Dopo la rinuncia nel 2020 a causa del Coronavirus, anche la prossima edizione è a rischio: dalle Case costruttrici il suggerimento di pensare al 2022.
Che gli effetti sul comparto industriale, commerciale e dei servizi provocati dall’emergenza da Covid-19 rischino di farsi sentire anche nei mesi a venire, è un’eventualità da più parti messa in conto. Nello specifico, la crisi della filiera automotive provocata dalle lunghe drammatiche settimane di “lockdown” è uno spettro dal quale pressoché tutte le aziende del settore (dalle Case costruttrici alle realtà che compongono la miriade di imprese dell’indotto) cercano, con fatica, di lasciarsi alle spalle. È tuttavia importante nella sua gravità, la notizia, diramata dagli organizzatori della rassegna, secondo i quali l’edizione 2021 del Salone di Ginevra potrebbe essere cancellata.
Il condizionale è, in questo caso, più che mai d’obbligo. A fornire la non certo allegra prospettiva (che peraltro giunge a brevissima distanza dall’annullamento definitivo del Salone di New York 2020), sono come accennato gli stessi promoter della rassegna che, tradizionalmente, inaugura anno dopo anno gli appuntamenti europei con le novità di mercato.
La proposta di aiuto per 16,8 milioni di franchi
Nel dettaglio, in un comunicato – reso noto attraverso il sito Web corporate del Salone di Ginevra – gli organizzatori dichiarano di avere rinunciato ad un prestito (16,8 milioni di franchi svizzeri, corrispondenti a circa 16 milioni di euro) da parte del Cantone di Ginevra, finalizzato al sostegno del “passivo” subito dal mancato svolgimento dell’edizione 2020. Il motivo è presto detto: “Le condizioni imposte vanno in contraddizione allo statuto della Fondazione”, esprimono gli organizzatori.
Condizione finanziaria degli organizzatori indebolita
Il Salone di Ginevra di quest’anno, come si ricorderà, era stato cancellato in extremis dal Consiglio federale di Berna (ma dopo essere stato “in forse” per alcuni giorni) proprio in quanto, nei giorni immediatamente precedenti, la pandemia da Coronavirus aveva iniziato a diffondersi a macchia d’olio in Europa.
Da questa decisione, provocata da una causa di forza maggiore – come del resto accaduto a tutte le manifestazioni pubbliche organizzate in questa prima parte di 2020 che resterà purtroppo nella storia per il pesantissimo tributo versato in termini di vite umane e stravolgimenti politico-sociali -, “La situazione finanziaria della Fondazione che presiede all’organizzazione del Salone di Ginevra si è gravemente indebolita”, si legge nel comunicato.
Condizioni purtroppo inaccettabili
Cifre alla mano, in seguito alla mancata effettuazione di Ginevra 2020 gli organizzatori del Salone di Ginevra avevano domandato all’amministrazione cantonale un sussidio finanziario da 11 milioni di franchi svizzeri (come dire circa 10,4 milioni di euro). Dal Canton Ginevra sarebbe arrivata un’offerta per, come accennato, un prestito da 16,8 milioni di franchi. In cambio, gli organizzatori avrebbero dovuto assicurare una serie di garanzie che – indica il comunicato redatto dalla Fondazione – sarebbero dovute concretizzarsi in “Condizioni mirate ad esternalizzare completamente il Salone, compresa la sua effettuazione al PalExpo”, ed “In contraddizione con lo statuto ed in particolare con gli obiettivi della Fodazione, formulati più di cento anni fa”. Gli organizzatori, dunque, ringraziano ma preferiscono, piuttosto, rimettere tutto in gioco per l’anno successivo: “L’organizzazione del Salone di Ginevra per il 2021 è al momento molto incerta”.
Gli espositori: “Pensiamo al 2022”
Assisteremo, alla fine del prossimo inverno, al Salone di Ginevra 2021? È ovviamente presto per gettare definitivamente la spugna. Certo è, e lo indicano gli stessi organizzatori, che da parte dei prim’attori, che poi sarebbero le Case costruttrici e le aziende della filiera automotive, il suggerimento è di operare in funzione del 2022. “In effetti, dai principali espositori ci giungono prove di incoraggiamento, e la viva raccomandazione di pianificare la prossima edizione per il 2022”, continua la nota. “È quindi con profondo rammarico che la Fondazione dichiara di dovere rinunciare alla proposta di prestito da parte del Canton Ginevra”.