Un sistema hi-tech per ridurre degli incidenti causati da guasti tecnici: è il Tyre Damage Monitoring System che utilizza la piattaforma Mcvp di Microsoft.
“Tondi e neri” lo sono da sempre; e c’è da giurarci che resteranno così per un bel pezzo. Ciò che si evolve, in materia di pneumatici, viene rappresentato dalle mescole, dai disegni dei battistrada, e dallo sviluppo delle tecnologie che globalmente concorrono ad incidere positivamente sulla sicurezza di marcia propria e, soprattutto, altrui. A dare un’ulteriore mano verso la ricerca rivolta all’affidabilità ed alla protezione di conducenti, passeggeri e in senso più ampio alla circolazione di tutti, interviene l’informatica, sotto forma di software in grado di “leggere” le condizioni di ogni singolo pneumatico e di determinarne eventuali danni, anche di minima entità che l’occhio umano può non riconoscere in quanto non ancora tale da poter essere individuati.
Obiettivo: evolvere la sicurezza di tutti
Un esempio (l’ultimo, in ordine di tempo) arriva da Bridgestone: il “gigante” del comparto tyre, che in termini di vendite ha nel 2017 raggiunto la leadership a livello mondiale, collabora con Microsoft in ordine allo sviluppo del dispositivo di monitoraggio “Tyre Damage Monitoring System”. Una innovativa tecnologia che consente, come indicano i tecnici Bridgestone in una nota che ne dettaglia le caratteristiche, la rilevazione in tempo reale di eventuali danni alle gomme: “Una importante evoluzione, se si considera che circa il 30% di tutti gli incidenti stradali viene causato da guasti tecnici”, puntualizza Bridgestone, prendendo come riferimento un rapporto 2018 curato dal Dipartimento per le Statistiche dei trasporti del Regno Unito.
Principali cause dei danni alle gomme del veicolo
Più nello specifico, sono quattro, secondo l’indicazione Bridgestone, i principali fattori che possono determinare un danno agli pneumatici:
- pressione inadeguata
- affaticamento
- usura irregolare
- presenza di cordoli, buche oppure oggetti sulla sede stradale.
Tpms, manutenzione regolare e prudenza sono già di grande aiuto…
Da tempo, la maggior parte di questi elementi può essere tenuta sotto controllo attraverso il dispositivo Tpms-Tyre Pressure Monitoring System, obbligatorio a bordo di tutte le autovetture costruite dal 2012 ed attraverso il quale gli automobilisti già ricevono un consistente aiuto relativamente al fattore pressione di gonfiaggio. Per evitare eccessiva usura ed affaticamento della gomma, niente di meglio della manutenzione regolare e della tempestiva sostituzione degli pneumatici (“voci” che, dal canto nostro, non ci stancheremo mai di raccomandare a chiunque).
… Ma non basta: serve anche tenere sotto controllo i più piccoli danni
Resta all’appello la questione connessa ai danni nella struttura degli pneumatici: un discorso che purtroppo va a creare un “gap” nella sicurezza di marcia e che può venire alla luce soltanto previo controllo effettuato manualmente da uno specialista. Se non individuato con tempestività, un danno ad una gomma – che, occorre tenere a mente, può verificarsi in qualsiasi momento – può essere causa di incidenti e, in senso più ampio, influire negativamente su altre componenti del veicolo, come ad esempio i cerchi, e quindi creare un’ulteriore fonte di potenziale pericolo per gli automobilisti.
La piattaforma cloud viene in aiuto al comparto tyre
Serve, quindi, un sistema capace di “auscultare” le condizioni degli pneumatici in tempo reale. Le tecnologie multimediali sono qui essenziali nello sviluppo di tale tipo di dispositivi. Ed ecco spiegate le motivazioni alla base del dispositivo “Tyre Damage Monitoring System” messo a punto da Bridgestone insieme a Microsoft. Tecnicamente, il Tdms utilizza il modulo Microsoft Connected Vehicle Platform, piattaforma basata sul cloud di Microsoft che il colosso di Redmond ha presentato al CES di Las Vegas 2017 proprio con l’obiettivo di raccogliere ed elaborare gli enormi quantitativi di dati raccolti dai sensori e dai sistemi di rilevazione a bordo delle auto connesse “new gen” ed implementabile dai tools dai quali le Case produttrici di autoveicoli, e le aziende dell’indotto (come è, appunto, il caso di Bridgestone) possono utilizzare i relativi dati appositamente per lo sviluppo di applicazioni di navigazione avanzata, tecnologie “self-driving”, livelli di connettività personalizzati e sistemi di manutenzione predittiva.
Tecnologia a vantaggio degli automobilisti
A sua volta, il nuovo sistema Tyre Damage Monitoring System di Bridgestone impiega il cloud framework di Microsoft Connect Vehicle Platform, insieme ai dati dei sensori già esistenti e che provengono dall’hardware già installato, ed utilizza un ampio catalogo di algoritmi in ordine di rilevare quanti più eventi possibile che riguardano la superficie e la carcassa degli pneumatici. A tutto vantaggio dell’automobilista, il quale – assicurano i tecnici Bridgestone, nel mentre annunciano che “Attualmente non esiste un altro sistema di monitoraggio equivalente sul mercato che non richieda l’installazione di un hardware aggiuntivo” – può essere “Immediatamente informato del pericolo, ed agire di conseguenza per rimediare alla situazione”.
Ti dice tutto sul danno che si è verificato
Per garantire la massima sicurezza all’automobilista ed agli altri utenti, il nuovo sistema di monitoraggio messo a punto da Bridgestone possiede altre interessanti applicazioni: oltre a determinare “quando” un danno allo pneumatico si è verificato, capisce anche “dove”. In questo modo si può avere a disposizione una visione più ampia delle condizioni della strada e delle infrastrutture esistenti: e si tratta di preziose informazioni che, in virtù dei sistemi di comunicazione Car-2-X alla base dei dispositivi hi-tech di auto connessa, possono essere utilizzate per avvisare gli enti responsabili della manutenzione dei problemi legati ai danni stradali, come la presenza e posizione di buche e altro. È chiaro che questo innovativo sistema è potenzialmente alla portata anche dei veicoli a guida autonoma di un futuro sempre più vicino.
L’attuale applicazione del nuovo Tyre Damage Monitoring System di Bridgestone riguarda la disponibilità come componente OEM a bordo dei veicoli delle flotte che utilizzano il modulo MCVP, chiamato a dotare Bridgestone di una infrastruttura digitale in grado di accelerare le funzioni di mobilità connessa, con l’obiettivo di consentire l’accesso ad una moltitudine di funzionalità cloud di Microsoft Azure, intelligenza artificiale ed “Internet of Things”. Inoltre, la partnership con Microsoft consente a Bridgestone di venire incontro alle più varie esigenze delle flotte e dei principali partner ai quali fornisce il primo equipaggiamento in tutto il mondo.
“Il digitale è una parte consistente di ciò che facciamo oggi in Bridgestone – osserva Laurent Dartoux, presidente ed amministratore delegato di Bridgestone EMEA – È indispensabile collaborare con partner leader del settore in grado di supportare le nostre esigenze oggi e in futuro. Collaborando con Microsoft, abbiamo l’opportunità di presentare il nostro Tyre Damage Monitoring System a milioni di automobilisti, offrendo loro maggiore sicurezza e tranquillità”. Tara Prakriya, general manager di Azure Mobility e della Divisione MCVP di Microsoft, dichiara che “La collaborazione dell’azienda con realtà specializzate in temi di mobilità è utile a supportare il loro percorso per diventare provider nella Smart mobility. Con Microsoft Connected Vehicle Platform, il nostro obiettivo è quello di aiutare le aziende a velocizzare la fornitura di esperienze di mobilità connessa, in modo sicuro e personalizzato. Attraverso l’utilizzo di MCVP, Bridgestone ha creato Tyre Damage Monitoring System, che offre un notevole contributo alla sicurezza stradale e dimostra come la collaborazione tra leader di settore possa offrire nuove opportunità di business future”.