Lo stop a tutti i veicoli Euro 0 (compresi quindi i veicoli storici) aveva suscitato clamore: ora, una deroga permetterà loro di continuare ad essere utilizzati.
Il timore, da parte di molti appassionati e possessori di veicoli storici, di non potere mai più circolare a Torino, ed in uno dei 23 Comuni dell’hinterland al volante di vetture Euro 0 (dunque, anche di quelle storiche) è durato all’incirca ventiquattr’ore. Tante quante sono bastate per trasformare l’ultimo fine settimana di settembre… in un (poco) tranquillo weekend di paura.
In effetti, venerdì scorso il decreto del consigliere delegato della Città metropolitana di Torino, relativo al piano operativo sulle misure rivolte al miglioramento della qualità dell’aria che si rifà alla legge regionale condivisa dalle regioni del bacino padano (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) e che, di fatto, limiterebbe “tout court” la circolazione ai veicoli Euro 0 – divieto generico, e che quindi non fa alcuna distinzione fra “semplici” vecchie auto e veicoli storici – sette giorni su sette e ventiquattr’ore su ventiquattro, ha immediatamente provocato una reazione uguale e contraria da parte dei possessori di auto d’epoca.
Una deroga ai divieti
Il timore di vedersi vietare anche la più classica delle scampagnate domenicali (tranne nei casi in cui il conducente non abbia la possibilità di dimostrare la propria partecipazione ad una manifestazione, regolarmente organizzata, di auto storiche) sembra, tuttavia, scongiurato. A stretto giro di posta, la stessa Regione Piemonte, per voce dell’assessore all’Ambiente Matteo Marnati, assicura che le auto storiche potranno circolare in deroga, anche a Torino e nei territori dell’hinterland individuati dal decreto regionale, rispetto ai divieti alla circolazione delle autovetture Euro 0.
L’assessore: “Auto storiche, un patrimonio da proteggere”
“I possessori di questi veicoli – spiega Marnati in una dichiarazione raccolta nelle scorse ore da un “lancio” Ansa – non scorrazzano in città per il gusto di inquinare, e solitamente non li utilizzano neppure per il trasporto ordinario come sanno tutti. Non si chiudono i musei. E le auto storiche sono musei, sono la nostra storia, un patrimonio che il mondo ci invidia e che qualcuno vorrebbe chiudere in garage nel nome di un ecologismo ideologico, abborracciato e sgangherato”.
La presa di posizione dell’assessore sembrerebbe inoltre fare il paio con la delusione recentemente patita dalla “Capitale italiana dell’Auto” di vedere trasferito il Salone dell’Auto alla volta di Milano, dove avrà luogo all’inizio della prossima estate dopo essere tornato, cinque anni fa, all’ombra della Mole ed avere contribuito a restituire al capoluogo piemontese il giusto titolo di città italiana-simbolo del patrimonio industriale legato alla storia ed alla cultura del comparto automotive. Una scelta che, a quanto pare, il responsabile per l’Ambiente in regione Piemonte, e già capogruppo della Lega nel Consiglio comunale di Novara, continua a non gradire: “Torino ha già dovuto subire la cancellazione del Salone dell’Auto, adesso basta”. In maniera va detto obiettiva, lo stesso assessore osserva che i possessori di veicoli storici “Pagano le iscrizioni, rispettano i vincoli legali cui sono sottoposti i veicoli d’epoca; una parte di questo denaro va in tasse ed imposte. Almeno durante i fine settimana, essi hanno diritto di circolare liberamente”.