Formula 1: la situazione Ferrari analizzata dall’ex Luigi Mazzola

Redazione Motori.it
01 Settembre 2020
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Ferrari

L’ingegnere che ha lavorato nella Scuderia di Maranello sottolinea le criticità della Rossa ed il rischio di demotivare Leclerc.

Trends: Formula 1

La situazione in Casa Ferrari è sportivamente drammatica e le prestazioni deludenti delle Rosse nello scorso Gran Premio del Belgio di Formula 1 lasciano intuire che ci vorrà del tempo prima che la Scuderia di Maranello possa tornare a competere per le posizioni che contano e per la vittoria, a meno che non ci sia una rivoluzione tecnica. Nel frattempo, Hamilton e la Mercedes continuano a fare man bassa di successi e la massima formula perde appeal in una stagione complicata dall’epidemia di Coronavirus.

L’opinione dell’ex ingegnere Luigi Mazzola

In base alle riflessioni di Luigi Mazzola, che per 20 anni è stato ingegnere proprio nel team di Maranello, si rischia di bruciare un talento come quello di Leclerc. Infatti, in un intervento a Stadio Aperto ha dichiarato: “mi metto nei panni di Leclerc, uno che ha vinto tutto nelle categorie inferiori. Arriva in Formula 1, vincendo anche lì, ed è un pilota che ha le carte in regola per arrivare alla pari dei vari Hamilton e Verstappen, per vincere il Mondiale. Il pilota è l’ago della bilancia, e lo vediamo che Leclerc è frustrato e depresso nelle interviste, oltre ad avere scatti di nervosismo nei team radio. Non so se c’è serenità, dal punto di vista del ragazzo non mi sembra. Pare anzi che voglia cambiare qualcosa, e Spa è stata la sintesi di tutto quello che purtroppo la macchina non ha, sono emersi tutti i lati negativi. Il settore centrale è stato sì migliorato rispetto all’anno scorso, ma non tanto quanto gli altri. Quattro decimi a fronte di un secondo e mezzo… Pare che manchi carico, e in un circuito fresco e con lunghi rettilinei, con gomme morbide o dure che siano, si fatica a portare tutto a temperatura ed ottenere la massima performance. Anche nel T1 e nel T3 sono emersi aspetti da evidenziare, cioè l’incapacità di raggiungere certe velocità. Vero, tutti hanno perso qualcosa, ma il gap tra le Ferrari e le altre grandi fa capire certe cose. Non è solo motore, ma la somma algebrica di resistenza all’avanzamento fino alla potenza”.

Attenzione a non demotivare Leclerc

Il rischio dunque è che Leclerc possa perdere entusiasmo in una situazione del genere, d’altra parte anche un combattente come Alonso alla McLaren aveva tirato i remi in barca. “Eh sì, se deve fare la lotta con Grosjean… Questi ragazzi hanno il coltello tra i denti e non vedono altro che non sia la vittoria. Se gli togli quella, gli togli cose da imparare. Devi dare loro la possibilità di vincere”.

Una squadra che ha le competenze deve osare di più

Quindi Leclerc deve avere l’occasione, l’opportunità di puntare alla vittoria, ma come fare in una stagione in cui tutto gira storto? O c’è qualcosa di positivo in questo sciagurato 2020 della rossa? Secondo Mazzola “una lucina c’è, parliamo sempre di Ferrari, un team che ha tutto ciò che serve per poter risollevarsi. Sono le persone che hanno lavorato l’anno scorso, due anni fa, e non si può dire che non fossero competitivi. Spero si sbrighino ad utilizzare le competenze che hanno e che avevano nel passato. La luce si spegne dal momento in cui si pensa troppo al 2021 e 2022. Nel 2005 ricordo che facemmo quasi 200 giorni di test per provare a cercare il bandolo della matassa, e c’era da rifare quasi tutta la macchina. Anche se non porti grandi miglioramenti, almeno sai cosa dovrai fare veramente per il 2021. Quest’anno poi c’è una varietà di circuiti mai vista, contando anche gli ingressi di Portimao, Turchia, Imola e Mugello… Una volta che presenti qualcosa di nuovo in pista, puoi anche rigenerare tutto, lo stesso pilota. Provate a immaginare con che spirito si arriverà a Monza, contando che c’è persino Vettel che dovrà andare via. Magari per Mugello o quel Gp dopo, se ci fosse l’intenzione di portare pacchetti nuovi, allora questo sarebbe accettato dal pubblico e dai piloti stessi. Così si tiene alto il gruppo. Vediamo cosa si può effettivamente sperare”.

L’incognita del tempo necessario per recuperare il gap

Il problema è capire quanto ci vorrà per avere accorciare le distanze dalle altre monoposto e, in particolare dalle Mercedes che sembrano imbattibili. “Il fattore centrale è proprio questo: quanto tempo ci vorrà a recuperare? Perché ad ora corre un secondo e mezzo… Stamattina ho sentito Montezemolo perché è il suo compleanno: ci siamo ricordati cosa voleva dire in quegli anni il nostro lavoro. Io ricordo che ci stava sempre addosso, lo si vedeva spuntare già alle 7 di mattina. Spero che tutto questo ci sia ancora, altrimenti manca spinta nonostante una base straordinaria. Le competenze non possono non esserci, magari servono nuovi innesti, un po’ d’aria fresca che vada ad innalzare l’intelligenza collettiva. Così andiamo a Monza depressi, idem al Mugello…”.

Quindi alla Ferrari servirebbe un cambiamento di rotta, perché ha i talenti sia a livello di ingegneri che per quanto riguarda i piloti con Leclerc che “sono convinto che se lo metti in Mercedes va come Hamilton, e in Red Bull come Verstappen. Bisogna però innalzare il livello, anche della pressione. Dopo sette Gran Premi non si può non sapere dove sia il problema… Le carte in regola per andare avanti ci sono”. La Cosa triste è che “negli anni bui, vincere a Monza era la cosa che salvava la stagione, qui speriamo di essere almeno nel Q3″. Chiude il suo intervento Mazzola.

Una stagione da salvare

Un punto di vista autorevole, che sposa in pieno la nostra tesi in base alla quale la Ferrari non può gettare totalmente alle ortiche una stagione in vista delle successive, soprattutto quando il divario con gli altri team di vertice è diventato così evidente e soprattutto adesso che ci sono 3 gare in Italia, tra cui quella del 1000esimo gran premio della rossa. Ci vuole una reazione, una presenza forte, un trascinatore, un team con la voglia di gettare il cuore oltre l’ostacolo e di osare con soluzioni aerodinamiche più ardite per puntare a migliorare le performance nelle piste che rappresentano un’incognita per tutti. A Maranello hanno il carattere, le conoscenze tecniche e le capacità per farlo perché gli uomini di quella terra, come diceva Ferrari, hanno qualcosa di straordinario, un’ostinazione, una caparbietà unica. Per cui rimaniamo a fianco del team con il Cavallino Rampante, sosteniamolo, in attesa di una nuova rinascita sportiva, che speriamo arrivi quanto prima.

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