Entro fine mese il vertice tra Marchionne e i rappresentanti: anche le istituzioni spingono sul Lingotto per scongiurare la chiusura dell’impianto.
Entro fine mese il vertice tra Marchionne e i rappresentanti: anche le istituzioni spingono sul Lingotto per scongiurare la chiusura dell’impianto.
È vicino l’incontro sul futuro di Mirafiori tra l’amministratore delegato Fiat e i rappresentanti Cisl-Fim, Uil-Uilm, Ugl, Fismic, vincitori dei referendum tra i lavoratori. Lo ha confermato lo stesso Sergio Marchionne a margine del Salone dell’Auto di Parigi: «vedrò i sindacati al ritorno dagli Stati Uniti, intorno a metà mese. Certamente prima del 30 ottobre».
Dal vertice si aspetta un segnale per i progetti futuri, perché l’ad ha dichiarato in un’intervista che «la Panda (prodotta a Pomigliano, ndr) non trova acquirenti e non sono previsti investimenti significativi fino al 2014». E’ comunque reale la volontà delle istituzioni di scongiurare la chiusura dell’impianto torinese spingendo sulla famiglia Agnelli per una soluzione produttiva (una delle ipotesi probabili è che i sindacati chiedano di scongelare l’investimento su Mirafiori e di confermare i due Suv compatti destinati al mercato nordamericano).
Per ora poche sicurezze e molte aspettative, con la consapevolezza che un «no» secco del Lingotto alle richieste dei sindacati provocherebbe una rottura insanabile tra la maggioranza dei lavoratori e l’azienda: «Mi pare che Marchionne abbia chiarito alcuni aspetti a Detroit», ha detto il segretario Cisl Bonanni, «se lo fa anche con noi, bene: ne usciamo con qualche certezza in più. Ed è ciò che ci interessa moltissimo: dare garanzia alle persone che lavorano in Fiat».