Peugeot trionfa con Wurz, Gené e Brabham. Audi terza. Porsche si consola nella LM P2. Vittoria (annunciata) Corvette in GT1 e dominio Ferrari in GT2
Peugeot trionfa con Wurz, Gené e Brabham. Audi terza. Porsche si consola nella LM P2. Vittoria (annunciata) Corvette in GT1 e dominio Ferrari in GT2
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Vittoria “multinazionale” per l’armata Peugeot alla 77esima edizione della 24 Ore di Le Mans, con il tedesco Alexander Wurz, lo spagnolo Marc Gené e l’inglese David Brabham a dividere l’abitacolo della 908 HDi vittoriosa alla Sarthe. E questa è solo una delle notizie con le quali si potrebbe “aprire” il servizio su Le Mans 2009, che va in archivio con un attivo di episodi come non se ne vedeva da tempo.
In effetti, il successo del Marchio del Leone e della coupé a gasolio di Wurz, Gené e Brabham è stato “facile”: l’equipaggio ha condotto le 24 ore di gara “sul velluto”, senza il minimo problema, senza la minima incertezza, a differenza – va detto – delle altre 908 giunte al traguardo, alle spalle della Peugeot vincitrice: Montagny-Bourdais-Sarrazin, partiti in pole position, hanno avuto una gara un po’ più tribolata (dunque in sintonia con le tradizionali incertezze della “lotteria” della 24 Ore).
Un problema ai freni ha costretto Sarrazin a una lunga sosta ai box, nella sesta ora, per un intervento al disco posteriore destro; da segnalare, poi l’incidente, alla prima ora di gara, con la Peugeot gestita dalla squadra di Henri Pescarolo che ha costretto Lamy al volante della terza 908 a rientrare ai box per sostituire tutta la parte anteriore della vettura; gran lavoro dei meccanici ma gara da ricominciare daccapo dalle ultime posizioni.
Nessun problema, come si diceva, per la 908 di Wurz, Gené e David Brabham, autori di una gara-capolavoro: media sul giro regolare, l’equipaggio ha tenuto un “passo” costante, nemmeno elevatissimo, che ha recato con sé il vantaggio di risparmiare la meccanica e di non sovraccaricare la tensione psico-fisica dei tre piloti.
Una tattica vincente, è il caso di dire. Ciò che proprio non è stato per Audi, campione di harakiri: la Casa dei Quattro Anelli, arrivata a Le Mans con i numeri più bassi sulle fiancate (merito della vittoria di Capello e McNish del 2008) aveva – d’accordo – il difficile compito di confermare i successi ottenuti nelle ultime edizioni della 24 Ore. E però, si direbbe che la R15 al debutto sulla Sarthe sia stata buttata allo sbaraglio nella mischia.
Corvette e Ferrari a mani basse
Surriscaldamenti, guasti alle pompe dell’iniezione, problemi di assetto (quelle sospensioni “morbide” e fragili!) sono fra gli elementi della sconfitta di Audi, ripagata in parte dal terzo posto della R15 di Dindo Capello, Allan McNish e Tom Kristensen, giunti al traguardo alle spalle delle due imprendibili Peugeot di Gené-Wurz-Brabham e di Montagny-Bourdais-Sarrazin.
Ottima la prestazione della Lola-Aston Martin di Enge-Mucke-Charouz del Team AMR Easter Europe, arrivata quarta e prima fra le vetture a benzina a dimostrazione della superiorità dei motori a gasolio confermata anche in questa edizione della 24 Ore.
Nella GT1, categoria che ha visto a Le Mans la sua ultima presenza in vista dei nuovi regolamenti che dal 2010 accorperanno le “berlinette” in una unica categoria (GT, con specifiche regolamentari dell’attuale GT2), è la Corvette Racing che può dire “Missione compiuta”: va detto che di avversari competitivi non è che ce ne siano stati; tuttavia, per O’Connell- Garcia-Magnussen, autori della vittoria a stelle e strisce in GT1, questo successo è importante, perché dà, anche se indirettamente a livello di immagine, una boccata d’ossigeno alle tribolate vicende della General Motors.
La GT2 si è rivelata feudo per la Ferrari: fuori combattimento le Porsche – un fatto più unico che raro, data la fama di vetture robuste e affidabili che le coupé di Stoccarda si sono costruite nel tempo! -, l’unica 997 al traguardo è stata quella del team cinese Endurance Asia Team, dodicesima di classe. Una pacchia per la Ferrari, che ha vinto nella GT2 a mani basse, senza nulla togliere al gran valore espresso sul campo da un equipaggio – quello formato da Melo, Kaffer e Salo sulla F430 del team Risi Competizione – che non ha certo bisogno di presentazioni. Unica intrusa nello straripante successo di Maranello la Spyker C8 Laviolette di Janis-Coronel-Bleekemolen, quinta al traguardo.
A proposito di Ferrari: chissà se il successo nella GT2 non sia prologo per un impegno ufficiale da parte del Cavallino, stando a quanto dichiarato dal Presidente, Luca Cordero di Montezemolo, che dopo aver compiuto due giri sulla “barchetta” 166 (a celebrare i 60 anni dalla prima vittoria di una Ferrari alla 24 Ore) a fianco di Jean Alesi e, nelle vesti di starter, dopo aver dato il “via” alla maratona francese si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni sulla possibilità di portare la Ferrari dalle lotte per la vittoria nella GT2 al podio per l’assoluta. Staremo a vedere…