedes-Maybach Classe S (che innalza di una ulteriore “tacca” l’asticella dei contenuti “Ultimate Luxury” tipici dello stile di Stoccarda) e nelle novità “zero emission” di Francoforte 2019, ovvero EQC e Vision EQS. SUV 100% elettrico il primo, berlina-ammiraglia che sottolinea il futuro Mercedes nella progettazione di modelli di altissima gamma provvisti di sistema di alimentazione elettrica. Di più: una nuova dimensione dell’approccio di design “Progressive Luxury” che caratterizzerà la gamma “EQ” di Mercedes.
Vision Mercedes Simplex
“Dove eravamo rimasti?”: i designer Daimler AG sembra si siano posti questa domanda, al momento di impostare il progetto di un prototipo che, appunto, portasse in dote un messaggio di lusso e innovazione. Due espressioni che, storicamente, vennero a concretizzarsi nel 1901, con lo sviluppo di Mercedes 35 HP, vettura progettata per volere di Emil Jellinek, il facoltoso imprenditore di origine austriaca che, agli albori del 20. secolo, ebbe un ruolo chiave per la nascita del marchio Mercedes (e Mercedes si chiamava la figlia minore del proto-businessman mitteleuropeo: da qui l’origine del battesimo per l’azienda di Stoccarda). Caratterizzata da soluzioni tecnologiche allora all’avanguardia (parliamo del 1901), Mercedes 35 HP, nota anche con il nome di Mercedes Simplex, era stata presentata alla corsa Nizza-La Turbie suscitando immediato clamore per le sue forme “piatte”, l’adozione di un blocco motore compatto e collocato in posizione ribassata, ed il ricorso a un radiatore “a nido d’ape” posizionato anteriormente: tecnologie che avrebbero “condizionato” il layout delle autovetture per molto tempo e che, in un certo senso, ancora oggi rappresentano la “base” della progettazione automobilistica.
Con il prototipo Vision Mercedes Simplex, il marchio della Stella a Tre Punte si pone l’obiettivo di definire ulteriormente il messaggio Daimler AG in materia di innovazione ed elevata cura progettuale. Un telaio monoscocca ospita un sedile in grado di accogliere conducente e passeggero; di fronte al posto di guida, la strumentazione è totalmente digitale e semplice nel layout (serve essenzialmente per consentire la visualizzazione delle informazioni necessarie in un determinato momento o in una specifica situazione di guida, per lasciare “campo libero” alla concentrazione di chi si trova alla guida del veicolo). Anteriormente, Vision Mercedes Concept è stata verniciata in bianco, a creare un evidente contrasto con la tinta scura che domina la zona posteriore del corpo vettura (ed a volere proporre nuovamente i colori della storica Mercedes 35 HP Simplex del 1901). A sua volta, il radiatore anteriore, dalla cornice in oro rosa, presenta un display 3D con impresso un lettering “Mercedes” e che si completa con informazioni grafiche sullo stato del veicolo.
Vedremo, un giorno, una “Vision Mercedes Simplex” su strada? Ciò è poco probabile, trattandosi di un puro esercizio di stile che, come accennato, presenta la “summa” delle innovazioni Daimler AG in materia di lusso, personalità, semplicità di guida. Ed è proprio questo, il messaggio che il prototipo svelato nelle scorse ore intende indicare al mondo. “Con questo prototipo, abbiamo voluto fondere fisicamente storia e futuro dell’azienda – dichiara Gorden Wagener, responsabile della Divisione Design della Stella a Tre Punte – Vision Mercedes Simplex simboleggia la trasformazione del concetto di lusso per l’azienda”.