E’ la risposta dei due brand al movimento sorto contro le moto
troppo rumorose.
Il rumore è una questione di gusto: ci sono appassionati che lo apprezzano e lo definiscono sound, e poi ci sono i detrattori, coloro che proprio non vorrebbero sentire i mezzi a due ruote rombare sulle strade, soprattutto su quelle di montagna.
I divieti in Austria e gli attivisti in Germania
Tanto che nel Tirolo, in Austria, nell’Hahntennjoch Pass, è stato vietato il transito ai centauri con moto da più di 95 db allo scarico; così modelli come la Ducati Multistrada 1260 non sono ammessi a circolare in quel territorio. Ma c’è di più: visto che in Germania un gruppo di persone si è coalizzato per una campagna contro il rumore delle moto, prese di mira a tal punto che marchi come BMW e KTM hanno pensato bene di rispondere a quest’iniziativa.
La risposta di BMW e KTM
Solamente BMW e KTM si sono dimostrate sensibili a questa tematica, dopo che la rivista Motorrad ha contattato i brand a due ruote. Infatti, i due marchi hanno ammesso di ”prendere in considerazione le nuove leggi in termini di rumore nella creazione delle nuove moto”. Inoltre, il presidente di KTM Stefan Pierer, già presidente della ACEM (Association des Constructeurs Européens de Motocycles), ha sottolineato che ”lo sforzo delle varie case non sarà sufficiente a ridurre il rumore delle prossime moto, ma ci vuole anche l’impegno di chi produce scarichi aftermarket e, soprattutto, dei motociclisti”. Lo stesso spiega che ”il sound di una moto non dev’essere misurato da quanto è forte, ma dalla sua tonalità”.
Un’opinione importante, unita a dichiarazioni che la dicono lunga su quanto lavoro c’è dietro alla lotta contro i decibel. Ma una riflessione è doverosa: spesso le moto sono molto “educate” a livello di sound e diversi motociclisti intervengono con soluzioni after market anche per essere avvertiti con più rapidità dagli automobilisti mediante il rombo della loro due ruote, in alcuni casi quindi è anche una questione di sicurezza. Certo, ci sono degli scarichi molto esuberanti a livello di emissione di rumore, ma se si tratta di prodotti omologati, e quindi legali, stride la decisione di andare a colpire i motociclisti che investono per acquistarli e, di riflesso, le aziende che li producono.