Bilancio negativo per il team di Maranello alla fine di una stagione dominata dalla Mercedes e da Lewis Hamilton.
Con la gara di Abu Dhabi si chiude il sipario sulla stagione di Formula 1, quella che doveva essere l’ennesima annata della rinascita Ferrari e che invece ha portato risultati altalenanti, scontri intestini, ed ha lasciato diversi interrogativi in vista della prossima.
La solidità Mercedes e la crescita Red Bull preoccupano per il futuro
Nel frattempo la Mercedes si è dimostrata ancora la squadra da battere mettendo Hamilton in condizione di insidiare il record di mondiali di Michael Schumacher, e nell’ultima corsa è tornata a manifestare quella superiorità di inizio stagione che preoccupa gli avversari in vista del 2020.
Come se tutto ciò non bastasse a gettare ombre sul prossimo campionato, la Honda è riuscita a fornire alla Red Bull un’unità motoristica all’altezza della situazione e Verstappen è risultato il terzo pilota nella classifica finale ai danni di Leclerc e di Vettel che si sono ostacolati a vicenda per tutto l’anno. Fortunatamente, il sorpasso Red Bull non è avvenuto nel mondiale costruttori, ma la crescita della monoposto di Milton Keynes deve essere più di un campanello d’allarme.
Cosa fare allora per riportare la Ferrari al vertice nella prossima stagione? Intanto trovare quell’affidabilità mancata nei momenti cruciali, poi mettere in chiaro le gerarchie tra i piloti per evitare incidenti capaci di compromettere l’intera annata, garantendo nel contempo le performance delle gare migliori del 2019.
Multa da 50.000 euro
In tutto questo le perplessità tecniche sollevate dagli avversari hanno trovato nuova linfa dalle irregolarità riscontrate in merito al quantitativo di benzina imbarcato sulla monoposto di Leclerc. In pratica il team ha dichiarato 4,88 kg in meno rispetto a quelli effettivamente caricati. Per questo la Ferrari è stata multata di 50.000 euro alla fine del gran premio di Abu Dhabi ma Leclerc è riuscito a conservare il podio e quindi la terza posizione finale.
Insomma, si chiude un 2019 che, nonostante il cambio al vertice con Binotto al posto di Arrivabene, non ha portato i risultati sperati, lasciando più interrogativi che certezze.
Ora la Ferrari è chiamata ancora una volta a rimboccarsi le maniche, ma oltre alla Mercedes ora dovrà tenere d’occhio anche la Red Bull, perché se la Honda riuscirà ad evolvere al meglio la propria power unit, potrebbe diventare la monoposto da battere.