Oggi a Londra inizia l’arbitrato su iniziativa di Suzuki, che vuole che VW venda le sue quote (19,9%) nel costruttore auto giapponese.
Oggi a Londra inizia l’arbitrato su iniziativa di Suzuki, che vuole che VW venda le sue quote (19,9%) nel costruttore auto giapponese.
Nuova puntata nella diatriba tra Suzuki e Volkswagen: la Casa nipponica – come preannunciato la settimana scorsa – ha ufficialmente richiesto l’arbitrato per risolvere la questione. L’appuntamento è per oggi a Londra. In particolare, dal quartier generale giapponese vogliono obbligare i vertici di Wolfsburg a vendere la quota del 19,9% attualmente in mani tedesche.
In particolare, Suzuki ha iniziato proprio oggi la sua azione legale presso la Corte internazionale di arbitrato chiedendo che le azioni siano vendute o allo stesso costruttore nipponico o a una terza parte indicata dal management del Sol levante.
“Questa decisione segue la rottura della partnership con VW avvenuta il 18 novembre scorso e il rifiuto di quest’ultima di alienare le sue quote” si legge in una nota dei giapponesi.
L’alleanza tra le due aziende, risale tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010: scopo di Suzuki era quello di accedere alla tecnologia tedesca in cambio di un “sostegno” nell’ingresso di Wolfsburg nel mercato indiano, dove le auto nipponiche hanno guadagnato diverse quote nel corso degli anni.
All’inizio del 2011, i primi problemi: ai tedeschi non piaceva il fatto che il management Suzuki fosse in eccessivo controllo dell’azienda, talvolta scavalcando il consiglio di amministrazione. Al punto che nel corso del 2011 erano stati acquistati motori Multijet Fiat invece che propulsori analoghi di VW.
I giapponesi, come detto, si lamentavano del fatto che dal quartier generale di Wolfsburg si fosse troppo restii a condividere le nuove tecnologie, al punto che in 2 anni non è mai nato un progetto comune.