La Mercedes non sembra intenzionata a portare avanti la faccenda mentre la Red Bull rilancia senza esitazioni
Il mondiale di Formula 1 che non parte, lo spettro del corona virus che ci chiude in casa, e un calendario delle gare ipotetico. In questo quadro sconfortante c’è una questione che brucia ancora, un po’ come la cenere infuocata del camino che il giorno dopo è ancora ardente: la disputa a seguito dell’accordo segreto tra FIA e Ferrari. Ricordiamo la protesta di 7 team all’ordine della FIA e la richiesta quasi perentoria di spiegazioni.
Toto Wolff ed Helmut Marko su fronti opposti
Bene, adesso due personalità forti e determinanti di due realtà altrettanto fondamentali nella Formula 1 di oggi, vale a dire Toto Wolff ed Helmut Marko, due personaggi che non hanno certo bisogno di presentazioni, si trovano su fronti decisamente differenti. Il primo, a capo dello squadrone Mercedes, si sarebbe allineato alla posizione del Ceo di Daimler Kallenius, che recentemente avrebbe avuto una telefonata chiarificatrice con John Helkann, per cui non sarebbe più intenzionato a fare la voce grossa con la FIA puntando il dito sulla power unit della Ferrari. Il secondo invece, rilancia, e lo fa senza andare troppo per il sottile, come dimostrano le sue dichiarazioni in un’intervista rilasciata ad Auto Motor und Sport. “La Mercedes si è ritirata dalla protesta in poco tempo, ed a noi questo provoca amarezza. Non possiamo permettere che la vicenda termini in un nulla di fatto, ci sono dei soldi legati ai premi di fine campionato, e chiudere al 2° o 3° posto nel campionato Costruttori fa una gran differenza, perché ci sono in ballo 20 milioni di dollari ed un bonus ai nostri dipendenti”.
Anche Leclerc dice la sua
Insomma, Marko non ci sta e la Red Bull sarebbe intenzionata a riprendere il braccio di ferro con la FIA dove troverebbe comunque un osso durissimo che risponde al nome di Jean Todt, il quale avrebbe ricevuto il supporto dei membri della FIA nell’ultimo Consiglio Mondiale nel quale i team autori della citata protesta erano stati messi in guardia da un atteggiamento in grado di minare la reputazione stessa della Formula 1. In questa vicenda extra cordoli decisamente spiacevole entra in merito alla questione anche Leclerc che spiega come ci sia una certa logica da parte della Ferrari nel non poter spiegare ogni aspetto della sua power unit, visto che regalerebbe un vantaggio non da poco agli altri team.
Gli episodi degli ultimi anni
In un momento difficile per la Ferrari, che sta lavorando sodo per tornare a competere per i mondiali piloti e costruttori, bisogna ricordarsi come nel non troppo lontano 2007 la Scuderia di Maranello fu vittima della “spy story”, che vide il passaggio di informazioni sensibili alla McLaren relative alla monoposto italiana. Inoltre, nel 2013 ci furono i 3 giorni di test durante la stagione, in seguito al gran premio di Spagna, in cui la Mercedes calzò le gomme Pirelli in esclusiva, pur non sapendo quali mescole venivano testate in ogni turno in pista. Una pratica legale, intendiamoci, come fu spiegato dagli uomini dell’azienda italiana all’epoca, ma che scatenò più di qualche malcontento nel circus iridato.