Aniasa, il noleggio e la mobilità dopo l’emergenza Coronavirus

Redazione Motori.it
24 Giugno 2020
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Il comparto sta affrontando un periodo difficile: la situazione attuale, gli scenari e le proposte per il futuro.

Ci sono settori del comparto automotive che sono, più di altri, legati alle vicende tecnicamente esterne al settore. Sono quelli che maggiormente fanno leva sui servizi al pubblico. Nella fattispecie, la filiera dell’autonoleggio, che ha subito un consistente rallentamento, in questa prima parte del 2020 che resterà purtroppo nella storia per la pandemia da Coronavirus ed il pesantissimo impatto su gran parte delle imprese. La forte crisi contestuale all’emergenza sanitaria, il ricorso ai sistemi di “smart working”, il blocco della produzione di nuovi autoveicoli e la chiusura delle frontiere nazionale dai flussi di turisti provenienti dall’estero hanno di fatto interrotto le possibilità di incremento del comparto di mobilità “pay-per-use”. Che è, sostanzialmente, il settore del noleggio di veicoli (in questa sede ci si occupa essenzialmente di autovetture e veicoli commerciali leggeri): l’autonoleggio, nel 2019, aveva messo a segno buone condizioni generali, tanto da avere concluso l’anno con una crescita del “parco auto”  (autovetture e furgoni) fino a contare 1,2 milioni di unità in circolazione, ed un’incidenza del 25% sul totale delle nuove immatricolazioni in Italia.

“Uno tsunami ha colpito l’intero settore”

Proprio nelle prime settimane di quest’anno, la pandemia da Covid-19 ha tuttavia completamente rimescolato le carte. E lo scenario che si presenta di fronte alle aziende dell’autonoleggio e del car sharing è negativo. Anzi, peggio: “Uno tsunami”, esordisce Massimiliano Archiapatti, presidente Aniasa (l’Associazione Nazionale dell’Industria dell’Autonoleggio e dei servizi Automobilistici) nell’illustrazione del 19. Rapporto annuale sulla Mobilità.

Le cifre del noleggio nei mesi di lockdown

Alcune cifre, evidenziate durante l’illustrazione del documento, ben testimoniano il difficilissimo panorama del noleggio e dei servizi di mobilità personale e condivisa dopo il crollo generale riscontrato nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020:

  • 155.000 nuove auto e nuovi veicoli commerciali in meno
  • 3,1 miliardi di valore complessivo andati persi
  • Circa un miliardo di entrate per l’Erario, fra IVA, tasse ed imposte
  • Il fatturato è calato del 69,5% in rapporto allo stesso trimestre 2019 (le stime Aniasa indicano 78 milioni di euro, “contro” 256 milioni di euro del periodo marzo-maggio dello scorso anno)
  • Il numero complessivo di noleggi è diminuito dell’81,8%
  • La durata media dei noleggi è scesa di quasi il 57%
  • La flotta complessiva è diminuita di quasi il 28% (andando a raggiungere 82.000 unità).

Noleggio a breve termine

Sul noleggio a breve termine, legato più di tutti al turismo, Aniasa indica che esso è stato “Colpito proprio in prossimità dei suoi momenti di picco stagionale, con il break pasquale azzerato e un’estate praticamente compromessa anche dall’assenza di turismo straniero nella nostra Penisola”:

  • Le immatricolazioni sono crollate del 98% (ed è da considerare come nei primi mesi di ogni anno avvengono, solitamente, le maggiori quantità di nuove autovetture immesse nelle flotte da destinare al noleggio), con ad aprile appena 12 nuove immatricolazioni contro le 27.000 dell’anno precedente
  • Numero di noleggi calato dell’82%
  • Fatturato in picchiata (-70%).

Una prima ripresa, per quanto parziale, ha preso il via nella seconda metà di maggio, tuttavia le cifre sono state completamente diverse da quelle che solitamente vengono registrate alla vigilia dell’estate.

Car sharing

Relativamente al car sharing, anche in questo caso i dati illustrati da Aniasa sono impietosi:

  • diminuzione del 76% del fatturato
  • numero di noleggi diminuito del 75%.

Noleggio a lungo termine

Riguardo alle attività di noleggio a lungo termine, che lo scorso anno ha raggiunto una flotta di quasi 1 milione di veicoli (+13%) e 282.000 immatricolazioni, Aniasa rileva che le nuove immatricolazioni hanno subito un arresto, ed i contratti in essere sono stati prolungati. Queste le cifre NLT:

  • immatricolazioni diminuite del 73% nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020
  • leggera contrazione per flotta e fatturato, rispettivamente -0,5% e -1% in confronto al periodo pre-Covid 19.

“Governo: se ci sei, batti un colpo”

La situazione delle attività di noleggio individuale e condiviso, a breve termine come a lungo termine, sembra non trovare un concreto interlocutore nelle istituzioni centrali. Lo stesso Archiapatti sottolinea come, a questo proposito, “Sconcerta, a quattro mesi dall’inizio della pandemia, la totale assenza di attenzione da parte del Governo per due filiere strategiche per l’Italia: l’automotive (11% del PIL) e il turismo (16% del PIL)”. “Gli annunciati voucher vacanze, ridottisi a poche centinaia di euro per limitate fasce di popolazione, riguarderanno solo una piccola parte della filiera. Ci chiediamo anche che fine abbia fatto la campagna “Viaggio in Italia” annunciata dal Premier qualche settimana fa con cui si sarebbe dovuto promuovere a livello internazionale il turismo nel nostro Paese. Sul fronte automotive è imbarazzante l’assenza di risorse messe in campo e di una chiara strategia, a differenza di quanto si sta verificando in altri Paesi d’Europa”.

Proposte concrete per il rilancio

È dunque essenziale, come del resto più volte ribadito dalle Associazioni che rappresentano le Case costruttrici e le aziende della filiera automotive, giungere quanto prima ad interventi concreti, senza i quali, sottolinea Archiapatti, “La crisi economica fermerà gli acquisti di nuove auto, provocando il collasso del mercato e rallentando il rinnovo del nostro parco circolante nazionale (38 milioni di veicoli), il secondo più anziano del Continente, con oltre il 30% del circolante pre-Euro4 (oltre 14 anni di anzianità)”. Serve un nuovo approccio più pragmatico (“Meno ideologico”) verso la nuova mobilità: “Per questo ribadiamo al Governo la nostra proposta che produrrebbe immediati benefici sulla domanda di mobilità, sull’ambiente e, non ultimo, sul fronte delle entrate per l’Erario: estensione dell’ecobonus, oggi previsto solo per limitate fasce di veicoli, alle vetture usate con standard di emissioni Euro 6 a seguito di rottamazione di veicoli Euro 0, 1, 2, 3 e 4. Per venire incontro alle esigenze di cassa del Governo, l’ecobonus potrebbe essere erogato tramite credito d’imposta o mediante esenzione dal pagamento delle tasse automobilistiche (IPT e tassa automobilistica regionale) e avrebbe il pregio di raggiungere classi sociali con minore capacità di spesa (quelle spesso in possesso di veicoli più inquinanti e che senza supporto non cambierebbero la propria auto)”.

Gli italiani e l’auto post-Covid

Contestualmente al rapporto annuale Aniasa, sono stati presentati i risultati del sondaggio “Auto protagonista della mobilità post COVID – Gli spostamenti degli italiani nella fase di ripartenza” condotto da Aniasa e dalla società di consulenza strategica Bain & Company.

“Base di partenza” dello studio, sviluppato su una ricerca che ha preso a campione 1.000 abitanti di Roma, Milano e Torino, era il presupposto che in Italia la mobilità provata riveste da sempre un ruolo di primissimo piano (e lo dimostra il tasso di motorizzazione nazionale, in costante aumento e senza pari fra i principali Paesi dell’Unione Europea, e che nel 2019 ha raggiunto quota 656 auto ogni 1.000 abitanti). Il 60-70% degli spostamenti nel nostro Paese avviene in auto, solo il 20-30% circa tramite il trasporto pubblico. Parimenti il “costo al km” legato all’acquisto di un’auto è diventato insostenibile, portando allo sviluppo progressivo, ma costante, del noleggio a lungo termine: costi certi e zero anticipo.

Da qui l’analisi, che – indica Gianluca Di Loreto di Bain & Company – conferma l’impatto causato dal Coronavirus. Più della metà degli intervistati, ritiene di poter tornare ai precedenti standard di spostamenti pre-pandemia solo tra più di 6 mesi, ed un quarto addirittura non prima di un anno. La maggiore cautela (o timore) riguarda il Trasporto Pubblico Locale, che quasi il 70% del campione dichiara di volere utilizzare meno di prima, il 47% intende servirsi meno anche dei taxi. Gli italiani, ed era da prevederlo, per un po’ di tempo – diciamo a breve-medio termine – si muoveranno un po’ di meno, rinunceranno agli spostamenti ritenuti meno necessari (in special modo quelli legati al lavoro ed al piacere); la metà degli intervistati ritiene di non avere più bisogno di spostarsi per il tragitto casa-lavoro a medio termine (e ciò è una conseguenza dell’aumento del telelavoro e dello smart working).

Sul tema del noleggio, la ricerca Aniasa-Bain & Company ha rilevato che il 50% degli intervistati si è dichiarata propensa a servirsi delle attività a breve termine come prima o più di prima, mentre fra i timori legati ad una stima di inferiore utilizzo ci sono, per un terzo, ragioni igienico-sanitarie, variazioni delle personali abitudini di lavoro (54% dei casi) e difficoltà economiche conseguenza della pandemia da Covid-19 (55% dei casi). È rilevante, a questo proposito, l’importanza del turismo che rimane fra le prime “voci” per gli italiani: il 72% degli intervistati ha confermato che andrà in vacanza (e in Italia per sette persone su dieci); il 20% si è detto pronto a spostarsi, durante le proprie vacanze, con una vettura a noleggio.

In merito alla propensione all’acquisto di una nuova vettura, il 24% degli intervistati ha ammesso di avervi “Rinunciato, al momento”; per il 60%, l’acquisto è stato “Posticipato”. I motivi: ragioni economiche (47%) o nell’attesa di un prossimo calo dei prezzi (23%). Il 70% degli intervistati ha in effetti indicato che un possibile acquisto futuro di una nuova autovettura è legato ad incentivi e promozioni così come allo sviluppo di strumenti flessibili. “In quest’ottica la formula del noleggio a medio e lungo termine, che garantisce un impegno economico certo nel tempo, senza rischi o sorprese sul valore dell’usato, rappresenta una opportunità concreta anche per i privati”, rimarca Massimiliano Archiapatti.

“Una cosa è pressoché certa – sottolinea Gianluca Di Loreto, partner di Bain & Company – Prima o poi le persone torneranno a muoversi e viaggiare, ma l’offerta di mobilità che troveranno potrebbe avere caratteristiche ben diverse. I servizi avranno un ruolo sempre più chiave rispetto al prodotto, il digitale aumenterà il proprio peso (ma non sarà, da solo, decisivo), l’esperienza di utilizzo prevarrà sull’esperienza di acquisto. Il quando ed il come di questa rivoluzione dipenderanno da quanto il rapporto automobile-consumatore sarà stato tutelato nei mesi a venire”.

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