Da tempo sostengo che guidare è una cosa seria e complicata, che richiede molta attenzione. Può sembrare facile ma quando siamo al volante compiamo contemporaneamente diverse azioni che richiedono di restare concentrati su quello che stiamo facendo. Pensiamo per esempio ad una manovra banale come la partenza mentre si sta viaggiando in città. Guardiamo il […]
Da tempo sostengo che guidare è una cosa seria e complicata, che richiede molta attenzione. Può sembrare facile ma quando siamo al volante compiamo contemporaneamente diverse azioni che richiedono di restare concentrati su quello che stiamo facendo. Pensiamo per esempio ad una manovra banale come la partenza mentre si sta viaggiando in città. Guardiamo il semaforo e valutiamo la situazione di traffico, portiamo il piede sinistro sulla frizione, prepariamo quello destro sull’acceleratore, togliamo una mano dal volante per inserire la marcia e siamo pronti ma ancora fermi. La vera manovra deve ancora iniziare…
Un’ ulteriore conferma alla mia tesi mi è arrivata da un importante e corposo servizio inchiesta sul numero di settembre di Automobile, il mensile dell’ACI, che ha analizzato le frequenti occasioni di distrazione mentre si è alla guida ed i conseguenti pericoli che ne derivano. Parlo di gesti ormai abituali e ripetuti di continuo come agire sul navigatore o sintonizzare l’autoradio, ricevere o fare telefonate, rifarsi il trucco, mangiare e bere o accendersi una sigaretta, comportamenti del tutto innocui se considerati in un altro contesto e semplici in situazioni normali che diventano potenzialmente pericolosi quando si è al volante.
Nel solo 2011, questi i report più recenti, hanno comportato secondo i dati elaborati dall’ACI, 38.412 incidenti con 675 morti e 54.470 feriti. Situazioni evitabili se solo si prestasse un po’ più di attenzione e di concentrazione e anche maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine.
Infatti sulle 2.681.017 contravvenzioni del 2012 solo 51.700 sono relative all’uso del cellulare senza vivavoce o auricolari (art 173 del Codice della Strada), 55.379 per velocità non adeguata al veicolo, alla strada e al traffico (art 141) e 2.532 per scarsa libertà di effettuare le manovre necessarie alla guida (art 169). Sono queste le uniche armi a disposizione di chi deve vigilare la strada e anche qui servirà un deciso passo avanti.
Vengono individuati quattro tipi di distrazione, secondo uno studio dell’UE: fisica, cioè quando una o entrambe le mani vengono staccate dal volante per fare altro;
visiva, quando il pilota distoglie lo sguardo dalla strada; uditiva, quando è in corso una conversazione con i passeggeri o si è al telefono; mentale, quando la guida è distratta da un altro compito mentale eseguito contemporaneamente.
Parte integrante dell’inchiesta quella riservata alle prove pratiche cui sono stati sottoposti due uomini e due donne opportunamente distratti dalla guida mentre scrivevano un sms, in un circuito chiuso al traffico, alla velocità di 40 km/h. In queste condizioni si sono registrate continue correzioni sul volante o frenate improvvise, manovre che su una strada normale e con il traffico di tutti i giorni, avrebbero potuto di certo innescare un incidente.
Tutto questo va in netta controtendenza con quanto viene proposto ultimamente dai costruttori che stanno dotando le auto, e non solo quelle di lusso, con sistemi sempre più sofisticati in grado di connettere in ogni momento il guidatore con il mondo esterno con l’ingresso di mail e di internet. Una situazione sulla quale non è inutile attivare qualche riflessione, perché un conto è sfruttare la tecnologia a vettura ferma un altro è farlo mentre si è in movimento.
Interessanti, infine, anche i pareri del presidente dell’Aci Alessandro Sticchi Damiani, di Alex Zanardi e del Presidente della Commissione Trasporti alla Camera Michele Meta (che dovrà rivedere il codice della Strada di cui si aspetta la nuova edizione nei prossimi 18 mesi) che ribadiscono come l’automobilista italiano sia effettivamente molto distratto quando è alla guida e che, anche se si rende conto del rischio, non se curi molto contando su una diffusa impunità per la citata carenza di controlli.
Quello dell’ ACI è insomma un eccellente servizio giornalistico da leggere con attenzione. E soprattutto senza distrarsi.