Dopo il fenomeno delle auto con targa tedesca, ora sulle strade italiane si incrociano sempre più auto con targa rumena o bulgara.
Dopo il fenomeno delle auto con targa tedesca, ora sulle strade italiane si incrociano sempre più auto con targa rumena o bulgara.
Il trucco migliore per non pagare le multe? Guidare un’automobile con targa straniera. Nonostante gli automobilisti italiani siano costantemente controllati da telecamere, autovelox, Tutor e altre apparecchiature, basta viaggiare su una vettura con targa estera e si potrà tranquillamente transitare nelle zone a traffico limitato senza preoccuparsi della inevitabile contravvenzione o parcheggiare nelle strisce blu dimenticandosi del ticket.
In realtà la multa viene elevata all’auto con targa straniera ma le forze dell’ordine o le amministrazioni comunali avranno molte difficoltà a recapitare la contravvenzione al reale proprietario della vettura. “Grazie” a questo stratagemma per anni le strade italiane sono state percorse da auto con targa tedesca ma guidate da automobilisti residenti in Italia.
Osservando le auto parcheggiate in doppia fila o a tutta velocità sotto il Tutor sembra che la targhe tedesche non vadano più di moda; il nuovo trend sono le auto targate Bulgaria o Romania. Il motivo è semplice. La procedura costa meno e si trovano sul web molti intermediari disposti ad occuparsi di tutte le procedure. Secondo la legge italiana i proprietari di una vettura con targa estera hanno un anno di tempo per registrare la vettura ma basta intestarla ad un prestanome residente nell’est Europa e il gioco è fatto.
La targa straniera oltre a rendere l’automobilista immune dalle contravvenzioni lo fa sparire agli occhi del redditometro e lo esonera da pagare gli oneri statali. Grazie alla possibilità di sfuggire al superbollo aumentano ogni giorno le vetture di grossa cilindrata con targa rumena o bulgara.
Per ora abbiamo elencato i vantaggi di guidare in Italia una vettura con targa straniera. Ovviamente ci sono anche dei rischi: si va da una contravvenzione che va dagli 80 ai 318 euro o nei peggiori dei casi ad un processo con l’accusa di truffa aggravata ai danni della pubblica amministrazione.