Il corona virus e la guerra commerciale tra Arabia Saudita e Russia hanno fatto crollare il prezzo del greggio con conseguenze che potrebbe diventare disastrose.
Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un vero e proprio crollo del prezzo del petrolio e a un conseguente abbassamento del prezzo di benzina e diesel alla pompa. Il motivo di questo calo dei prezzi dei carburanti è da attribuire a due fattori: in primo luogo dalla crisi innescata dall’emergenza Coronavirus, a cui si aggiunge una motivazione meno nota, ma altrettanto pericolosa per i mercati finanziari già profondamente provati da questo periodo di instabilità economica. Stiamo parlando della guerra commerciale scoppiata tra la Russia e l’Arabia Saudita che ha come fattore principale proprio l’esportazione del petrolio, di cui questi due paesi risultano i principali produttori al mondo insieme agli USA.
Il prezzo del greggio è crollato del 30%
Basti pensare che in un solo giorno, il prezzo del greggio è controllato del 30%, un calo che non si registrava dall’inizio degli anni ’90, ovvero dai tempi della Guerra del Golfo. Come accennato in precedenza, questo calo si sta riflettendo man mano anche sui prezzi dei carburanti venduti al dettaglio. Si tratta però di una consolazione piuttosto effimera, considerando che a lungo termine questa situazione potrebbe diventare esplosiva per l’economia mondiale.
Quali sono le cause
Considerando che Mosca e Riad producono complessivamente 20 milioni di barili al giorno – su un consumo mondiale che si aggira sui 90 milioni – i due paesi hanno la possibilità di mettere in crisi l’intero comparto. Tra i numerosi problemi che si potrebbero creare, troviamo in primo luogo la possibilità di mettere fuori gioco alcune importanti produzioni di petrolio degli Stati Uniti che soffrono costi di estrazione del greggio molto più elevati rispetto a Russia e Arabia Saudita, senza dimenticare che si rischia di compromettere la domanda del petrolio (già sfavorita dall’aumento delle auto elettriche) a causa di prezzi che potrebbero schizzare alle stelle.
Il rapporto tra Russia e l’Opec (l’organizzazione dei Paesi produttori di petrolio) di cui l’Arabia Saudita fa parte è stato mantenuto piuttosto stabile negli ultimi 3 anni, con il prezzo del barile che ha sempre oscillato tra i 50 e i 70 dollari. Purtroppo però, con la crisi innescata dal Corona virus che ridotto la richiesta mondiale di greggio, il Governo di Riad aveva proposto di ridurre la produzione per mantenere i prezzi stabili. Purtroppo però, a causa del rifiuto della Russia, l’Arabia Saudita ha deciso di abbassare il prezzo del suo petrolio e annunciando di voler aumentare il più possibile la produzione.
Le conseguenze nel mondo e in Italia
Di conseguenza, il prezzo del petrolio è letteralmente crollato fino a raggiungere i 30 dollari al barile, andando così a nuocere sia all’economia russa che sulla produzione di petrolio americana. La “tempesta perfetta” si è poi realizzata con il recente crollo delle borse mondiali che ha acuito ulteriormente la situazione. Per il momento, in Italia i prezzi alla pompa sono scesi tra 1 e 2 centesimi al litro, ma se la crisi dovesse continuare si prevedono nelle prossime settimane dei cali fino a 15 centesimi al litro. Come accennato in precedenza, un prezzo del petrolio così basso potrebbe rendere molte operazioni di estrazione del petrolio anti economiche, portando così nel prossimo futuro ad un sensibile e pericoloso aumento dei prezzi.