Con la fine della produzione della Ypsilon a Termini Imerese si chiude l’era Fiat. Rabbia e delusione nei volti e nelle parole dei lavoratori.
Con la fine della produzione della Ypsilon a Termini Imerese si chiude l’era Fiat. Rabbia e delusione nei volti e nelle parole dei lavoratori.
Si conclude oggi, in anticipo rispetto a quanto preventivato qualche mese fa, la produzione a Termini Imerese chiudendo l’era Fiat, iniziata nel lontano 1970.
La catena di montaggio che ha finora prodotto la Lancia Ypsilon, da domani vedrà un periodo di cassa integrazione per i dipendenti che durerà fino al 31 dicembre, data in cui la casa italiana finirà ufficialmente e definitivamente le attività nell’Isola.
Per l’occasione, le tute blu di Termini Imerese hanno organizzato delle assemblee davanti alla fabbrica a cui hanno preso parte alcuni leader sindacali e gli operai dell’indotto. Presso i lavoratori l’amarezza è tanta, anche se rimane una speranza legata ai colloqui in corso in queste ore a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico con l’obiettivo di trovare una soluzione per lo stabilimento siciliano.
Rabbia e impotenza emergono dalle poche dichiarazioni rilasciate dagli operai, tra i quali c’è chi spiega: “È un giorno che davvero speravamo non arrivasse mai a Termini Imerese. Siamo qui a raccogliere i cocci di questa esperienza della Fiat, che dopo 41 anni va via. Siamo ancora impelagati al ministero per lo Sviluppo economico. L’unica certezza è che la prossima settimana scade il tempo utile a nostra disposizione per siglare l’accordo. Fiat è disposta a concedere gli incentivi alla mobilità a quei lavoratori, che entro il 31 dicembre 2017 maturano i requisiti, c’è un fatto nuovo anche i governi nazionale e regionale sarebbero disponibili a partecipare”.
In mezzo a loro c’è chi prova amarezza per l’abbandono di Fiat: “Non c’è più futuro, non c’è niente. Provo una strana sensazione, entro in Fiat per l’ultima volta. Mi sento rabbia in corpo”, mentre qualcun altro preferisce attaccare Sergio Marchionne, visto come l’unico colpevole di questa decisione: “Il signor Marchionne non sa il danno che ha fatto. Cosa facciamo con le nostre famiglie?”. Altri ancora, invece, si lamentano del trattamento subito: “Ho le palpitazioni, dopo 36 anni di lavoro qui dentro. Ci hanno trattato come i cani”.
Non usano mezze misure nemmeno i sindacati, con il leader della Fiom, Maurizio Landini, che parla di situazione inaccettabile, sottolineando l’atteggiamento tenuto da Fiat sia stato “un atteggiamento arrogante, autoritario, un sberleffo ai lavoratori”. Intanto, il segretario della Fiom, Roberto Mastrosimone, ha annunciato, di comune accordo con Fim e Uilm, la proposta di un picchettaggio della fabbrica per impedire l’uscita delle circa 1.000 Lancia Ypsilon già assemblate che dovrebbero essere pronte per la spedizione nelle concessionari.
I blocchi dovrebbero partire dalle 22 di questa sera, ma in queste ore l’attesa rimane alta per la riunione, l’ennesima, prevista per mercoledì prossimo alle 14 organizzato con lo scopo di raggiungere finalmente una soluzione.