La Casa giapponese offre ad ogni appassionato una chance per correre, grazie alla collaborazione con ACI, e diventa la palestra dei giovani talenti.
Destra 3 chiude 2, no, non sono impazzito, è che il gergo che si usa tra pilota e “naviga”, che starebbe per navigatore nella lingua rallystica di Renato Travaglia, mi ha contagiato non poco dopo aver assaggiato l’esperienza del Rally Italia Talent. Infatti, insieme ad un manipolo di giornalisti ho avuto la possibilità di capire cosa vuol dire prendere parte a questo contest che l’anno scorso ha coinvolto più di 9.000 persone sotto la guida attenta di un campionissimo delle corse su strada. Certo, prima dovevo superare l’emozione di trovarmi al cospetto di un mito della mia giovinezza e vincere la paura di non deluderlo, ma poi tra birilli, staccate e note, tutto è diventato estremamente coinvolgente ed educativo.
Una formula vincente
Dopo nove selezioni regionali con diverse categorie tra cui anche gli under 16 e over 35, quindi, no, non è troppo presto per correre e non è neanche troppo tardi, i migliori si ritroveranno per le semifinali e le finali, e i vincitori potranno correre un rally da pilota ufficiale con la Suzuki Swift 1.0 Boosterjet RS, come è capitato a Luca Insalata, Lorenzo Lamanda, Marco Betti e Nicolò Lazzarini al Rally Due Valli. Si può scegliere se prendere parte come pilota o come navigatore, ma in ogni caso bisogna iscriversi alle selezioni, e sul sito www.rallyitaliatalent.it ci sono tutte le informazioni del caso.
Una sfida ad armi pari
Le regole del gioco sono semplici e prevedono il completamento di un percorso dopo averlo visionato e preso le note come un equipaggio vero e proprio. La vettura utilizzata, per tutti, è la sportiva Suzuki Swift Sport da 140 CV e 975 kg di peso. Un’auto agile e potente grazie alla coppia di 230 Nm disponibile ad un basso numero di giri che, con le gomme Toyo, diventa estremamente precisa e maneggevole. Non bisogna strafare perché ogni barriera o birillo colpito rappresentano un ostacolo reale e quindi prestano il fianco ad una penalità di 5 secondi, ma neanche andare troppo piano altrimenti il tempo sarà insufficiente ad avanzare nelle selezioni. Insomma, ci vuole concentrazione, colpo d’occhio, e un ottimo affiatamento con il copilota, proprio come nei rally veri. Per questo la presenza di Travaglia è fondamentale, e consente anche ai più giovani di diventare automobilisti più consapevoli una volta acquisita la licenza di guida su strada, la tanto agognata patente B.
La vettura dei vincitori
Chi vince può salire a bordo della Swift 1.0 Boosterjet RS da circa 140 CV e 950 kg di peso, una vettura da rally vera e propria per correre una corsa reale. Grazie a Suzuki ho avuto la possibilità di poterla guidare, e devo dire che le sensazioni sono piuttosto interessanti: l’auto è veloce, estremamente reattiva, e rigida il giusto con tutti gli elementi di sicurezza del caso, come la gabbia di tubi interna. Ovviamente, le cinture sono a 4 punti e per entrare ci vuole una certa agilità, ma il rumore senza filtri e la potenza ai bassi regimi la rendono una vera arma da gara che rappresenta la base giusta per i piloti di domani.
Un’occasione per tutti
In conclusione, chiunque voglia approcciarsi al mondo delle corse su strada, anche chi aveva nascosto il sogno nel cassetto senza più riaprirlo, può mettere alla prova le sue capacità e inseguire un volante ufficiale o, in ogni caso, vivere un’esperienza irripetibile. Quindi, il consiglio è quello di non farvi scappare l’occasione perché l’iniziativa nata dalla mente appassionata di Renzo Magnani, papà agonistico di ogni partecipante, è altamente formativa e non esclude la possibilità di ritentare l’anno successivo.