La rassegna di Padova Fiere va in archivio con un sostanzioso “attivo”. Analisi di un fenomeno sempre più orientato a democratizzare la cultura collettiva.
Per il 2020, gli organizzatori hanno già fissato le date: la prossima edizione si terrà dal 22 al 25 ottobre. E ci sarà da tenere gli occhi ben aperti sulla rassegna numero 37, che avrà il compito di confermare, e se possibile superare, il record fatto registrare nell’edizione appena conclusa. Auto e Moto d’Epoca 2019 va in archivio con un attivo di più di 130.000 visitatori: una cifra che, oltre a superare le 120.000 presenze del 2018, la dice lunga sull’attuale “stato di salute” del mondo legato al motorismo storico, in costante crescita a livello non soltanto nazionale, ma oltre i confini del nostro Paese.
Auto e Moto d’Epoca 2019, già considerata la principale manifestazione a tema in Italia, si conferma altresì una delle più importanti in Europa. Tant’è vero che, anche tenuto conto della posizione geografica dell’evento (Fiera di Padova è facilmente raggiungibile da tutta Italia e dall’estero), gli undici padiglioni del quartiere fieristico hanno assistito ad una notevole affluenza di visitatori, ed espositori, che provenienti da altri Paesi.
I numeri del successo
Oltre alla cifra-record di affluenza, Auto e Moto d’Epoca 2019 ha messo a segno ulteriori risultati particolarmente significativi: più di 5.000 le auto storiche presenti nelle aree di esposizione e mercato e che provenivano da diversi Paesi europei; e oltre 2,3 milioni di euro totalizzati dall’asta FinArte (realizzata in collaborazione con Automotive Masterpieces), una delle “big news” dell’edizione numero 36: fra gli esemplari che hanno registrato gli importi più “importanti”, un’Alfa Romeo 6C 2500 Sport Cabriolet Pininfarina del 1947 che prese parte alla Mille Miglia 1949, “battuta” a 639.050 euro; la coppia di Porsche 911 “gemelle” (una del 1968, una che fa parte dell’attuale nuova generazione e allestita in maniera identica alla “sorella” d’epoca), vendute anch’esse per 639.060 euro; la Fiat-Abarth 750 Spyder Zagato che si presume sia quella che venne esposta al Salone di Torino 1958, aggiudicata per 81.529 euro.
Le Case auto e i registri storici di marca
Da segnalare, inoltre, la presenza ufficiale dei Costruttori: Alpine (che esponeva la nuova A110S), Bentley che celebrava i cento anni dalla fondazione ed ha esposto una storica S1 del 1956 ed una nuova Continental GTC), Citroen che a Fiera di Padova ha raccontato il secolo dalla fondazione del “Double Chevron”; Dallara con la splendida Dallara Stradale; Ford e la retrospettiva sulla cinquantennale storia della “famiglia” Transit; McLaren (che esponeva una hypercar P1 del 2013 e la nuovissima GT), Pagani ed i vent’anni della hypercar-icona Zonda; Porsche (rappresentata dalla filiale italiana) e Seat, che celebrava i 35 anni dal debutto della popolarissima Ibiza. Altri anniversari e modelli-simbolo che hanno ricevuto giusto omaggio ad Auto e Moto d’Epoca: i 50 anni di Peugeot 304 a cura del Club Storico italiano, la storia delle “station wagon” moderne raccontata dal Mercedes-Benz Registro Italia, i 50 anni di Fiat 128, gli 80 anni di Lancia Ardea, i 40 anni di Lancia Delta e i 35 anni di Lancia Thema (queste ultime a cura dei Registri storici Fiat e Lancia, che hanno fatto bella mostra di se insieme al Riar-Registro Italiano Alfa Romeo). Accanto a loro, il pubblico ha ammirato (pensiamo che sia il termine più esatto) l’antologia di “barchette” Ferrari, che presso lo stand ACI Storico hanno dato vita ad una esposizione di esemplari di grandissimo prestigio, dalla 166 MM Touring del 1950 che fu di Gianni Agnelli, alle nuovissime SP1 ed SP2 Monza che inaugurano la famiglia “Icona”. Notevole, infine, la presenza del Mauto-Museo nazionale dell’Auto di Torino, che esponeva Fiat 18/24 HP del 1908 che appartenne al fondatore del Museo, Carlo Biscaretti di Ruffia, e la leggendaria Itala 35/45 HP trionfatrice al Raid Pechino-Parigi del 1907; e del Museo Nicolis di Verona, con una rara Lancia Flaminia Supersport Zagato del 1965.
Youngtimer: le neo-storiche piacciono sempre di più
Come avevamo avuto modo di sottolineare a conclusione di Auto e Moto d’Epoca 2018, anche l’edizione di quest’anno ha marcato il notevole gradimento, da parte dei visitatori, nei confronti delle Youngtimer, ovvero le auto di recente (o imminente) passaggio nella categoria delle auto storiche. Per intenderci, le vetture anni 80 e 90 che hanno fatto innamorare una intera generazione di appassionati oggi quarannta-cinquantenni. È del resto un’operazione felice, in quanto permette a molti enthusiast (o semplici curiosi) di soffermarsi di fronte ad un modello appartenente ad un’epoca tutto sommato piuttosto recente, quindi bene ricordata dal grande pubblico, e scambiarsi opinioni e testimonianze, o – perché no? – riscoprirne le relative caratteristiche. In poche parole: approfondire la propria cultura tematica e, magari, un domani ampliarla verso vetture ancora più lontane nel tempo. In questo modo, la passione verso le auto d’epoca (e le moto, perché c’erano anche quelle: anzi, oltre 500 esemplari in esposizione nella mostra mercato, più gli stand di club e associazioni, testimoniano anch’essi che il settore moto storiche vive un felice percorso parallelo) si nutre di sempre nuove energie. E questo è un gran bene per tutta la filiera automotive, non soltanto per la “nicchia” (sempre più fiorente, d’altro canto) che opera nel settore “vintage”. Un tema affrontato anche dagli stessi organizzatori: “Le Youngtimer affascinano i più giovani e permettono loro di entrare nel mondo delle auto d’epoca attraverso la porta giusta, quella della passione, che è poi il vero carburante della nostra manifestazione”, osserva Mario Baccaglini, a capo dello staff organizzativo.
È un fatto di cultura
Il tema del “futuro antico” è stato, in effetti, affrontato in sede istituzionale: come sottolinea in queste ore una nota diffusa dall’Automotoclub Storico Italiano, la questione centrale consiste nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio dei veicoli d’epoca nazionali, che se affrontate tenendo ben presente il valore dell’originalità “Inteso come patrimonio storico, culturale, sociale e industriale che ogni veicolo storico deve preservare, affinché rimanga fedele testimone per il futuro della nostra storia – osserva il presidente ASI, Alberto Scuro – Per questo ASI ha intrapreso un percorso evolutivo e virtuoso anche in tema di certificazioni, con il solo obiettivo di tutelare sempre di più e sempre meglio questo settore”. Da segnalare, a questo proposito, i dibattiti che si sono susseguiti presso lo stand ASI: meeting rivolti al “Futuro della storia: originalità, qualità, uso corretto dei veicoli d’epoca”, e “Motorismo storico sullo scenario internazionale”, al quale hanno, fra gli altri, preso parte il presidente FIVA (Fédération Internationale des Véhicules Anciennes), Patrick Rollet, il presidente della Commissione Legislativa Tiddo Bresters, e Anna Cinzia Bonfrisco, eurodeputata e membro dell’European Parliament Historic Vehicle Group, la quale dichiara che ““Occorre rappresentare, insieme alle organizzazioni internazionali del settore, l’ineguagliabile patrimonio italiano di veicoli storici che celebrano il genio italiano e costituiscono ancora uno straordinario motore di sviluppo economico, culturale e sociale”.